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Recensione: “L’anima dell’acqua” di Giulia Calligola – Serie Dei della Nuova Era

Titolo: L’Anima dell’Acqua

Autore: Giulia Calligola

Serie: Dei della nuova Era

Editore: Self Publishing

Genere: Romance Fantasy

Data di pubblicazione: 21 Febbraio 2021

 

Medioevo, a cavallo dell’anno 1000. Leuce è una giovane ninfa oceanina, pudica e timida, in accordo con le virtù femminili della sua epoca. Così come le impongono le tradizioni, è convinta che tutta la sua vita sia già stata scritta, che il suo unico scopo sia quello di sposarsi ed essere una buona moglie. Almeno fino a che non rimane bloccata negli Inferi e tutto il suo mondo si capovolge: non più moglie ma concubina, per obbligo, di un Dio oscuro che teme e crede di detestare.
Ma la realtà è che, nell’oltremondo, i costumi mortali e le tradizioni non hanno mai attecchito del tutto. E il re, in fondo, non è così spietato.
Ora Leuce può studiare, imparare, farsi domande e ricevere risposte. E trovare le sue vere vocazioni.

SPIN-OFF DE “IL GIUDIZIO DI PERSEFONE
Questa è una novella spin-off autoconclusiva che affronta le tematiche dell’emancipazione femminile e dell’accesso allo studio per le donne. Si ricollega al romanzo principale “Il Giudizio di Persefone”, del quale si consiglia la preventiva lettura. Età consigliata: 16+

 

Mie care Fenici, il libro di oggi ci porta al tempo del mito, tra gli dei greci, le ninfe e le tragiche e meravigliose storie d’amore degli antichi Titani, Poseidone, Ade e Zeus. Questa storia in particolare ci parla di Ade, ai tempi in cui ancora non si era congiunto a Persefone, e di Leuce una ninfa oceanina.

Durante una riunione di famiglia nell’oltretomba, Poseidone dona ad Ade come regalo di commiato una delle sue figlie. La piccola è spaventata e atterrita dal dio dei morti, sa che la sua vita lì come etere sarà molto diversa dal futuro matrimoniale che aveva pensato per sé. Le cose però spesso non sono come sembrano e Miriam, l’etere che già è al servizio della divinità, le mostra la via da percorrere per essere felice e servire al meglio il suo nuovo signore. Ade non voleva accettare il dono fuori luogo di suo fratello, la bambina rimasta con lui è impaurita e affranta; le manca tutto, la famiglia, gli amici, il suo mare. Con il tempo però, i due capiscono di essere fin troppo simili e con l’aiuto di Miriam imparano ad amarsi e ammirarsi. Per lei fa costruire delle terme, le insegna il sapere, facendone una guida per tutte le donne dell’oltretomba. Ma le ninfe oceanine sono mortali e il baratro che Ade sente dentro di sé, lo accompagnerà fino alla fine dell’eternità.

Che pena è stata leggere della povera ninfa abbandonata con tanta leggerezza, come se fosse nulla, dal suo stesso padre. La situazione rispecchiava la sufficienza con la quale venivano trattate le creature mortali nella mitologia greca. Ade invece, mi ha piacevolmente stupito. Sensibile, pragmatico e lungimirante, è stato per la creatura, amico, padre, compagno, amante e insegnante. Posso dire con certezza che la piccola è stata meglio con lui che a casa sua, dove una donna non poteva né parlare, né ridere, né imparare a leggere, scrivere, o fare di conto. Leuce è figlia dei suoi tempi e la realtà di allora era questa. Miriam invece è una donna distrutta dalla vita. Venduta da bambina è stata violentata e seviziata senza remore, imparando da subito le atrocità che una donna deve abbassarsi a subire pur di sopravvivere. Quando Ade la conosce è adirato perché una mortale era stata condotta da lui troppo presto, ma dopo poco tempo si abitua a lei, tenendola al suo fianco. Con l’etere si confronta e trova ristoro nel suo carattere indomito e caparbio. Non si sente più solo finalmente e con l’arrivo di Leuce le sue giornate sono finalmente piene, non solo dei lamenti delle anime, ma anche della gioia di un ambiente domestico. Una felicità velata da malinconia però, consapevole della loro mortalità. Per lui, infatti, loro saranno le ultime, incapace di soffrire ancora per la perdita di persone amate.

Adoro questa descrizione del Signore dell’oltretomba, non certo il personaggio negativo sempre descritto, solo perché legato alla dipartita finale. Lui è un essere sensibile, che si preoccupa della sua gente e si adopera per garantire il meglio a chi si occupa della sua cura quotidiana.

Insomma, una storia di donne intrepide e di come un dio solitario ha saputo renderle uniche.

 

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