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Recensione: “L’angelo di vetro” di Corina Bomann

Care Fenici, oggi Mumù ci parla di “L’angelo di vetro” di Corina Bomann

È un freddo dicembre del 1895 nel piccolo villaggio di Spiegelberg, ai margini della Foresta sveva, e la giovane Anna spera che l’arrivo del Natale le permetta di vendere le sue meravigliose creazioni di vetro soffiato: angioletti, fiori, animali e cristalli di ghiaccio in ogni sfumatura di colore. Dopo la morte del padre, mastro vetraio, che le ha insegnato tutti i trucchi della sua arte, Anna è costretta a farsi carico della madre malata e della sorella minore, lavorando per un misero salario nel laboratorio del vecchio Philipps e di suo figlio Wenzel. Quando un giorno il ragazzo le chiede di sposarlo, Anna si sente di fronte a un bivio: potrebbe essere la via di uscita da una vita di stenti, eppure, nonostante l’amicizia che la lega a Wenzel, qualcosa dentro di lei si ribella. Il suo sogno è sempre stato viaggiare in paesi lontani e solo l’idea di un’esistenza tranquilla e ritirata le toglie il fiato. Finché una notte uno sconosciuto dagli occhi grigi come le nubi cariche di neve bussa alla sua porta consegnandole una busta chiusa da un sigillo di ceralacca. Una lettera che arriva dall’altra parte del mare e che sta per dischiuderle un mondo da fiaba: al fianco del giovane messaggero, Anna intraprenderà un lungo viaggio che la porterà fino a Londra, alla corte della regina Vittoria, per decorare con le sue raffinate figure di vetro l’abete della famiglia reale. Ma sarà davvero più vicina alla realizzazione di tutti i suoi sogni?

Mie care lettrici, se è vero che, come dice John Snow della casa Stark, l’inverno sta arrivando, ma voi non siete Daenerys Targarian e non possedete alcun drago, allora non vi resta che un solo modo per affrontarlo: prendete una bella, morbida e calda coperta, distendetevi comode su un bel divano, munitevi di cioccolata calda e leggete questo tenero libro dal sapore natalizio! Et voilà, siete pronte per fronteggiare anche il più gelido degli inverni. Proprio come Anna, la protagonista di questo romanzo, che per realizzare il suo sogno è pronta a sfidare il freddo inverno per giungere, nientemeno che, al cospetto della regina Vittoria.

Durante il periodo natalizio le viene infatti affidato il compito di mostrare i suoi angioletti a sua altezza, ma essendo una fiera sostenitrice del club #maiunagioia, non riesce a capacitarsi della sua fortuna. È tormentata da mille dubbi: lasciare la madre malata e la sorella minore per provare a dare una svolta alla sua, e alla loro, vita oppure rimanere a lavorare nell’officina locale, sposando il figlio del padrone, assicurandosi così un futuro tranquillo, mettendo da parte le proprie ambizioni? Ma se è pur vero che ‘chi lascia la via vecchia per la nuova, guai trova’, è altrettanto vero che ‘chi non risica non rosica’ quindi, rapita dai misteriosi e intriganti occhi grigi del proprio accompagnatore, decide di mollare tutto e partire alla volta di Londra.

«Hai ricevuto la lettera di una regina, Anna. Vuole comprare i tuoi angioletti e probabilmente potresti guadagnare abbastanza per comprare medicine migliori alla mamma. E tu vuoi rimanere qui!»

Le sue parole mi mozzarono il fiato e mi lasciai cadere sulla sedia della cucina. «Credo che dovresti farlo» insistette. «Vai dalla regina, Anna, e forse così potrai cambiare il nostro destino.»

«E se invece perdessimo tutto? Per di più starei lontana a lungo, e tu non puoi prenderti cura della mamma da sola.»

«Ce la posso fare!» Adesso era la sua mano a coprire la mia. «Se viene il messaggero digli che partirai con lui. Promettimi che glielo dirai.»

Sapevo che avrei dovuto farlo, ma la preoccupazione per mamma era più forte.

Quello che mi ha maggiormente colpito di questo romanzo è stato proprio il viaggio intrapreso. Solitamente i romanzi di uno stesso genere tendono a seguire lo stesso filo conduttore, seppur con delle varianti, invece in questo caso specifico non sapevo veramente cosa aspettarmi. I colpi di scena si susseguivano di pagina in pagina, una trama veramente molto coinvolgente. Anna si è rivelata una ragazza caparbia, pronta a rialzarsi ad ogni caduta; lontana dallo stereotipo donna-regina del focolare è abituata sin da piccola al lavoro e alla fatica, e con la dipartita dell’adorato padre, anche a prendere in mano le redini della famiglia, rimboccandosi le maniche piuttosto che piangersi addosso. A farle compagnia in questo viaggio avventuroso c’è J.E., giovane servitore di Lord S. Di lui vi dirò che…no, non vi dirò proprio nulla, non per tenervi celate le mille virtù di questo giovane cavaliere, ma proprio perché non c’è nulla da dire. Lo vediamo solo attraverso gli occhi di M. Ricordiamo che il romanzo viene raccontato in prima persona, ma è un personaggio, mi duole dirlo, lasciato al margine, una personalità non sviluppata, sembra messo lì quasi a dare un finale romantico alla storia.

Ma, nonostante ciò, il romanzo sarà in grado di allietare il vostro spirito in prossimità delle feste: non vi nascondo, infatti, che una volta terminato, a me è venuta una gran voglia di tirar fuori l’albero e le decorazioni!

 

 

 

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