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Recensione: “Per sempre” di Kathleen E. Woodiwiss

Titolo: Per sempre

Autrice: Kathleen E. Woodiwiss

Genere: Romance storico

Editore: Sonzogno

Data di pubblicazione: 13 ottobre 2010

 

 

Nell’Inghilterra del XII secolo, non c’è scapolo gentiluomo che non aspiri alla mano di Abrielle, ma quando al suo patrigno, di ritorno dalle Crociate, vengono negati il titolo nobiliare e i possedimenti promessi, i pretendenti improvvisamente scompaiono. Abrielle si vede costretta ad accettare il matrimonio con il ricco e ripugnante Desmond de Marlé. Al banchetto di nozze la novella sposa rivede l’avvenente Raven, emissario del re di Scozia, che tempo prima l’aveva sottratta a un tentativo di stupro. L’attrazione è irresistibile, ma il destino è loro avverso.

 

 

In una delle mie tante capatine in biblioteca, mi sono ritrovata di fronte questo romanzo e ho deciso di leggerlo: la storia di Raven Seaborn, bellissimo combattente scozzese alla corte di Re Enrico, e di Lady Abrielle di Harrington è la classica vicenda amorosa ambientata ai tempi delle crociate in Inghilterra e che non mi ha particolarmente colpito.

Abrielle è una giovane donna che si ritrova a sposare il ripugnante Desmond che si è incapricciato di lei e che fa gola ai suoi genitori come genero perché molto ricco: la ragazza decide quindi di salvare il buon nome e l’agiatezza della sua famiglia convolando a nozze salvo poi vedere il neo marito morire la stessa notte per una caduta da ubriaco.

Diventata precocemente vedova Abrielle potrà quindi congiungersi con il suo vero amore, l’affascinante Raven, con cui si sposerà rimanendo, però, sempre insicura e incerta sulla sua lealtà e sincerità, ma, nel momento in cui Raven la inviterà nei suoi possedimenti in Scozia e lei stessa vedrà con i suoi occhi lo sfarzo e la ricchezza dell’uomo, capirà che Raven la ama davvero e che non è interessato alla sua dote, avendo infatti rinunciato a essa proprio il giorno del loro matrimonio.

Come si può evincere dal mio racconto, questo romance si poggia su un plot scarno e, secondo me, anche abbastanza scontato: avrei sicuramente preferito delle vicende più avvincenti e anche un amore tra i protagonisti più forte e appassionato, invece, tutto si gioca su chi ha cosa e chi ha di più, inficiando il romanticismo dell’insieme.

I personaggi sono indagati molto superficialmente, tanto che, fino alla fine, non si riesce a capire bene cosa frulli nella testa dell’uno e dell’altro, soprattutto, nel caso di Abrielle.

Perché la donna non riesce a fidarsi di Raven? Lo ama davvero o è solo attrazione fisica?

Tutti questi aspetti non si comprendono e il finale lascia abbastanza a bocca asciutta perché fa capire come i ragionamenti della donna siano dettati dal denaro e dal raziocinio.

Avrei sicuramente preferito un romance più incentrato sull’amore con la A maiuscola anche se devo ammettere che le ambientazioni sono molto curate e interessanti: sia l’Inghilterra del XII secolo con i castelli, le torri, la servitù e le grandi distese verdi per la caccia, sia la Scozia dello stesso periodo molto più selvaggia e intonsa.

Non è il classico libro d’amore che mi sarei aspettata, nonostante ciò è molto scorrevole, lo stile è semplice e lineare, invoglia sicuramente alla lettura tanto che l’ho finito in due giorni.

Le mie perplessità non sono, infatti, riferite alla scrittura della Woodiwiss ma solamente alla trama che ho trovato poco romantica e molto incentrata su valori che per me non dovrebbero esistere in un libro a tematica amorosa.

 

 

 

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