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Recensione: “La famiglia del Texas” di J.R. Scott (Texas #4)

Buongiorno fenicette oggi Verusca ha recensito per noi il libro “La famiglia del Texas” di J.R. Scott (Texas #4)

Jack e Riley Campbell-Hayes iniziano un viaggio che cambierà le loro vite per sempre.

Sullo sfondo del Double D, il cast della serie Texas affronta cambiamenti tali da non lasciare nessuno indenne.
Jack e Riley vogliono allargare la loro famigliola di tre persone. Per prima cosa, scelgono la gravidanza surrogata, con Jack come padre. Quando tutto comincia ad andare per il verso giusto, i coniugi non possono fare a meno di pensare a quando le cose andranno storte. In fin dei conti, le loro vite sono tutto fuorché normali, e niente va mai liscio.

Aggiungete alla miscela un bambino di quattro anni in affido e di colpo le cose cominciano a diventare molto più complicate.

Salve Fenici, il libro di cui mi accingo a parlarvi è “La famiglia del Texas”, quarto volume della serie Texas pubblicata da Triskell Edizioni.

Se i primi due volumi di questa storia mi avevano fatto innamorare, già nel terzo ho storto un po’ il naso; il quarto, beh… sembra scritto da un’altra autrice.

All’inizio eravamo nell’America del profondo sud, dove due famiglie, due generazioni, erano in guerra tra loro tra intrighi, complotti, omicidi e il “dio denaro”.

Era stato impossibile non innamorarsi di Jack Campbell e Riley Hayes, due uomini dal carattere molto diverso che in qualche modo erano riusciti a vincere le loro idiosincrasie e creare qualcosa di meraviglioso, un amore tanto puro quanto solido.

Detta così, sembrerebbe una storia “zuccherosa”.

In realtà no. J.R. Scott era stata bravissima a mantenere l’hype altissimo, senza mai cadere in scontate banalità. Fino al penultimo romanzo, che ho trovato davvero inutile.

In questo quarto libro ritroviamo la famiglia Campbell-Hayes più unita che mai. Si presume siano passati circa quattro anni e il Double D si sta espandendo.

Riley ha completamente trasformato la società di famiglia; Donna e Neil, nonostante le perplessità di Jack, sono insieme e felici; Beth e Steve, infine, vivono serenamente il loro matrimonio con la piccola Emily. Unica macchia, se vogliamo definirla tale, è il rapporto tra Eden e Sean, ancora non accettato da Riley, che in questo caso commette un errore dopo l’altro.

Tutto perfetto insomma, anche troppo, direi.

Questo è il trend del romanzo.

Jack e Riley decidono di voler allargare la famiglia e si rivolgono a una clinica gestita dalla famiglia Walker – al momento conosciamo solo Marcus, che li seguirà durante tutto il loro percorso -.

La madre surrogata viene trovata abbastanza velocemente. Si chiama Rebecca e rimane – incredibilmente! – subito incinta.

Quante volte accade una cosa del genere, nella vita reale?

Ovviamente scopriamo tutto di Rebecca. Partendo dal marito, Peter, passando per i figli biologici fino ad arrivare a Max, sì, perché Rebecca è una brava persona. Non solo offre il suo corpo, per dare la possibilità di essere genitori a chi non può avere figli, prende anche dei piccoli in affido, quando ce n’è bisogno.

Max soffre di un “ritardo”. La madre era una drogata e il bambino ha risentito di tutte le conseguenze del caso. Ho bisogno di dirvi cosa accade dopo?

Jack e Riley rimangono incantati da questo ragazzino. Il resto è scontato.

Anche Beth decide di volere un altro figlio. Inizialmente, la cosa sconvolge Steve, del quale scopriamo anche qualcosa che non sapevamo e che nei prossimi libri potrebbe stravolgere un po’ gli equilibri, o per lo meno creare qualche dinamica diversa.

Non mancano i personaggi corali della saga, come Robbie ed Eli che, ahimè, la Scott continua a relegare sullo sfondo. Ma ne arrivano anche di nuovi, come Liam, ragazzo appena ventenne che ne ha viste e subite davvero troppe nella vita, ma anche qui il lieto fine è d’obbligo.

Mi spiace davvero ammetterlo, ma ho trovato la trama veramente scontata. A ogni riga, a ogni pagina, riuscivo a intuire esattamente quello che sarebbe successo dopo.

Se nei libri precedenti avevamo scoperto le fragilità di Riley e Jack – ma nonostante tutto, quest’ultimo era rimasto sempre un punto fermo durante le tempeste -, qui i due sono, almeno in questo senso, alla pari.

Il fatto è che ho trovato tutto questo troppo forzato. Nessun intoppo, frasi che rasentano i più banali e sdolcinati cliché, tutto cuoricini e arcobaleni. Troppo!

Va da sé che la scrittura della Scott è sempre scorrevole, ben calcolata. Anche le scene di sesso, che in questo libro sono molto meno rispetto agli altri, sono di forte impatto, nonostante non risultino mai volgari, quindi nonostante mi sia salita la glicemia a livelli di allerta, la lettura è stata veloce e gradevole. Il fatto che sia stata un po’ troppo melensa, per quelli che sono i miei gusti e soprattutto per come l’autrice mi aveva abituata nei libri precedenti, la famiglia Campbell-Hayes riesce sempre a farsi amare.

Perciò no, non boccio totalmente questa storia. È una lettura leggera, da gustarsi sotto l’ombrellone, se si ama il lieto fine senza fare troppa fatica per raggiungerlo.

Nell’attesa di leggere il prossimo, vi saluto e vi auguro una buona lettura.

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