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Recensione: Lo Squartatore – Miniserie

Lo Squartatore (titolo originale The Ripper) è una miniserie di produzione Netflix che ci racconta la vita di uno dei più efferati serial killer britannici. Ce ne parla Dory.

The Ripper

Progetto grafico a cura di Francesca Poggi

Lo Squartatore è una miniserie che racconta, con dovizia di particolari e una ricerca documentaria mirabile, le vicende che a partire dagli ultimi anni ‘70 hanno portato all’arresto di Peter Sutcliffe, uno dei più efferati serial killer britannici.

Gli eventi in questione iniziano nel 1975 nella zona del West Yorkshire, dove l’omicida denominato The Ripper, inizia la sua carriera criminale. In un primo momento sembra che ce l’abbia particolarmente con le prostitute in quanto le prime vittime sono tutte donne di strada; eppure, con il passare del tempo, anche la polizia dovrà rendersi conto che la scelta dell’assassino è indiscriminata e colpisce tutte le donne che escono sole, arrivando a ucciderne tredici e ad aggredirne altre sette.

Lo Squartatore

Mi è piaciuto moltissimo respirare l’ambiente e il fervore politico e sociale della fine degli anni ‘70, con le proteste delle femministe che incolpavano gli uomini al potere del regime coercitivo al quale erano sottoposte; a mio parere questa miniserie ti fa proprio entrare nel clima agitato di quegli anni e anche nel periodo di terrore vissuto da tutti per colpa dello Squartatore.

Lo Squartatore

La docu-serie è molto approfondita e racconta nei dettagli cosa successe e come si risolse la caccia all’omicida britannico. All’inizio degli anni ’80, infatti, per pura casualità, due poliziotti, effettuando un controllo su un’auto, scoprirono che la targa non corrispondeva; portarono colui che guidava il veicolo in centrale e, dopo un interrogatorio, trovarono Sutcliffe, il serial killer più ricercato d’Inghilterra.

La storia è narrata proprio dalla voce dei protagonisti: i parenti delle vittime, i poliziotti, i giornalisti, anche se devo ammettere che avrei dato più spazio all’assassino, riportando maggiori testimonianze dopo la sua cattura e dalla sua vera voce.

Probabilmente, per mantenere alta la suspense, le puntate sono un po’ sproporzionate, in quanto si parla moltissimo delle indagini mentre solo un episodio è dedicato al periodo del processo.

Mi sarebbe invece piaciuto che si fosse dato maggiore spazio alle parole del killer, anche per capire come mai avesse commesso questi terribili delitti,  o se fosse realmente incapace di intendere di volere.

Inoltre, altra cosa che mi ha colpito negativamente, al termine della miniserie non si viene informati del destino del serial killer: non sappiamo, quindi, se sia ancora in galera oppure se sia stato liberato.

Sarebbe sicuramente stato più interessante avere una testimonianza anche di Sutcliffe che, invece, non viene nemmeno mai inquadrato dai filmati d’epoca.

Nel complesso, però, devo dire che dietro a questa serie si nota moltissimo la ricerca delle fonti e della documentazione a posteriori che hanno svolto gli autori: l’obiettivo di creare un documentario serio e importante su un periodo “nero” della storia della cronaca britannica è perfettamente riuscito.

La serie non annoia mai anzi, ammetto che l’ho proprio vista velocemente, molto curiosa di vedere come finisse la caccia all’uomo che spaventò così tanto il nord dell’Inghilterra.

Consiglio la visione di questa miniserie a tutti gli appassionati di cronaca nera come me che vogliano anche scoprire qualcosa di inedito in merito ai crimini seriali più efferati, dalla voce reale delle persone che, quei fatti, li hanno vissuti.

 

Qui il trailer de Lo Squartatore

 

 

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StaffRFS

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