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Recensione: Non proprio mia di Catherine Bybee (Not Quite series #2)

 

Trama verde

Katelyn “Katie” Morrison, splendida ereditiera di una catena di hotel, sembra proprio avere tutto, ma quando al matrimonio di suo fratello si imbatte in Dean Prescott – l’unico uomo che abbia mai amato –si rende improvvisamente conto che nella sua vita c’è un vuoto incolmabile. Dopo la cerimonia, c’è una sorpresa ancora più inaspettata ad attenderla: una neonata abbandonata sulla soglia di casa sua. Decisa a tenere con sé la piccola finché non avrà scoperto chi è la madre, Katie sarà troppo impegnata per lasciare che Dean le ronzi intorno… soprattutto quando le sue attenzioni risveglieranno dentro di lei sensazioni che pensava ormai sopite…

Dean Prescott sa che Katie gli sta mentendo riguardo alla neonata. Non dovrebbe importargli di cosa sta combinando la donna che gli ha spezzato il cuore… e soprattutto non dovrebbe provare ancora dolore a causa sua. Eppure Dean non riesce a ignorare il bisogno di proteggere Katie, o magari il desiderio di starle vicino ogni volta che ne ha l’occasione. Ma quando insieme risolveranno il mistero che circonda la piccola, la seconda possibilità che avranno di essere felici potrebbe andare in frantumi per sempre.

Recensione verde

Questo mio secondo appuntamento con Catherine Bybee è stato emozionante. Devo essere onesta nel dire che mi aspettavo una storia letta e riletta da altri autori, ma per fortuna non è stato così. Katie, la protagonista, è una ragazza miliardaria che ottiene tutto ciò che vuole… almeno in apparenza. La sua vita in passato non è stata rose e fiori; l’abbandono in età adolescenziale da parte della madre e la sua impossibilità ad avere figli, l’hanno profondamente segnata. Cercando quindi di apparire sempre al meglio di fronte ai paparazzi, nasconde le sue ferite fino al giorno delle nozze del fratello Jack, quando conosce la piccolissima Savannah.

Mentre le due donne si avviavano lungo il corridoio del lussuoso attico dell’hotel in cui Katie abitava, suonò il campanello della porta d’ingresso. Entrambe sussultarono. Era l’una e mezza di notte.

«Ma che cavolo…?»

Monica seguì Katie all’ingresso. Il complesso vantava il più elevato livello di sicurezza che il denaro potesse garantire e quindi, mentre apriva la porta, non era certo preoccupata per la propria incolumità. Il pianerottolo di fronte all’ascensore era vuoto. Un leggero rumore attirò l’attenzione di Katie verso il basso. Dietro di lei, Monica emise un suono soffocato.

Avvolta in un groviglio di copertine marroni e rosa, sistemata su un ovetto, c’era la neonata più tenera e minuscola che Katie avesse mai visto. Si mise in ginocchio e scostò la coperta dal viso della bambina. Attraverso le sue labbra rosee uscivano lenti respiri regolari. Di fianco alla piccina qualcuno aveva infilato una busta. Katie la prese con delicatezza, nel tentativo di non svegliare la piccola che dormiva.

In una grafia fluida c’era scritto: KATELYN MORRISON.

«Oh mio Dio.» Monica diede voce esattamente a quello che Katie stava pensando.”

Il suo mondo viene stravolto, uscire la sera tardi viene presto sostituito da notti insonni dietro la neonata e la sua celebrità lascia posto all’anonimato. Inizia così per Katie una nuova vita fatta sì di ciucci, latte in polvere e pannolini, ma anche di amore materno, paure e ricerca di risposte. Al suo fianco ci sarà la sorella della cognata Monica che le darà un posto dove potersi nascondere con Savannah, una spalla sulla quale poter piangere e una nuova amica con la quale potersi confidare. Ma se pensate che sia tutto qui, vi sbagliate di grosso, perché torna alla carica un vecchio amore della nostra protagonista, ovvero Dean Prescott, il ragazzo di cui è sempre stata innamorata anche da adolescente e con il quale ha avuto una storia conclusa male.

Dean si era ridotto a comportarsi da stalker. Davanti all’attico di Katie, aspettava che Monica uscisse dall’edificio per la sua corsa mattutina. La sera precedente le aveva estorto informazioni sui suoi allenamenti quotidiani, in modo da riuscire a incontrare Katie da sola. Quando Jack aveva manifestato la propria preoccupazione per la sorella, Dean aveva sentito un fastidioso clic nella testa. Un clic che non avrebbe dovuto esserci. Doveva rendersi conto di persona se la sua ex si trovasse o meno in qualche guaio serio. Dean si ripeteva che lo stava facendo solo per amicizia.”

Con la scusa della promessa fatta a Jack, Dean decide di controllare in prima persona se Katie stia passando un brutto periodo, e si ritrova catapultato in vecchie emozioni che aveva tentato di seppellire e che ora riaffiorano tutte insieme come un uragano.

«Proprio così?» Katelyn picchiettava la montatura degli occhiali da sole sul banco della reception. «Sono le esatte parole che il signor Prescott ci ha detto di riferirle.» La giovane donna dietro al banco alzò gli occhi castani e, di fronte allo sguardo di Katelyn, sembrò sull’orlo dello svenimento.

«Non metterci piede?»

«Sì, signora.»

