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Recensione: “Jellyfish, il ragazzo medusa” di Mauro Colarieti

 

Trama verde

 

Shui Calvo è un’adolescente italo-cinese molto timida e insicura, con un paio di occhi a mandorla eccezionalmente azzurri su un volto che altrimenti passerebbe inosservato.

La sua vita si divide tra il ristorante dei suoi genitori e la passione per la chitarra che le ha permesso di essere ammessa ad una prestigiosa scuola di musica. È proprio in questa scuola che Shui incontra Davide, un ragazzo eccentrico con cui condividerà per anni uno struggente “Skinny love”.

Quando l’attività dei suoi genitori rischia di chiudere, Shui si vede costretta a partire e lasciare Davide. Per dire addio al suo amore, si ritrova a girovagare nella villa del ragazzo, ripercorrendo le esperienze e gli aneddoti che l’hanno unita a quel personaggio malinconico, goffo e silenzioso che ha ammirato fin dal primo incontro.

Il destino, però, non ha ancora giocato tutte le sue carte…

Recensione verde

La prima impressione: non è un racconto indicato per chi sia amante dell’azione.

È un romanzo psicologico, un viaggio nei tormenti di una ragazzina adolescente italo-cinese alle prese con le sue insicurezze, i pensieri discordanti, le prime cotte, la prevaricazione e il bullismo, in un mondo fatto di musica, con la paura di non essere abbastanza e di non sapere qual è la cosa giusta da fare.

È un’adolescente che fa errori e che si trova in mezzo a quelli fatti da altri. Che cambia idea, atteggiamento, maschera, ma non desideri.

Eppure, dopotutto, ho scoperto che il romanzo ha come protagonista lui (avrei dovuto intuirlo dal titolo, in effetti): un adolescente sovrappeso che vive il quotidiano mimetizzandosi come se fosse trasparente, adattandosi come un liquido. Un ragazzo che ama pensare di essere una medusa, e che solo al buio, solo, nel fondale marino, riesce a illuminarsi di luce propria.

Stilisticamente è un libro ben scritto, e a parte qualche ingenuità e qualche gergalismo che altro non fanno se non farmi sentire fuori target (ahimè), trovo che queste incrinature siano ben compensate da un uso di bellissime metafore e da un linguaggio giovanile, colorito, anarchico, fresco perfette per un diario adolescenziale.

Un paio di punti critici

Strofe di canzoni inframmezzano continuamente il testo. Se fossero in italiano si potrebbe dare continuità narrativa, ma in inglese le ho trovate troppe e invadenti. Destinato a un pubblico molto giovane, questo è un ulteriore elemento che me lo ricorda.

Ho riscontrato qualche incoerenza ambientale, che non inficia comunque la lettura (lasceremo New York, ma in realtà sono a Luggio; c’è la neve ma stanno senza giacca sulla panchina; entra abusivamente in casa di lui ma la sua amica citofona per farsi aprire; piove ma la madre è in giardino a curare le piante).

Ho riscontrato anche qualche incoerenza di comportamento, questa più fastidiosa perché rende più difficoltoso inquadrare i personaggi e prevedere le loro azioni. Ad esempio la protagonista a volte si confida con Davide, a volte no.

Che cosa mi è piaciuto

Devo ammettere che all’inizio la lettura è stata piuttosto pesante. Molto statica, introspettiva, paranoica, continuavo a chiedermi come si può scrivere tante pagine senza far accadere qualcosa.

Ho iniziato a guardarlo con più interesse quando ho notato le analogie, i chiaroscuri, le metafore nascoste. Come queste due amiche che prendono i rapporti con l’altro sesso in modo opposto: una in modo prettamente fisico, l’altra che si culla nella sua immaginazione e nel desiderio immateriale, che si accontenta di sognare senza necessità di concretizzare.

Più si va avanti più si sommano altri messaggi, per arrivare nel finale a sciogliere il nodo del titolo e a spiegare chi sia questa medusa.

Una lettura che consiglio quindi nell’età adolescenziale, dove il lettore potrà ritrovarsi in molti meccanismi mentali suoi e dei coetanei, testimoniando le conseguenze di atteggiamenti troppo facili per essere quelli giusti.

Unico avvertimento per i giovanissimi (attenzione, sto per fare spoiler): nell’epilogo c’è una scena di sesso. Una scena non volgare, consona allo stile del libro, ma che nulla aggiunge al romanzo, terminato al capitolo precedente e di per sé molto casto.

Qualche assaggio

“La mia mente è un palloncino bucato, non scoppia mai, ma nemmeno riesce a sgonfiarsi. Non importa quanto ci soffino dentro, da quel piccolo buco uscirà ogni tentativo di cambiare le cose.”

“Siamo due parentesi graffe: piene di calcoli al loro interno, che aspettano solo di essere risolte per avvicinarsi.”

Non so perché si dovrebbe sognare quando si potrebbe avere la realtà.”

Fiamme-Sensualità-Nulla NUOVA

 

Recensione a cura di:

Aina

Editing a cura di:

River

 

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StaffRFS

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