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Recensione: “Krane: il male puro” di Andrew Levine

Hailee Pierce, ventun anni, ha accettato la sua vita, nonostante il dolore.
Ha accettato di non aver più molto tempo, nonostante la sua età.
Ha accettato che la sua esistenza le scivolerà via dalle mani senza neppure finire il college o vivere il suo amore eterno con Dylan.
Quando tutto dovrebbe finire, al contrario di ciò che i medici le hanno detto, il suo cuore malato continua a battere, le dona vita extra.
Nello stesso giorno in cui la vita di Hailee dovrebbe finire, un nuovo ragazzo si risveglia a Stonington, Connecticut.
Non sa chi è, da dove viene, non ricorda nulla della sua vita. Tutto ciò che sa è che non è come gli altri.
Sulla strada che li condurrà alle risposte, incroceranno le loro vite e, senza che possano rendersene conto, le cambieranno per sempre.

Sin dalle prime pagine, questo libro conquista. La storia riesce a tenere sulle spine già dal primo capitolo. Le domande sul personaggio di “Sconosciuto”, anche detto Sebastian Krane, si fanno via via più fitte, ma quando si pensa di avere una risposta, qualcosa stravolge il tutto. Il lettore si ritrova a chiedersi perché non ci ha pensato prima e sorgono nuove domande.  

Allo stesso tempo, il personaggio di Hailee Pierce colpisce dritto al cuore, perché anche lei si ritrova a condividere il male, fisico e mentale. Di colpo non è più solo un’adolescente che affronta la vita di tutti i giorni, dovrà lottare con il Male, soprattutto quando la sua esistenza si intreccerà con quella di Krane, perché lui è davvero un cattivo ragazzo anzi, come suggerisce il titolo, il male puro.

Il finale fa ben sperare in un secondo capitolo. Consigliatissimo.

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