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Recensione: “La Profezia Perduta del Faraone Nero” Di Fabio Delizzos

 

Titolo: La profezia perduta del Faraone Nero
Autore:Fabio Delizzos
Editore:Newton Compton Editori
Genere:Thriller Storico

 

Un grande thriller storico
Quale segreto è sepolto nel deserto?

Torino, 1799.
Una serie di efferati omicidi, ap­parentemente legati agli ambienti esoterici e a una misteriosa loggia massonica, sta terrorizzando la cit­tà sabauda, occupata dagli austria­ci. Sui crimini indaga un professore di filosofia, Eugenio Caffarel, ri­trovatosi suo malgrado a lavorare come poliziotto, proprio a causa degli sconvolgimenti provocati dalle guerre.
Il Cairo, Egitto.
All’ombra delle piramidi, pochi giorni dopo la scoperta della stele di Rosetta, un altro antico segreto riaffiora dalle sabbie del deserto. Un segreto che fa gola a molti e che lo scrittore Conon de Solis, giovane ufficiale dell’esercito napoleonico ed esperto di Antico Egitto, è chia­mato a svelare a qualunque costo.
Quale oscuro mistero nasconde la città di Torino? Quale segreto è se­polto sotto le sabbie del deserto egi­ziano? Eugenio Caffarel e Conon de Solis dovranno fare affidamento su tutte le loro conoscenze e mette­re a rischio la propria vita, per riu­scire a scoprirlo. Perché qualcosa di inaudito e terribile è riemerso dalle profondità del tempo…

 

 

Mie care Fenici, sono lieta di avervi di nuovo qui, per discutere insieme di una lettura veramente di qualità: un romanzo storico, un giallo, un noir condito di spy-story; una storia entusiasmante e piena di mistero.

Siamo a cavallo fra ‘700 e ‘800 e la dominazione di Napoleone in Italia ha lasciato il posto al dispotismo austriaco. A Torino, la società borghese asburgica detta le sue leggi, influenzando i torinesi d’alto rango. A prendere piede, in un modo o nell’altro, sono le società massoniche, soprattutto legate alla cultura dell’antico Egitto. Siamo nell’epoca del Grand Tour e della ribalta dell’arte classica e dell’archeologia. Napoleone Bonaparte, non solo militare, politico e uomo di potere, ma anche amante della cultura, in particolare egiziana, sovvenziona diversi scavi, sprecando tempo e risorse umane alla ricerca di miti e sogni. Ed è là, tra le sabbie del deserto e le acque del Nilo, che ha origine la nostra vicenda. Caffarel è un professore universitario di filosofia. Durante la dominazione francese si vede privare dell’affetto della moglie e delle due figlie, seviziate in modo cruento e uccise. Da allora la sua vita non è più la stessa: rifugge la vita normale legandosi ai partigiani, finendo per collaborare con gli austriaci. A quel punto, essere umano vinto dalla vita e dal dolore, passa le sue giornate a risolvere casi criminali come nuovo commissario a Torino, annegando i suoi pensieri nell’oppio.
Diversi casi, di complicata risoluzione, tormentano le sue notti. Alcuni individui sono stati trovati uccisi, decapitati e smembrati in maniera curiosa, secondo un fantomatico rituale egizio. Che collegamento c’è tra le vittime? Sarà l’ufficiale francese Conon, in missione a Torino per conto di Napoleone, ad aiutarlo a fare luce sul caso, stringendo suo malgrado una solida amicizia con quest’uomo dalla mente distrutta. Ma la verità è nascosta molto bene e li porterà ad aprire porte che celano misteri al di là della loro comprensione.

La trama è veramente molto complessa: in essa si sposano elementi differenti che sublimano lo stile del romanzo. Pittoresco lo scorcio della Torino dell’epoca tra intrighi, nobildonne e vezzi nobiliari. Un giallo ben orchestrato e costruito con dovizia e maestria. La difficoltà dell’autore è sicuramente stata quella di raccontare di una società egizia con le nozioni moderne, facendo riferimento a una situazione vigente due secoli fa. Tangibili i numerosi studi fatti per arrivare alla costruzione della trama, che, nonostante il carico complesso di eventi, riesce a mantenere una sua fluidità. Non manca ovviamente il lato romance, che tra omicidi, battaglie, intrighi e miti antichi rielaborati, dà quella verve in più a un romanzo, comunque, già importante. Ma sono i sentimenti di Caffarel di tenerezza e di rimpianto a intenerirti e a spezzarti il cuore. Un dolore sordo e continuo legato al ricordo di sua moglie e delle sue figlie, un’intensa agonia che lui riesce a sedare solo grazie all’oppio, il quale giorno dopo giorno lo rende schiavo di una triste dipendenza, che gli offusca la mente brillante e devia il suo raziocinio. Conon non è solo un ufficiale francese, ma anche un brillante scrittore, che aspira a creare vicende basate sullo studio dell’antica civiltà egizia. Sarà il fato a donargli qualcosa d’impensabile, che avrete il piacere di scoprire alla fine di questa vicenda. Insomma, una lettura che promette bene e finisce anche meglio, diciamo così. Ai posteri l’ardua sentenza.

Vi lascio alle vostre letture. Un caro saluto e a presto fenicette.

 

 

 

 

 

 

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Emanuela

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