Titolo: La sposa di Ghiaccio ( Vol. 2 delle Figlie Guerriere di Rivenloch)
Autrice: Glynnis Campbell
Serie: Le figlie Guerriere di Rivenloch
Genere: Romanzo Storico
Editore: Self
Pagine: 369
Data di pubblicazione: 6 aprile 2021
Una Sposa di Fuoco… Una Sposa di Ghiaccio… Una Sposa di Nebbia… Nate nel clan guerriero di Rivenloch, Jenefer, Hallidis e Feiyan, tre impavide e fiere ragazze scozzesi, sono pronte ad affrontare il mondo, fino a quando focosi eroi non giungono a sfidare le vivaci spose, abbattendo le loro difese e conquistando i loro cuori con la forza dell’amore.
Una deliziosa guerriera con il ghiaccio nelle vene prende in ostaggio un highlander per riscattare le sue parenti, ignara di aver invitato un audace campione nella sua fortezza: un uomo che ha intenzione di conquistare il suo rispetto, ammaliare il suo clan e sciogliere il suo cuore.
Il destino della fredda e autoritaria fanciulla guerriera Hallidis Cameliard è sempre stato chiaro: un marito deciso dal Re e, prima o poi, il comando di Rivenloch. Di conseguenza, quando le sue cugine vengono catturate da un laird highlander, Hallie assume il controllo della situazione, imprigionando il braccio destro del laird per usarlo come merce di scambio. Il prigioniero Colban an Curaidh sa che il suo clan non può permettersi di fare la guerra, per cui conta sul proprio onore per mantenere la pace, ammaliare il clan di Hallie e scioglierle il cuore. Ma quando Colban le offre qualcosa di più, il fato sottrae a Hallie l’unica occasione di amare e solo il gesto disperato di un campione senza nulla da perdere può dare alla coppia la felicità che merita.
Nel secondo capitolo della serie Le figlie guerriere di Rivenloch, Glynnis Campbell decide di raccontare le avventure di un’altra ragazza guerriera: Hallidis, la cugina di Jenefer (a cui ha dedicato il primo tomo).
La storia inizia e si sviluppa in parallelo con gli eventi narrati ne La sposa di fuoco per grande parte del tempo. Siamo sempre nell’Inghilterra del 1155 a seguire le faccende di Hallidis Cameliard nota come Hallidis di Rivenloch, l’erede assegnata e futura laird e Colban an Curaidah, mano destra di Morgan Mor mac Giric e, come lui, fiero highlander. Le faccende dei due sono piene di avventura e prendono sviluppi inaspettati, i personaggi sono strutturati, ben integrati nella storia, degni rappresentanti del Medioevo.
Nel momento in cui Hallie prova andarsene da Creagor, lasciando le sue cugine ancora prigioniere di Morgan, Colban decide di lasciarla uscire ma la segue per capire le sue intenzioni. Entrambi hanno uno scopo comune: difendere i rispettivi clan di provenienza. La situazione si capovolge all’improvviso e Colban si ritrova prigioniero a Rivenloch. La loro storia d’amore ha dei ritmi comunque veloci dettati dall’attrazione fra i due che è istantanea. È rallentata solo dal senso del dovere di lei e dalla sensazione di inadeguatezza di lui. Colban ha solo se stesso da offrire, il suo onore, la sua spada. Come dice il suo nome, lui è un campione e si comporta come tale.
Non mi soffermo sulla descrizione fisica dei due protagonisti, pensate solo che lei è una degna erede dei vichinghi e lui degli highlander, lascio, comunque, vagare la vostra immaginazione. La parte che, secondo me, ha più importanza è la descrizione caratteriale dei due. Hallie è stata cresciuta per diventare laird, è autoritaria, giusta, responsabile, con senso del dovere, assennata.
Conosceva i protocolli in caso di attacco inglese.
Conosceva il modo per dirimere le controversie riguardo alla proprietà privata.
Conosceva i criteri per assumere e licenziare domestiche e sguatteri.
Conosceva il modo giusto per acquistare le merci. Per ispirare e cavalieri in battaglia. Per organizzare banchetti.
Conosceva i sistemi di utilizzare per mettere in riga i contadini pigri, pecore ammalate e mogli infedeli.
Era in grado di affrontare ladri, medicanti, suore, ladri di bestiame, prostitute, assassini, ospiti inaspettati e – fino a non molto prima – lupi.
Ma quell’ostaggio aveva infranto un anello nella maglia di ferro perfetta che era il suo comando.
Le azioni dell’uomo differivano completamente da ciò che le era stato insegnato di aspettarsi.
Egli non aveva alcun lignaggio, ma possedeva le qualità di un nobile.
Non aveva alcuna educazione, ma era astuto e intelligente.
È possedeva più onore che buonsenso.
La sua imprevedibilità lo rendeva una minaccia, soprattutto visto che la prima regola della guerra era che bisognava conoscere il nemico.” (Tratto dal libro)
Questa citazione secondo me rispecchia lo spirito del libro e della loro relazione.
Due dei personaggi secondari che mi sono piaciuti di più sono i fratelli di Hallie: il piccolo Ian e Isabel, la sorella impicciona. Sono il sale e il pepe della storia. Il romanticismo e la genialità sono le due caratteristiche dei fratelli e incidono sulla storia.
Come nel primo volume, anche in questo succedono così tante cose, e il ritmo è così incalzante che si tratta di una bella lettura. Ho concluso la recensione de La Sposa di fuoco usando il motto della Casatta di Rivenloch, che mi sembrava molto azzeccato e consono alla storia. Stavolta è la stessa autrice che conclude il libro utilizzandolo, quindi per rimanere fedele finisco anche io dicendo che in questa storia:
Amor vincit omnia.