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Recensione: “Lord Pirata” (I Romanzi Oro) di Sabrina Jeffries

 

Titolo:Lord Pirata
Autore:Sabrina Jeffries
Editore:Mondadori
Genere:Romance Storico
Collana:I Romanzi Oro
Pagine: n°344

Data di pubblicazione: il 2 Gennaio 2021

 

Quando Sara Willis si imbarca su una nave di detenute dirette in Australia, con l’intenzione di aiutare quelle poverette, non si aspetta di essere catturata dai pirati. Stanchi di razzie e di navigare per l’oceano, il capitano Gideon Horn e i suoi uomini vogliono ritirarsi sulla loro isola e sistemarsi. Così quelle donne arrivano a proposito. E le carcerate non possono che essere grate a quei predoni, che le sottraggono alla dura vita che le sta aspettando. Ma Gideon non ha fatto i conti con la bella e fiera Sara e con le sue bizzarre pretese. Tuttavia, quando il piccante scontro di volontà avrà acceso la passione tra loro, Sara non ricorderà nemmeno più per cosa stia battagliando con il seducente capitano…

 

Care fenici, Lord Pirata è un romanzo tratto da un fatto storico realmente accaduto nel 1812, di cui l’autrice, Sabrina Jeffries, fa un piccolo accenno alla fine del libro.

La trama è molto romanzata e le situazioni menzionate sono alquanto poco probabili, inoltre non aspettatevi riferimenti storici durante la lettura o date insidiose che possano distogliere l’attenzione del lettore.

La lettura è molto scorrevole e non vi sono scene violente o un linguaggio scurrile nonostante il ceto sociale dei protagonisti, composto da un manipolo di pirati e di detenute.

Lady Sara Willis è una riformatrice sfegatata, che fa parte del Comitato delle signore e che si batte per i diritti dei più sventurati.

L’unico parente in vita, che può contrastare la sua natura e tenerla un po’ a freno, è il Conte di Blackmore, suo fratellastro non consanguineo, che stravede per lei. È un uomo che incute timore, ma quando si tratta della sorella cede molto facilmente e, per come si mettono i fatti, sembra proprio che non abbia alcuna autorità.

La ragazza, giovane, nubile e senza chaperon si ritrova sulla nave Castità in rotta da Londra per il Nuovo Galles del sud (Australia). Il compito di Sara è quello di supervisionare sul trattamento che viene riservato alle detenute deportate dal carcere di Newgate e ai loro bambini, oltre che dispensare loro un po’ di cultura.

Il capitano Jideon Horn, notoriamente conosciuto come Lord Pirata, si imbatte nella loro nave nel momento in cui decide di ritirarsi dalle scorrerie in mare e mettere la testa a posto con tutta la ciurma.

L’intento è quello di rifugiarsi in un’isola paradisiaca che non si trova sulle rotte geografiche, dal nome Atlantide, e portarci delle donne da poter sposare.

Se avete fatto bene i conti potete immaginare cosa succede. Intrigante la storia, un po’ meno la credibilità della vicenda nell’insieme. Benché la trama sia romanzata, l’ho trovata un po’ troppo perbenista, più che un manipolo di Pirati mi sembrano degli scolaretti in calore. Lei è alquanto presuntuosa e bigotta, quindi la donzella è un manico di scopa che si lascia andare molto difficilmente.

Lui è più convincente e affascinante, il Pirata gentiluomo odia la nobiltà inglese e tutto ciò che è snob e con calma si capisce il perché.

L’attrazione fra i due è a fuoco lento ma con delle fasi scoppiettanti che purtroppo sono il tira e molla della Lady, che ahimè, ha il coltello dalla parte del manico e alla fine sembra comandare la nave a bacchetta.

Nell’insieme la lettura è gradevole, sia per le dinamiche, sia per l’aspettativa che si crea su varie situazioni, anche marginali, che riguardano i protagonisti secondari.

Vi consiglio la lettura per distrarvi spensieratamente.

 

 

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Emanuela

Emanuela

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