1772: nella Carolina del Nord, alla vigilia della Rivoluzione americana, la situazione è sempre più insostenibile: a Boston si muore per le strade, e nelle campagne della Carolina del Nord si appicca fuoco alle case isolate. La colonia è in fermento e il Governatore Josiah Martin si rivolge a James Fraser per ottenere aiuto. Jamie ormai è un pilastro della comunità, rispettato da tutti: coloni scozzesi, immigrati tedeschi e tribù indiane che vivono a ridosso della Linea del Trattato. Fra Regolatori impenitenti che non accettano le tasse inglesi e Comitati di Salute pubblica che vogliono imporre l’ordine a modo loro, il Governatore ha bisogno di qualcuno che tenga unito il paese, riesca a placare il risentimento dei coloni e garantisca la sicurezza del Re e della corona. L’unico problema è che Claire, sua moglie, è una viaggiatrice nel tempo, così come sua figlia Brianna e il genero Roger. E Brianna, che conosce il futuro, gli ricorda che il 18 aprile di tre anni dopo, nel 1775, la miccia della rivoluzione verrà accesa e dopo una lunga e sanguinosa guerra le colonie otterranno l’indipendenza, mentre quanti resteranno fedeli al Re verranno uccisi o esiliati. Due prospettive che non piacciono molto a James né alla sua famiglia…
“Il Tempo è molte cose che la gente attribuisce a Dio. C’è il concetto di preesistenza e di infinito. C’è il concetto di onnipotenza – perché niente può opporsi al tempo, no? Non possono farlo le montagne, né gli eserciti. E il Tempo, naturalmente, guarisce tutte le ferite. Date a qualunque cosa il Tempo sufficiente, ed essa si risolverà: le sofferenze cesseranno, le avversità verranno cancellate, le perdite diventeranno più sopportabili. Cenere alla cenere, polvere alla polvere. Ricorda, uomo, che sei polvere; e polvere ritornerai.
E, se il Tempo è in qualche modo affine a Dio, suppongo che la Memoria debba essere il Demonio.”
Queste poche righe del prologo sono quelle che possono meglio definire ciò che succede in questo libro. L’ansia per l’imminente guerra, il rapimento e le conseguenze subite da Claire, il dolore che ne consegue e la successiva consapevolezza che è accaduto, ma nonostante tutto si prova a relegarlo nei recessi della memoria, perché è la cura che il nostro animo e il nostro cervello ha insita in sé, per andare avanti, perché in fondo c’è di meglio che restare bloccati nella sofferenza, soprattutto quando ciò non accade per colpa nostra.
E’ chiaro che la nostra Diana non ci fa mancare i momenti esilaranti, come un’operazione di emorroidi, condita dai commenti dissacranti di Jamie, che ormai abbiamo imparato a conoscere e che ci mancherebbero, se non ci fossero; Brianna, con le sue invenzioni, con cui terrorizza un po’ tutti; imparare che la lingua francese è perfetta per le imprecazioni e le parolacce; venire a scoprire che una forma di BDSM esisteva nel ‘700 e tante altre piccole cose che ti rendono la lettura piacevole, come sempre.
In fondo, questo libro è un dipanarsi leggero e quasi tranquillo delle vicende dei Fraser, nel North Carolina, nonostante l’episodio di Claire ti faccia venire dentro una tale rabbia per essere fuori dalla storia e non poter aiutare. Una rabbia che viene espressa sotto forma di un Jamie in pieno assetto da guerriero highlander, degno dei suoi antenati vichinghi. Una scena veramente cruenta, dove scopri che non è solo il bellissimo scozzese che ci ha fatto innamorare tutte ma, anzi, se è possibile, lo ami ancora di più perché dimostra questo senso di possesso e amore verso la sua donna, che è stata oltraggiata. Anche Claire ne rimane scioccata, guardando suo marito trasformato in una macchina da guerra, restando inorridita e affascinata allo stesso tempo.
Inoltre Claire, durante questa sua prigionia, conosce una persona che la lascerà con molti dubbi e il desiderio di ritrovarla, per scoprire ancora di più.
C’è anche un bel passaggio in cui entri in contatto, ancora di più, con la profondità delle tradizioni e dell’onore dei guerrieri delle Highlands, quel sentimento che passa tra un guerriero e il suo laird, davvero toccante.
Roger trova la sua strada e Brianna ne è felice, concludendo il libro con un bel discorso tra padre e figlia che ti lascia un po’ di malinconia, ma non tristezza.
Un altro bellissimo capitolo di questa storia che si dipana tra passato e presente e che non ci lascia mai deluse, ma sempre con la voglia di leggere il successivo, nonostante gravi su tutto la guerra, ormai imminente.
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