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Recensione: “La casa sull’acqua” di Emuna Elon

Titolo: La casa sull’acqua
Autore: Emuna Elon
Editore: Guanda
Genere: Romanzo Storico

Data di pubblicazione: l’11 Marzo 2021

 

Yoel Blum è un uomo realizzato. È marito, padre e nonno, nonché scrittore di fama internazionale, esponente di spicco della nuova letteratura ebraica. I suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo, i tour promozionali si susseguono, e lui non si risparmia, visitando ogni paese. Tutti, tranne uno. In Olanda, infatti, il luogo dove è nato, Yoel non ha più fatto ritorno da oltre sessant’anni, da quando è fuggito in Palestina sul finire della guerra, scampando alle deportazioni naziste e all’orrore della soluzione finale. Ha promesso alla madre che non sarebbe più tornato, e ha mantenuto la promessa. Almeno fino a oggi: all’interno di una sala buia del Museo Ebraico di Amsterdam, Yoel sta per incontrare il suo passato in un filmato d’archivio che mostra i volti sorridenti di suo padre Eddy, morto in un campo di concentramento, di sua madre Sonia e sua sorella Nettie… e di un bambino che non è lui. Ma allora chi può essere, e perché non l’ha mai visto prima? Comincia così un’avventura alla ricerca della verità, che porterà Yoel a mettere insieme, pezzo dopo pezzo, la sua storia e quella della sua famiglia. Ricostruendo le dinamiche interne di una delle più grandi comunità ebraiche di quei tempi, Emuna Elon offre una testimonianza autentica, ricca di profondità e tensione emotiva, e al tempo stesso sorretta da un meccanismo letterario perfetto. Un libro con una voce originale che solleva una domanda: cosa è giusto fare, quando tutto è sbagliato?

 

 

Il romanzo è costruito dall’autore come un’autobiografia che alterna due punti di vista differenti raccontati da uno stesso narratore, il protagonista: un famoso scrittore israeliano, che si trova ad Amsterdam con la moglie per un ciclo di conferenze.

Durante una visita al museo ebraico, in un vecchio filmato, riconosce sua madre con in braccio un bel bambino biondo e si rende conto, con grande angoscia, di non essere lui.

Si scatena la febbre della ricerca della verità, che lo porterà a indagare sul suo passato e, di conseguenza, sul destino degli ebrei olandesi.

Verrà aiutato dalle rivelazioni della sorella, Nettie, e sostenuto da sua moglie Bat-Ami, che non esita a tornare in Palestina per permettergli di vivere in solitudine la sua ricerca della verità. Yoel s’immergerà nella realtà attuale della società olandese e la sua mente inizierà a scrivere, su semplici quaderni, la sua ricostruzione della storia della madre, Sonia, e di come riuscì a sopravvivere alle persecuzioni e a portare in salvo i propri figli in Palestina.

La vicenda, molto complessa, è narrata con uno stile particolarmente pressante e, inizialmente, si fa fatica a seguirlo; in brevissimo tempo si rimane, però, conquistati dalla storia, e l’alternanza dei pov presente-passato catturano l’interesse e l’attenzione.

L’autore lavora con perizia chirurgica sulla personalità del protagonista, un uomo dalle molte ossessioni e manie, portandoci a capire quanto esse siano legate al passato e alle esperienze vissute nella primissima infanzia. Le rivelazioni che si snocciolano lungo la storia non colgono impreparati, e ci appaiono come un venire a patti con il passato di Yoel; in queste rivelazioni chiude, in un certo qual modo, tante questioni irrisolte, venendoci a patti e ripartendo con la sua vita e con i suoi affetti, verso i quali non era mai stato capace di aprirsi.

Nel romanzo ho inteso una sottesa vena polemica nei confronti del popolo olandese, che fu veramente poco amico dei connazionali Ebrei e si macchiò di moltissimi crimini, primo fra tutti la denuncia di chi si nascondeva. Mi hanno colpito moltissimo i pensieri che il protagonista esprime visitando la fabbrica della famiglia di Anna Frank, in cui si nascose fino alla denuncia, trasformata in un’attrazione turistica con poco rispetto di chi ci visse.

L’autore esprime più volte anche una certa ironia nei confronti dello spirito nazionale olandese, ritenuto esageratamente autocelebrativo.

Un grande libro. Non lo dimenticherò facilmente.

 

 

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