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Recensione: “Portale. Il risveglio delle tenebre” di Ahina LeBlanc Thorne

 

Titolo: Portale. Il risveglio delle tenebre

Autrice: Ahina LeBlanc Thorne

Genere: Paranormal Fantasy

Self Publishing

Pagine: 114

Data di pubblicazione: 16 maggio 2021

 

Era tempo che la profezia si adempisse e colui che viveva nel futuro doveva tornare al passato per salvare o distruggere i regni. Aisha Florence è stata l’ultima della sua linea, in un attacco inaspettato il suo vero potere viene risvegliato. Aisha si ritrova intrappolata nel suo destino. Ethan O’Neel, il re dei draghi caduto, è una leggenda vivente tra il suo popolo. Il drago nero rimase addormentato per diversi secoli, finché una giovane donna invase la sua caverna e risvegliò in lui i sentimenti più primitivi. Ethan deve combattere contro ciò che prova per Aisha, o cedere il passo alla fiamma dell’amore che minaccia di distruggerli entrambi. Due anime improbabili il cui amore metterà alla prova il limite della morte.

 

La trama di questo libro credo sia molto semplice e già vista in altri romanzi. Una ragazza con dei poteri, a cui viene affidato un compito molto importante: salvare il mondo. La missione che dovrà intraprendere è condita da una sana dose di avventura e tanta passione per un drago che le farà risvegliare la magia dentro di lei. I due dovranno affrontare diverse insidie per vivere il loro amore.

Pensavo mi avrebbe emozionato questo romanzo, la trama non è originalissima, ma a me la sinossi continua a piacermi comunque, però… bene, che dire, io non ho trovato passione, avventura, misteri, MA CONFUSIONE. “Forse sono io” è ciò che mi ripeto sin dall’inizio della lettura. In fondo sarebbe anche carino, ma i tempi verbali molto spesso sono sbagliati, dal passato remoto si passa al passato prossimo, da una terza persona singolare femminile arriviamo alla terza persona singolare maschile, a volte non capivo chi parlasse dei personaggi! Un altro problema che ho riscontrato nei primi capitoli è la mancanza di contesto generale. Inizialmente ci vengono introdotti due personaggi, dai quali si verrà a creare una storia secondaria, ma senza che ci venga mostrato il loro background e tutti quegli elementi di contorno che sono necessari. In 114 pagine non troviamo molte descrizioni accurate, ma solo eventi che si susseguono all’improvviso. Le origini del protagonista e la sua crescita non vengono descritte. L’innamoramento è di una velocità impressionante al pari dell’imprinting di Jacob e Renesmee. Le prime venti pagine sono ambientate ai giorni nostri, poi vi è un salto temporale nel passato nel 1800. Io, però, questo spostarsi nel tempo non l’ho percepito. Di solito, i viaggi temporali non li capisci solo perché il personaggio principale te lo dice, ma anche perché cambiano i costumi, il linguaggio, le abitudini. Qui non l’ho vissuto per nulla. La protagonista anche se si rivolge a figure di un’altra epoca continua a usare un linguaggio colloquiale e non formale o arcaico. Il libro dovrebbe essere avvincente, ma io ero troppo avvolta dalla confusione e dal cercare di capire cosa volesse dire l’autrice piuttosto che sulle emozioni che voleva darmi il romanzo. La scrittura non è scorrevole a causa degli errori grammaticali presenti nel testo. Ci sono ovviamente cose che salverei, come per esempio il carattere forte della protagonista, con il giusto approfondimento psicologico e caratterizzazione sarebbe saltato fuori un bel personaggio. Mi sono mancati i suoi sentimenti e la descrizione del momento dell’innamoramento. A me piacciono molto i primi accenni d’amore, perché mi fanno emozionare. Qui non me li sono goduta. C’è un imprinting alla Twilight, dopo di che i due personaggi cominciano a conoscersi davvero per quello che sono, e iniziano a provare emozioni forti per ciò che stanno vivendo, non semplicemente perché sono destinati a stare insieme.

 

 

 

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Daniela Pullini

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