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Recensione: “Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!” di Giulia De Lellis e Stella Pulpo

“Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza” è il libro di Giulia De Lellis, primo in classifica e campione di incassi. Scopriamo cosa ne pensa la nostra Cristiana nella sua recensione

Rischiando di essere insultata, ammetto di non sapere chi fosse Giulia de Lellis prima di questo libro. A dirla tutta, è stato il titolo a stuzzicare la mia curiosità… il fatto che mi abbia strappato un sorriso l’ho considerato un inizio promettente.
Fa notizia il fatto che, dal suo lancio, risulti essere al primo posto nella classifica generale dei libri più venduti in Italia. Per quale motivo tanto interesse? Non certo per il tema (che è vecchio come il mondo) quanto per la forma con cui viene affrontato l’argomento: un vero e proprio diario del tradimento vissuto dalla scrittrice. Non una storia di fantasia. E neppure un saggio psicologico che abbia la pretesa di insegnare cosa fare. Perché parliamoci chiaro, pontificare su cosa faremmo in una simile circostanza è decisamente diverso dal doverla affrontare davvero.
Il racconto inizia con la scoperta del tradimento e con Giulia viviamo tutti i passaggi tipici di questo trauma: l’iniziale incredulità che fa credere che ci possa ancora essere una spiegazione logica in grado di giustificare delle prove inconfutabili, il crudele autolesionismo che spinge a cercare maggiori dettagli e gli infiniti Perché? pensati, sussurrati o gridati. Un’unica parola che riassume il profondo bisogno di comprendere la motivazione di quel gesto, con la speranza che la risposta possa rendere la rabbia, la paura e la delusione un po’ meno intense.

Arriva quindi il dolore, quello che ti spezza il cuore pensando alle promesse non mantenute, all’amore infangato, i sogni infranti e all’umiliazione.
Famiglia e amici sono gli unici punti fermi di un’esistenza che in un attimo non si riconosce più, sono boe che aiutano a rimanere a galla in un momento in cui la vita appare come un mare in tempesta.
E la rabbia, un fuoco che brucia dentro e che divora ogni cosa. Il perenne desiderio di gridare, picchiare e distruggere. Il desiderio di vendetta. E l’assoluta consapevolezza di avere definitivamente perso una parte preziosa di sé, quell’ingenuità che non farà mai più ritorno.
La guarigione purtroppo necessita dei propri tempi e soprattutto di alcuni passaggi obbligatori. Primo fra tutti, l’accettazione di un passato che non si può cambiare ma dal quale si può imparare diventando persone migliori. E poi il perdono, non del fedifrago certo (quello lo lasciamo a Madre Teresa!), ma di noi stesse, accettando di non essere perfette e soprattutto concedendoci la possibilità di dare e ricevere ancora amore.
È un libro veloce che si legge facilmente. Non credo che vincerà il Premio Strega, ma ha il pregio di sdoganare alcuni luoghi comuni. Purtroppo l’amore non si spegne come si fa con una lampadina e questo rende davvero difficile prendere decisioni che solo nella teoria sono semplici. Non ci sono reazioni giuste o sbagliate e nessuno mai dovrebbe arrogarsi il diritto di giudicare.

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