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Recensione: “La mano sinistra di Calvus” di Ann Gallagher (L.A. Witt).

Traduzione a cura di Cornelia Grey.

Ann Gallagher, acquistabile qui.

L’ex gladiatore Saevius è certo che la Fortuna gli stia sorridendo quando un politico pompeiano lo compra per farne la sua guardia del corpo. Almeno finché il suo nuovo padrone, Calvus Laurea, ordina a Saevius di scoprire con che gladiatore sua moglie stia avendo una sordida relazione. Per riuscirci, Saevius deve tornare nell’arena, ad allenarsi insieme agli uomini che sta spiando. Peggio ancora, adesso è agli ordini di Drusus, un lanista notoriamente crudele… eppure stranamente intrigante.

Ma l’inganno di Saevius è l’ultima delle sue preoccupazioni. La relazione nasconde ben più di una donna che umilia il suo prominente marito, e Saevius si ritrova a far parte di un gioco pericoloso fra uomini altrettanto pericolosi. Non è l’unico gladiatore intenzionato a rivelare le trasgressioni della signora Verina, e suo marito vuole ben più del nome del colpevole.

Quando Saevius scopre la verità sulla relazione, non ha altra scelta che tradire uno dei suoi padroni: uno dei quali ha imparato a temere, e uno dei quali ha imparato a rispettare. Ed entrambi potrebbero farlo uccidere senza alcuna ripercussione.

Per la prima volta nella sua vita, il posto più pericoloso per questo gladiatore non è nell’arena.

 

Considero “La Mano Sinistra di Calvus” una piccola perla tra i romanzi storici M/M, anche se non credo sia appropriato farlo rientrare in questa categoria. Piccola perla può sembrare esagerata come definizione? No, non credo. È un bel romanzo, scritto bene, con una trama avvincente, ma in realtà è proprio raro trovare un libro del genere, sia per il periodo storico scelto dall’autrice per raccontare la sua storia, l’Antica Roma, sia per altri motivi sia dovrete scoprire leggendo il libro. Quello che posso dire è che sicuramente non vi troverete davanti al classico romance M/M.

Forse è anche questo uno dei motivi per il quale l’autrice, L.A.Witt, l’ha scritto sotto pseudonimo. Non è la prima volta che vedo adottare questo tipo di soluzione da parte di autori che vogliono sentirsi liberi di scrivere e sperimentare qualcosa di nuovo.

Il protagonista della storia è Saevius, un gladiatore e uno schiavo, che proprio nel momento in cui sta per raggiungere la tanto agognata libertà, grazie alle vittorie nei suoi combattimenti, è venduto a un nuovo padrone, Calvus, un nobile che ha bisogno dei suoi servizi a Pompei. Saevius si è costruito una certa fama come gladiatore, ed è mancino, una rarità che lo rende prezioso agli occhi di Calvusper per poterlo infiltrare più agevolmente come sua spia all’interno del ludus del temuto lanista Drusus.

Scopo di questa missione di Saevius sarà scoprire l’identità dell’uomo con cui la moglie di Calvus sembra avere una relazione.

La storia è raccontata in modo davvero eccezionale, piena di suspense e mistero e la ricostruzione storica di questo periodo così particolare è molto accurata e realista, mette in mostra in modo piuttosto disincantato la vita degli schiavi e, in questo caso specifico, l’ambiente pieno di complotti e intrighi presenti nei ludus.

Mi è piaciuto molto poter leggere la storia attraverso il punto di vista di Saevius, vedere le sue emozioni, assistere alle sue battaglie interiori, il suo trovarsi combattuto di fronte a due forme di lealtà diverse: la lealtà dettata dalla ragione (verso Calvus) e quella dettata dall’istinto e dal cuore (verso Drusus). Per Saevius portare a termine la missione affidatagli, soddisfacendo il suo padrone, è una questione di vita o di morte, ma questo non gli impedisce di rimanere affascinato e anche attratto da Drusus, un uomo senza scrupoli, che gestisce con il “pugno di ferro” il gruppo di gladiatori presenti nel suo ludus.

L’atmosfera creata dall’autrice in questo racconto, grazie ai rapporti che nascono tra i vari protagonisti è particolare, carica di una sorta di tensione-attrazione che si sprigiona tra Drusus e Saevius, che però non è mai qualcosa di chiaro e certo. Tutto questo, insieme al mistero legato alle indagini sulla moglie di Calvus, spingono chi legge la storia a rimanere lì incollato alle pagine e andare avanti, per scoprire come finirà.

Non mancano certo le sorprese alla resa dei conti, anche se credo di poter dire che l’unica debolezza che ho trovato in questa splendida storia è proprio un po’ nel suo finale. Tutto è stato raccontato in un crescendo di emozioni e forse si poteva dare più di spazio alla conclusione che invece è sembrata arrivare in modo un po’ troppo affrettato.

Per chi ama questo genere di libri, è sicuramente una lettura da non perdere. Per chi invece volesse provare ad avventurarsi in un romanzo ambientato nell’epoca degli Antichi Romani, è presente un glossario che aiuterà a comprendere meglio alcuni termini poco familiari che s’incontreranno durante il racconto.

 

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StaffRFS