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Recensione: Non chiamatemi guerriera di Sara Mastrantoni

Titolo: Non chiamatemi guerriera

Autrice: Sara Mastrantoni

Genere: narrativa autobiografica

Editore: self

Data di pubblicazione: 7 maggio 2025

Età di lettura consigliata:+14

Ho sempre considerato essere infermiera come una missione, aiutare i pazienti per me è il valore più grande su cui si basa il mio lavoro, ma mai una volta mi sono immaginata di trovarmi al loro posto.
Solo leggendo un referto che mi metteva davanti ad una dura realtà, ho capito quanto quell’esperienza poteva essere per me un’opportunità di cambiamento, una rinascita.
Ora, a distanza di anni, mi sento diversa, più grata alla vita.
Non chiamatemi guerriera perché non ho vinto una battaglia, ma ho solo avuto un’altra occasione per vivere a pieno ogni momento.

Carissime Fenici,

oggi mi accingo a parlarvi di una storia vera, il racconto in prima persona dell’autrice  riguardo alla  sua esperienza con il cancro al seno. In questo mese di ottobre, che da anni denominiamo “rosa”, dedicato proprio a questa malattia infame, mi permetto di portare alla vostra attenzione questo racconto, poche pagine ricche di emozione e desiderio di condivisione. Sara, con questo breve libro, ha voluto esorcizzare un periodo terribile della sua vita, ha voluto raccontarci la sua storia di sopravvissuta.

Ci ha lasciato una sorta di diario, ricordando passo passo la sua esperienza di circa sei anni orsono. Innanzi tutto una premessa doverosa: lei è un’infermiera, una di quelle che considerano il proprio lavoro una missione, non solo un modo per sbarcare il lunario. Il suo approccio alla malattia è stato purtroppo fin troppo consapevole già dall’inizio, a volte sarebbe  molto meglio la beata ignoranza. Sentiamo sulla pelle tutte le fasi del decorso della malattia, dalla scoperta del nodulo ai passi successivi; non indora la pillola, ma si mette a nudo per noi e, credo, per sé stessa. Le testimonianze dei famigliari, dei colleghi e amici, inserite in ogni capitolo, non sono solo contributi che ci fanno comprendere di più il grande carattere di questa donna, ma ci portano anche nel difficile mondo di chi sta vicino a un malato. 

È vero, lo dice nel titolo,  Non chiamatemi guerriera, ma chiunque affronti una lotta così impari è da considerarsi tale! Ci  viene sempre detto che il morale è fondamentale, e Sara ne è stata la prova. Attraverso il suo racconto, sincero e disarmante, sentiamo la positività che l’ha sempre accompagnata, che ha saputo tenere viva durante tutto il percorso. 

Cerca sempre il sole. Cercalo quando la notte sembra non finire mai. Cercalo quando la vita ti mette davanti solo ombre. Cercalo quando pensi che non ci sia più speranza di trovarlo.

Con le sue parole vuole solamente ricordarci che il sole splenderà sempre, sta a noi tenere vivo il suo calore. Che vivere giorno per giorno, accettando gli inevitabili cambiamenti del proprio corpo, è già una piccola vittoria. Vuole essere un grido di speranza; una goccia nell’oceano, certo, ma non per questo meno importante.

Mi preme anche ricordare che tutto il ricavato è stato (e continuerà a esserlo) devoluto in beneficenza, all’associazione Un angelo per capello, (https://unangelopercapello.it/) che si occupa di far produrre parrucche sostenibili per i pazienti oncologici, grazie anche alle donazioni di capelli, pratica che sta prendendo sempre più piede.

Concludo con le sue ultime parole, prese in prestito dal grande Patch Adams:

Se si cura una malattia, si vince o si perde: ma se si cura una persona, vi garantisco che si vince, si vince sempre, qualsiasi sia l’esito della terapia.  

Sentimento❤️| moltissimo
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