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Recensione: “NORMAL” di Graeme Cameron

 

Trama verde

Vive nella vostra comunità, in una bella casa, con un giardino ben tenuto. Fa la spesa nel vostro negozio di fiducia, e se vi urta una spalla si scusa con un sorriso. Se è incolonnato di fianco a voi in autostrada, vi lascia passare con un gentile gesto della mano.

Quello che non sapete di lui è che, sotto al garage, in una stanza segreta, possiede una gabbia elaborata, e quel cibo che sta pagando alla cassa è per la ragazza che tiene chiusa lì dentro contro la sua volontà. Una di una lunga lista, e non sa che cosa la aspetta.

È così da molto tempo. È normale, e funziona alla perfezione.

Poi incontra la cassiera dell’alimentari aperto 24 ore su 24 e tutto cambia. A quel punto il piano, la caccia, la stanza… le altre non gli servono più. Ha bisogno solo di lei. Ma proprio quando decide di redimersi, la polizia gli sta col fiato sul collo. Lui potrebbe anche riuscire a nascondere le proprie tracce, se non fosse per un piccolo particolare: c’è ancora qualcuno nella sua gabbia.

Una black comedy intensa e agghiacciante che trascina il lettore dentro la mente dell’assassino, costringendolo a riflettere sul concetto di normalità.

Recensione verde

Era tanto che un thriller non mi piaceva così tanto. Non è proprio un thriller tradizionale, a dire il vero, ma un romanzo con le premesse di un thriller che in realtà ha molti spunti di umorismo nero.

Il protagonista è un serial killer: cattura le ragazze le imprigiona in una gabbia allestita sotto cosa sua, per poi ucciderle e farle a pezzi.

Ma qualcosa con le ultime vittime comincia a non andare nel verso giusto.

Con una travolgente narrazione in prima persona, seguiamo i pensieri del killer nelle sue vicende, con un tono quasi di normalità.

Il cacciatore si guarda sempre intorno e cerca di razionalizzare ogni suo atto, ma allo stesso tempo comincia a essere travolto da emozioni inaspettate: gentilezza e forse persino amore.

È circondato da varie ragazze, incontrate per caso, ognuna meravigliosa nella sua normale stranezza.

Abbiamo Annie, che lui ha salvato da uno stupratore; Rachel notata nelle sue ricerche di nuove vittime ma che gli risveglia finalmente sentimenti sani e positivi e ultima, ma non meno importante, Erica, sua vittima, una donna con risorse inaspettate. Le interazioni con Erica sono uniche: la donna che vive nella gabbia sotterranea diventa un elemento ricco di sorprese.

Il killer stesso si sorprende che Annie e Rachel si fidino di lui, che non si rendano conto della sua vera natura e si trova coinvolto in attività normali come andare in spiaggia o prendere un tè. Allo stesso tempo, le due donne, mentre lo rendono più umano, lo mettono in pericolo.

Ho trovato originale entrare in questo modo in una mente squilibrata e trovarsi a sorridere della sua autoironia e, in non pochi casi, a provare simpatia per lui e per una situazione che precipita pagina dopo pagina. Il lettore non sa se sperare nella soluzione ‘giusta’ in cui l’assassino viene catturato o in quella meno corretta in cui se la cava e rimane curioso fino alla fine di sapere se riuscirà o no a scamparla.

Altra particolarità del libro è che il protagonista non viene mai descritto e nominato, come se non fosse necessario. È uno di noi, è l’uomo in fila alle casse al supermercato o che passeggia per strada… un uomo normale.

Una lettura veloce, scorrevole e divertente che mi sento assolutamente di consigliare.

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Recensione a cura di:

Lucrezia

Editing a cura di:

River

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