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Recensione: “Pretty” di Kylie Scott

Buongiorno fenicette, Aina ha recensito per noi il libro “Pretty” di Kylie Scott

Joe era sicuro che suo fratello Eric avrebbe perso interesse nello stupido sito di incontri per cui si era entusiasmato. E che, come al solito, sarebbe toccato a lui occuparsi di sistemare le cose. E infatti, quando Eric gli chiede di cancellare l’account, Joe finisce per fare accesso con le sue credenziali intenzionato a togliersi al più presto di torno quella noiosa incombenza. Ma un messaggio cattura la sua attenzione…
Alex è divertente, gentile e sembra essere proprio il tipo di ragazza che non si incontra tutti i giorni. In un momento di debolezza Joe risponde alla sua email e tra loro inizia uno scambio di messaggi, che si trasforma ben presto in una vera e propria corrispondenza quotidiana. 
Joe non avrebbe mai pensato di…

Fonte della trama: Newton Compton Editori

«Ti ho fatto piangere?».
Mi strinsi nelle spalle. Le prove erano evidenti.
«Dimmi una cosa, Little Miss. Ti ho anche fatto venire?»
«Sì, lo sai. È stato bello, splendido, ma…».
«Ma troppo personale». Rimase immobile, le mani sui fianchi. «Scoparti mentre ti guardavo in quel modo».
«Penso di sì». Anche se io mi sarei espressa in modo diverso.
«Preferiresti che scopassi con te come se ti odiassi, giusto?».
Feci spallucce.

Premetto che la copertina mi aveva indotta a pensare a un romanzo leggero, erotico e con poca trama. Niente di tutto questo, o meglio: scene di sesso appassionato ce ne sono, vivide ed esplicite, ma solo al momento giusto, dopo che i due ragazzi si sono incontrati, affezionati, fidati l’uno dell’altra.
La storia prende le mosse da due personaggi molto ben caratterizzati, Joe è un gigante buono, empatico, quei tipi di persona che non sanno dire di no a nessuno e sacrificano agli altri i propri desideri e sogni, mentre Alex è una ragazza piena di fobie, che ama vivere in solitudine, rinchiudersi nel suo guscio per non rischiare nei rapporti affettivi, pur essendo una ragazza che sa come mettere in riga gli altri.
Alex e Joe si conoscono su un sito di incontri. Chiacchierano, diventano amici, e un giorno lei si lascia convincere dalla sua amica Viv a prendere un aereo per fargli un’improvvisata. Scopre così che il ragazzo che aveva immaginato dietro lo schermo non è esattamente quello del profilo online. Ci vorrà tempo, e anche un po’ di fortuna, perché Alex abbia il modo di capire che Joe non solo è la stessa persona con cui si trova a suo agio da settimane, ma che dal vivo è ancora meglio di quanto potesse sperare, e che l’amicizia, la confidenza, la fiducia, la sintonia erano reali tra loro. Le ci vorrà ancora più tempo per decidere di aprirsi totalmente, ammettere di voler provare a uscire dal guscio, buttarsi a cuore aperto.
Inevitabilmente, complice una serie di questioni drammatiche che non voglio approfondire per non spoilerare, Alex scoprirà che togliere le corazze alla propria fragilità significa anche soffrire.
Alex e Joe sono due facce di una stessa medaglia: il conforto e la sicurezza di una vita solitaria senza rischi emotivi di lei si contrappongono alla vita spesa a compiacere gli altri, ricca e intrecciata a una moltitudine di amici, legami, parentele di lui.
Ho trovato lo stile dell’autrice davvero piacevole e capace. Accurato negli sviluppi psicologici, ma allo stesso tempo anche molto ironico e divertente. Il punto di vista incentrato solo su Alex è perfetto, non abbiamo bisogno di conoscere anche quello di Joe (in fondo, non è forse vero che gli uomini dicono quello che pensano e fanno quello che dicono?). Ho trovato anche ben espressa l’affinità, la complicità, la capacità di capirsi, di confrontarsi e di incastrare le proprie reciproche debolezze che portano la coppia Alex e Joe a rafforzarsi e completarsi.
Se devo trovare un limite, direi che il finale mi è parso troppo veloce. Tuttavia l’autrice è riuscita a scavalcare i cliché, le frasi fatte e le risoluzioni scontate, per cui non posso che apprezzarlo.

Bum. Una supernova. Mi si fermò il respiro in gola e il corpo si tese come una corda di violino. Le scosse di assestamento mi attraversarono, un’ondata dopo l’altra. Joe mi strinse forte i capelli e si sfregò contro di me con un sussulto dei fianchi. Il suo respiro bollente mi riscaldò il collo quando vi seppellì contro la faccia.
Svuotati. Eravamo svuotati. Morti.
(…) piccoli brividi meravigliosi continuavano a propagarsi dentro di me, i muscoli tra le gambe cercavano debolmente di afferrarlo di nuovo, di trattenerlo. Come biasimarli?

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