C’erano due cose che Katie proprio non tollerava: una era che qualcuno le dicesse che cosa non poteva fare, l’altra che qualcuno la chiamasse “signora”. Diede un’occhiata alla targhetta con il nome della donna.

«Ho bisogno che tu mi faccia un favore, Naomi.»

Naomi spalancò gli occhi. «Noi dell’hotel siamo tutti a sua completa disposizione.»

«Giusto.» Lo era…ma aveva anche bisogno di fare di lei una sua alleata. «Mi servirà un’auto a noleggio, mentre sarò qui in città. Le preferenze sono nella mia scheda. Vorrei anche che mi fosse servita in camera la specialità del giorno, tra mezz’ora, e ho bisogno che tu riferisca un messaggio al signor Prescott, se chiamerà di nuovo.»

Naomi puntò la penna su una pagina del blocco per appunti dell’hotel e attese.

«Comunica al signor Prescott che io non prendo ordini da nessuno.» Si voltò e si avviò verso gli ascensori. Il suo atteggiamento da dura sparì non appena le porte dell’ascensore si richiusero”

I due si ritrovano a lavorare spalla a spalla su un progetto edilizio: in un primo momento Katie sembra essere la stessa di sempre provocando delle simpaticissime disavventure in cantiere.

Il rumore dei martelli che conficcavano chiodi nel legno aumentò, quando oltrepassò il muro esterno dell’atrio principale. Un paio di operai, a bocca spalancata e con le pupille dilatate, fissavano l’ala est dell’edificio. Dean seguì la direzione dello sguardo sconvolto di quegli uomini e finalmente riuscì a individuarla. Katie era piegata in avanti sul parapetto di una delle future suite al pianterreno, la corta gonna color panna che le era risalita fino a metà coscia. La vista di lei lo lasciò senza fiato. Sembrava avere chilometri di gambe, e i tacchi da dieci centimetri le facevano sembrare ancora più lunghe.

Raddrizzò il fondoschiena, mentre guardava in alto verso il soffitto. Alzò una mano sopra la testa, come se stesse misurando l’altezza della stanza.

Il ricordo di lei distesa sul letto, nuda, dopo che avevano fatto l’amore, gli annebbiava la mente.

Ritorna in te, Dean”, si rimproverò. Affogare in quei ricordi gli avrebbe potuto procurare solo altra sofferenza. E di quella ne aveva già avuta più che abbastanza, quanta gliene sarebbe bastata per una vita intera.

«Devi metterti l’elmetto» le disse, praticamente urlando.”

Non posso scrivere oltre sulla storia perché vi toglierei il gusto di leggerlo. Posso dirvi che il personaggio di Katie è quello di una ragazza che ha sofferto molto per la mancanza della madre e ne ha la consapevolezza ora che lei stessa deve prendersi cura della piccola lasciata davanti alla sua porta di casa. Ha le stesse paure di una qualsiasi madre appena prende in braccio il proprio cucciolo, la paura che possa accadergli qualcosa, la paura di non essere una brava madre e, ancor peggio, la paura di perderlo.

 

Poco dopo le due e mezza di notte, Katelyn balzò fuori dal letto. Il cuore le martellava nel petto come quello di un maratoneta a pochi chilometri dal traguardo.

Qualcosa non andava.

Aveva dormito troppo.

Savannah!

Si sentiva confusa e disorientata nella tranquilla stanza dell’hotel. I ricordi degli eventi della sera precedente le fecero capire dove si trovava. Con un sospiro, tornò a sdraiarsi sui cuscini. Savannah era con Monica ma, anche se era lei che si stava occupando della piccola, Katie si sentiva comunque in preda all’ansia.

Girò il cuscino per appoggiarsi sul lato più fresco e si voltò su un fianco, ma nonostante tentasse con tutte le forze di riaddormentarsi, il sonno non arrivava. La cosa assurda era che non si sentiva nemmeno tanto stanca. Subito dopo che Dean era andato via, si era forzata a fare una doccia e a trascinarsi a letto. Non erano ancora le otto. Prima di Savannah, sei ore di sonno non le sarebbero bastate, ma apparentemente ora non era più così.

Dopo aver trascorso trenta minuti a girarsi e rigirarsi nel letto, Katelyn rinunciò, si fece una doccia e si vestì.

Facendo più piano che poteva, si introdusse nell’appartamento di Monica, poco prima delle quattro di mattina. Nella camera di Monica, Savannah dormiva nella culla.

Bastò la vista della sua adorata faccina e del pancino che si alzava e abbassava a ogni respiro, perché dal cuore di Katelyn scomparisse ogni ansia residua.”

Nonostante la sua vita fosse l’opposto fino al giorno prima, Katie mette Savannah prima di tutto e prima di se stessa, vuole tenerla con sé e non vuole che i genitori biologici possano un giorno decidere di portarsela via.

Se cercate una storia d’amore complicata, selvaggia e spinta, questo romanzo non fa per voi. Ma se cercate una “favola” romantica dove i suoi personaggi e la trama vi possano emozionare con una storia fresca e genuina, allora “Non proprio mia” fa al caso vostro. Se deciderete di leggerlo vi riempirà il cuore di quell’amore che non coinvolge solo un uomo e una donna, ma quello che cresce e fa nascere una famiglia.

Fiamme-Sensualità-Lieve NUOVA

Recensione a cura di:

Bettybu

Editing a cura di:

Bettina

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