“Siamo fatti di carne e limiti, di amore e cellule. Siamo fatti di ossa, lacrime e sorrisi, le stesse che gli ho regalato, gli stessi che lui mi ha donato.”
Questa è la storia di un amore. È la storia di uomo e di una donna, di due missioni differenti e di due vite che divengono una. È la storia di Gianluca e Manaar, un soldato e un medico volontario. Questa è la loro vita, questa è la loro storia.
“Perché l’amore non è solo battiti di cuore e farfalle. L’amore è darsi, l’amore è perdersi, l’amore è fidarsi, malgrado il dolore, malgrado le ferite, malgrado i denti che affondano nella tenera carne del cuore. Amare non significa essere immuni, amare significa aprire se stessi e rischiare.”
Dall’autrice di Prima che faccia Buio e Prima che tu dica Noi, Prima che sia l’Alba, l’ultimo capitolo.
Questo è il romanzo della serie che aspettavo con maggiore entusiasmo, perché Gianluca e Manaar sono due personaggi che mi sono rimasti nel cuore fin dal primo libro, motivo per cui non potevo resistere senza sapere che cosa il destino avrebbe avuto in serbo per loro e soprattutto per me, che ancora una volta mi sono lasciata travolgere dalle emozioni potenti e totalizzanti che pervadono questa storia dalla prima all’ultima pagina.
Perciò eccoci qui, nel momento in cui le strade di questi due protagonisti coraggiosi e passionali si dividono ancora, per colpa di una nuova sfibrante missione di Gianluca, perché ora che è un Maggiore dell’esercito, i suoi compiti e le sue responsabilità sono aumentati a dismisura. E così si ritrova di nuovo in una base militare in Libano, con l’incarico di proteggere la Dottoressa Erreri, un funzionario dell’ONU giunto da poco in loco per monitorare le attività all’interno di un campo di accoglienza per popolazioni dilaniate dalla guerra.
Ma la delusione di Gianluca per aver visto rifiutata la sua proposta di matrimonio da parte della donna che ama alimenta pensieri inopportuni, impulsi sconvenienti e scelte fin troppo azzardate.
E la vittima principale di queste circostanze sembra essere proprio Manaar, rimasta da sola a casa con la sua tristezza, svuotata di ogni emozione, persa nel suo senso d’incompletezza dovuto all’ingiusta lontananza dall’uomo che ormai rappresenta l’altra metà del suo cuore.
La fragilità di questa giovane donna la rende un personaggio così delicato e degno di empatia da renderti impossibile non immedesimarti in lei e provare sulla tua pelle ogni dannatissimo tormento che affligge la sua anima. Manaar è confusa e smarrita per l’assenza forzata di Gianluca, che pesa sul suo petto come un assurdo macigno, per un’amicizia importante che rischia di essere erroneamente scambiata per qualcosa d’inopportuno e infine per il bisogno di dedicarsi all’unico lavoro che ama e che la fa sentire utile e preziosa, donando un senso a una vita che questo senso sembra averlo perduto.
Ma non è l’unica ad avermi travolto col fiume impetuoso dei suoi potenti stati d’animo, perché la stessa valanga di scossoni emotivi me l’ha regalata anche Gianluca.
Anzi, soprattutto Gianluca. Un personaggio che nel bene e nel male mi ha sempre rubato un pezzetto di anima in un modo che mai avrei creduto possibile.
Gianluca, che combatte una dura battaglia interiore alimentata dalla lontananza, costantemente dilaniato dal desiderio di avere con sé l’unica donna che abbia mai posseduto il suo cuore e angosciato dal bisogno di mettere in dubbio per lei persino la sua vocazione alle armi e una stimata carriera militare.
Gianluca, che con le sue azioni sconsiderate e disperate mi ha riempito il petto di rabbia e disperazione, che mi ha trascinato con la forza dentro il marasma dei suoi sensi di colpa e, mentre mi avvolgeva con un mantello invisibile fatto di paure e incertezze, è riuscito a mostrarmi una vulnerabilità così incredibile da renderlo ancora più speciale ai miei occhi.
Laura Pellegrini è di nuovo riuscita a partorire una scrittura ricca di poesia, così evocativa di emozioni e stati d’animo da risucchiarti nel corpo dei suoi protagonisti, facendoti vivere al posto loro situazioni così intense e toccanti che sembrano gridare a squarciagola tutto il dolore di un destino ingiusto.
Una bellissima storia in cui l’amore è così potente da riuscire a sfondare ogni sorta di barriera, quelle del tradimento, della disperazione, delle menzogne e delle incomprensioni, impugnando l’arma più efficace e luminosa di tutte, ma anche la più difficile da maneggiare.
Un’arma che richiede coraggio, forza d’animo e un pizzico di umiltà.
Un’arma chiamata PERDONO. Il traguardo più splendido che potessi mai desiderare per la degna conclusione di una serie incantevole ed emozionante, come quella nata dalla penna di una bravissima scrittrice chiamata Laura Pellegrini.
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