Titolo: Nessuno può toglierti il sorriso
Autore: Valentina Pitzalis
Genere: Autobiografia
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 23 Aprile 2014
“Valentina Pitzalis è morta il 17 aprile 2011. Quel giorno mio marito mi ha cosparsa di cherosene e mi ha dato fuoco. Quel giorno la Valentina che ero sempre stata, la ragazza carina, piena di vita, prospettive e sogni per il futuro, è bruciata tra le fiamme di un inferno senza senso. Non so perché tutto questo sia successo proprio a me. Me lo sono chiesta tante, troppe volte in questi anni, così come mi sono ripetuta, ogni giorno, che lui non era un mostro, ma aveva fatto, questo sì, una cosa mostruosa. So per certo però che la persona che sono oggi è stata più forte di tutto e di tutti. Ho compreso che di fronte alle avversità, di fronte a tragedie come la mia la cosa che conta è trovare la forza di reagire. Ho scelto di reagire, ho scelto di vivere, ho scelto di cercare di essere un esempio per chi crede di non avere quella forza dentro di sé, perché io… la depressione non me la posso permettere, non più. Quello che, più di tutto, mi ha dato la forza di arrivare fin qui è stata la speranza di poter aiutare tutte le donne che vivono, magari ancora senza essersene rese veramente conto, situazioni di coppia come la mia. Sono felice di poter alzare una mano sola, sono felice di avere i miei occhi senza ciglia e sopracciglia, sono felice di avere le mie gambe coperte di cicatrici. Semplicemente, sinceramente, incredibilmente… ho trovato la forza per non smettere di sorridere e sono felice di vivere!”
Valentina Pitzalis è morta il 17 aprile 2011, quando suo marito l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco, morendo lui stesso nel rogo.
Solo che Valentina è risorta, come una fenice, dalle ceneri di quell’amore malato che di amore aveva ben poco ma sapeva solo di costrizione e morte, è rinata e, ora, è una nuova lei.
Nuova in tutto perché ha anche un corpo diverso: ha perso l’uso di un braccio e il suo bel viso ora è totalmente sfigurato, eppure non ha mai smesso di sorridere.
È questo il messaggio positivo del romanzo-confessione della Pitzalis: dall’odio si può rinascere e nessuno ti potrà mai spegnere la gioia e la forza di combattere.
Nel romanzo viene ripercorsa la storia d’amore con il marito, i suoi continui divieti, le sue recriminazioni, le sue regole imposte, fino a soffocare completamente la volontà e la libertà di Valentina.
Eppure lei ce l’aveva quasi fatta, aveva troncato quel rapporto da quasi un anno con la separazione… quella sera, però, Valentina lo incontra e finisce così tra le fiamme, chi sosteneva di amarla tenta di ucciderla, di farla sparire per sempre.
“O mia o di nessun altro”, questo il leitmotiv di uomini violenti che non hanno mai capito cosa sia l’amore e che usano il loro potere per allontanare le donne dalle famiglie e dalla società e renderle schiave dei loro giochi psicologici.
Valentina utilizza questa testimonianza diretta per raccontare qualcosa che possa essere utile soprattutto a quelle donne che sono, ora come ora, vittime di uomini violenti.
La sua voce si staglia imperiosa su queste storie per offrire un insegnamento, per offrire una via di fuga a donne bistrattate da chi dice loro di amarle.
In questo libro il lingaggio utilizzato è semplice e lo stile dell’autrice è poco riconoscibile ma quel che conta è il messaggio che arriva dritto come un pugno allo stomaco: il valore della libertà vince su tutto.
E anche il valore della rinascita è importantissimo perché dall’abisso si può sempre risalire e, magari, trovare davvero chi ci ama.
Questa biografia mi ha molto colpito perché sento molto vicine le storie delle donne vittime di femminicidio, seguo sempre questi drammi con immensa compassione e anche paura.
Paura di divenire anche io vittima un giorno, angoscia di non saper riconoscere i campanelli di allarme. Questi romanzi, però, servono proprio a questo: ad aiutare noi donne a capire subito chi ci troviamo di fronte e a comprendere cosa davvero meritiamo, ossia un amore senza catene, figlio della libertà.