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Recensione: “La guerriera vichinga” di Michelle Styles

Care Fenici oggi Lucia vi parla del libro “La guerriera vichinga” di Michelle Styles

Inghilterra-Scandinavia, fine IX secolo
Cresciuta dalla madre e addestrata per essere una formidabile guerriera, la bellissima Dagmar sa che nella sua vita non ci sarà mai posto per l’amore e il conforto di una famiglia. Ma a lei non importa: la sua fama di combattente è ormai leggendaria e il suo destino scritto. Per questo da anni respinge i numerosi tentativi del padre lontano di stabilire un contatto con lei al fine di trovarle un compagno. Almeno sino a quando della missione viene incaricato il condottiero celtico Aedan mac Connall. Questi non solo riesce a rapire Dagmar per condurla dal genitore, ma durante il loro lungo e difficoltoso viaggio lentamente demolisce le ferree certezze dell’indomita ragazza. Lei, infatti, comincia a vedere nel valoroso guerriero un uomo leale, fiero e forse persino un compagno con cui condividere il futuro.

Dagmar si strinse nelle spalle. Non sapeva fino a che punto potesse confidarsi. Aveva subito compreso, molti anni prima, che era meglio andarci cauta con la storia della sua vita, specialmente riguardo ai fatti accaduti il giorno del divorzio, il sanguinoso duello fra Helga e il campione scelto da Kolbeinn e la loro successiva e precipitosa fuga dalle terre dello jaarl attraverso i pericoli della foresta. Sua madre non voleva che ne parlasse e l’aveva persino schiaffeggiata un giorno, scoprendola abbracciata alla bambolina di legno intagliato che Mor le aveva donato di nascosto prima che partissero.”

Il libro di oggi, La guerriera vichinga, è uno storico più che discreto che vi porterà nella vita di una donna guerriera e di un re capace di vedere la splendida donna nascosta dietro la sua corazza.
Aedan mac Connal è diventato re di Kintra, ma con sgomento ha scoperto che il fratello ora defunto, oltre a essere stato un cattivo regnante, si è anche indebitato con il sovrano vicino Kolbeinn il sanguinario, un uomo che gli impone come risarcimento una missione: degli ostaggi di Kintra diventeranno schiavi se non ritornerà entro una data stabilita, e saranno la garanzia per impedire che il giovane re si possa esimere dal portarla a termine. Per Aedan la missione non sembra presentare particolari difficoltà: gli si richiede infatti di riportare a re Kolbeinn sua figlia Dagmar, una ragazza che, come la madre, pone la sua spada al comando di chi la paga. La madre Helga, infatti, ha portato con sé la figlia di dieci anni andandosene al momento del suo divorzio, quando Kolbeinn ha accolto in casa la sua nuova concubina, diventata in seguito la sua seconda moglie. Ciò che il re non ha raccontato ad Aedan, però, è che la giovane donna che sta cercando ha rimandato indietro le teste mozzate dei messaggeri che le ha inviato nel corso degli anni, e che è conosciuta come una guerriera indomabile con la testa piena di serpenti e la faccia tatuata con spirali azzurre. Nel momento in cui riesce a individuarla, Aedan si rende conto che la sua preda sta per essere uccisa in battaglia, tradita da uno dei suoi soldati che vuole impedire la vittoria di re Costantino. Aedan, non vedendo altra soluzione, si vede così costretto a darle una botta in testa e trascinarla lontano. Il tempo che gli rimane è ben poco e l’uomo che ha tradito Dagmar vuole essere certo della sua morte; conosce troppo bene l’animo della guerriera, e sa che non si darà pace fino a quando non si sarà vendicata. E infatti Dagmar è furibonda, ma si rende conto che forse il padre potrebbe darle i mezzi per vendicarsi, specialmente nel momento in cui viene a conoscenza che la matrigna è morta, e che non deve più temere gli ordini “particolari e segreti” che dava ai messaggeri che il padre le mandava. Ma, una volta giunta davanti al genitore, Dagmar si vedrà costretta a prendere una decisione che le impedirà di gustare la sua vendetta: certa di riuscire a giocare i piani del genitore, infatti, commetterà uno sbaglio, e la sua vita prenderà una svolta inaspettata.
In un’epoca in cui le donne avevano poche libertà, le donne vichinghe avevano la possibilità di divorziare. Helga ha preso questa decisione perché amava combattere, ben più di quanto amasse fare la madre e la regina. Dagmar per lungo tempo ha creduto che il torto fosse tutto dalla parte del padre ma, una volta tornata, scoprirà che le cose stavano diversamente. Entrambi i genitori erano troppo egoisti per pensare alle conseguenze che le loro azioni avrebbero avuto sulla sua vita. La madre l’ha allevata come una guerriera ma, al contrario di Helga che guerra dopo guerra ha sempre trovato un pretesto per continuare e non fermarsi in nessun posto, Dagmar da tempo aveva perso amore per la battaglia e il richiamo del sangue. Il suo desiderio più grande infatti era portare alla vittoria Costantino e avere da lui in dono le terre promesse per costruire la casa dei suoi sogni e vivere di nuovo in pace. Abituata ai messaggeri del padre che hanno sempre attentato alla sua vita, Dagmar si rende immediatamente conto che Aedan è diverso, anche grazie al sacrificio fatto dal vecchio guerriero che l’ha sempre protetta e ha permesso al giovane di portarla via, sacrificandosi per dargli il tempo necessario. Capisce che Aedan è costretto dalle circostanze a eseguire gli ordini del padre per salvare la sua gente, e per questo lo rispetta. Per il giovane re, del resto, è facile provare ammirazione per questa intrepida giovane donna, così diversa da tutte le altre e con così tanti segreti. È lieto che il destino li abbia legati, e farà di tutto per renderla felice, anche se si vede costretto a chiederle di mostrarsi solo come una donna e non come la guerriera che lui rispetta. La sua religione cristiana, infatti, rende la giovane donna invisa agli ecclesiastici che la considerano una strega pagana e tenteranno di minare il loro rapporto in ogni modo, cercando di invalidare il matrimonio, fino a quando anche il suo popolo si renderà conto del suo valore.
Un romanzo storico davvero interessante, che presenta due guerrieri di valore, coraggiosi e leali. Un uomo e una donna che avranno più di un motivo di scontro, ma che infine riusciranno a capirsi. Il loro è un amore nato malgrado le circostanze, e Aedan riuscirà a fare in modo che essere solo una regina non renda Dagmar infelice, concedendole la sua stima e dimostrandole che il loro è un legame profondo e non imposto. La scrittura della Styles non ha bisogno di grandi presentazioni, i suoi personaggi sono sempre ben tratteggiati e non mancano azione e tradimento, in questo storico che si fa leggere davvero con grande piacere.

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