♦ Traduzione a cura di Barbara Cinelli * Triskell Translation Service
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Hanno avuto solo una notte da passare insieme, un interludio rubato alle Olimpiadi del 1936. Dopo che Mark Driscoll ha sfidato Armin Truchsess von Kardenberg a un incontro amichevole di scherma, i due non sono riusciti a resistersi. Anche se provenienti da mondi diversi – un ragazzo di campagna dell’Iowa e un tedesco aristocratico – si sono sentiti immediatamente attratti l’uno dall’altro, ed è stato un incontro che nessuno dei due ha dimenticato.
Ora è il 1944, e un aereo che si schianta in territorio ostile li fa ritrovare, ma alle parti opposte in una Guerra che pare infinita. Affrontarsi come avversari è un conto. Come nemici, invece, è tutta un’altra cosa. E a peggiorare ulteriormente la situazione è il fatto che Mark è un prigioniero di guerra, tenuto in un freddo, lontano castello in Germania… in un campo gestito da Armin.
Non sono più i giovani atleti che erano in passato. La Guerra si è presa mogli, arti, amici, lasciando entrambi prematuramente ingrigiti, traumatizzati e malconci. Il legame che avevano ai tempi è ancora vivo, però, e dal momento in cui Mark arriva, riprendono la schermaglia: avanzare, ritirarsi, testare la difesa.
È stata data loro una seconda opportunità? O il tempo e la brutalità della guerra li hanno irrimediabilmente spezzati?
Qualcuno ha detto: “Se incontri l’Amore della tua vita nel momento sbagliato e non sei pronto son cavoli amari” (non era proprio così, i cavoli non erano cavoli, ma altro, ma il senso è questo). Sono rimasta molto colpita da questa frase, perché la trovo molto vera. Non è detto si possa essere sempre in grado di riconoscere immediatamente la persona che abbiamo di fronte come quella che potrebbe cambiare per sempre la nostra vita. Per tanti motivi potrebbe sfuggire via prima che uno se ne renda conto e non è detto che si possa poi avere una seconda possibilità con lui o lei.
Ad Armin e Mark è successo proprio questo: si sono conosciuti nell’attimo sbagliato, certo tra loro è scoccata una scintilla, ma le circostanze del loro incontro li ha portati solo a cogliere quell’attimo e vivere insieme una bella e rapida avventura, per poi separarsi e continuare a vivere le loro vite seguendo binari diversi.
Il momento in cui si sono incontrati è davvero molto particolare: le Olimpiadi di Berlino del 1936, a ridosso dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Armin è un giovane aristocratico tedesco, un campione di scherma che ha perso la possibilità di partecipare ai giochi olimpici, non per le sue pecche come schermidore, ma per motivi politici, per aver rifiutato di entrare a far parte della Gestapo. È un giovane aristocratico, irriverente, sicuro di sé, che ha percepito nell’aria la tensione e la pericolosità del cambiamento che sta avvenendo nel suo Paese.
Si è accorto che non è in corso una caccia alle streghe, ma una caccia mirata verso alcune categorie di persone ben precise, tra cui gli omosessuali come lui, e questo lo spinge a essere ancora più cauto e attento nelle sue mosse.
Ho sempre adorato la scherma, è uno sport nobile, ma anche una vera e propria arte, qualcosa che lascia il segno nel tuo modo di vivere. Ti insegna la disciplina, a studiare l’avversario, a leggere attraverso i suoi comportamenti per anticiparlo o parare i suoi colpi per poi attaccare e andare a segno.
Armin è un maestro in tutto questo, gli piace studiare le persone e le loro reazioni per essere sempre pronto e preparato ad avere il controllo delle situazioni.
Mark, invece, al suo arrivo a Berlino è un giovane americano giunto con l’obiettivo di partecipare alle Olimpiadi per rappresentare gli Stati Uniti, insieme ai suoi compagni, ed è ancora un ragazzo abbastanza ingenuo e istintivo, e questa è proprio una delle cose che piace di più ad Armin.
Le loro vite si separano, vanno avanti, ma entrambi hanno sempre nella testa e nel cuore il ricordo e il rimpianto di cosa sarebbe potuto succedere se avessero fatto una scelta diversa.
Arriva poi la guerra a spazzare via tutto, a cambiarli profondamente e a dare loro però, allo stesso tempo, la possibilità di rivedersi, pur nelle condizioni peggiori di quel momento, come due nemici che hanno combattuto la guerra su due fronti diversi, ma che sono allo stesso punto: sfiniti, svuotati e quasi distrutti.
Mark e i suoi compagni di armi vengono fatti prigionieri e portati in un campo di prigionia per soldati, dove Armin è l’ufficiale tedesco al comando.
Sarebbe stato così facile per loro due odiarsi dopo tutto quello che hanno passato, sarebbe stato facile vedere nell’altro solo il nemico e invece ancora una volta si osservano, si studiano e scoprono che sono ancora solo Mark e Armin, nonostante tutto, e sono anche l’ancora di salvezza l’uno dell’altro.
“Lame spezzate” è una storia meravigliosa da leggere, toccante come sanno esserlo quelle storie d’amore che vengono vissute in situazioni estreme, in cui ogni parola detta e ogni gesto deve essere misurato e controllato anche se il cuore ti dice di fare l’esatto contrario.
Quando Armin e Mark sono insieme l’intensità dei loro sentimenti e l’amore che li lega è di una bellezza da mozzare il fiato.
Armin mi è entrato nel cuore non solo per il suo rapporto con Mark, ma anche per la sua umanità e integrità come uomo: è disposto a correre ogni rischio pur di mantenere i suoi principi e gestire il suo campo di prigionia garantendo a tutti il diritto di mantenere la propria dignità. Una battaglia che combatte stoicamente anche contro i suoi stessi uomini, nonostante per farlo debba nascondere alcune sue fragilità.
E Mark è assolutamente fantastico con Armin per il suo coraggio di amarlo, di volerlo proteggere e per la sua volontà nel non voler rinunciare a lui.
La cosa straordinaria in questo romanzo è che, non solo si rimane coinvolti dalla storia dei due protagonisti principali, ma anche dall’atmosfera che si vive durante tutto il racconto, il clima che gli autori hanno saputo ricreare. Un’atmosfera in grado di trasmettere l’inquietudine presente nell’aria prima dello scoppio della guerra, per poi trovarsi davanti a tutte le sensazioni provate dai compagni di Mark, la sofferenza e il cambiamento che ha provocato in loro il conflitto e tutto quello che hanno dovuto passare.
Tutto viene raccontato in modo molto reale, attento, ma con una delicatezza che dimostra la bravura degli autori nell’affrontare situazioni così complesse e intricate senza renderle pesanti.
Mi è piaciuto molto anche il modo in cui è scritto il romanzo: sobrio, diretto, senza fronzoli, una scelta perfetta che rende ancora più d’impatto la lettura di questa storia stupenda, in cui anche l’ottima traduzione fa la sua parte.
Un libro che vi consiglio assolutamente di leggere, perché sono sicura che riuscirà a colpirvi nel profondo.
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