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Recensione: “In quattro e quattr’otto” di M.A. Church (serie Graffi, fusa e felini #2)

Care Fenici, oggi Danny ci parla di In quattro e quattr’otto di M.A. Church

Cover realizzata da MariHel

L’aria fresca del mattino, un giardino pieno di uccellini e un micio in missione. Cosa può desiderare di più un gatto mannaro? Il beta Heller Wirth ha tutto, tranne un compagno. Un compagno mutaforma, a essere precisi. L’ultima cosa che desidera è uno di quei pericolosi umani che uccidono senza rimorso. Heller lo sa perché ci è passato. Che cosa fa allora la dea Bast? Gli dà proprio quello che non vuole: un umano, Lawson Dupre.
Lawson non ha capito cosa sia successo nel suo negozio. Un istante prima un cliente attraente sta per svenire, quello dopo si riprende e inizia a flirtare, poi fugge via come se fosse inseguito dai demoni dell’inferno. Non è la natura speciale di Heller a spaventare Lawson, che è uno dei pochi umani al corrente dell’esistenza delle creature sovrannaturali, dato che ne ha due come coinquilini. A Heller e Lawson ne succederanno delle belle mentre affrontano vecchie ferite, antichi pregiudizi e un cambio di potere nella colonia felina.

Per l’uscita di questo libro avevo messo la sveglia sia sul telefono che sul calendario: la sera del 9 ero in discoteca e intorno a mezzanotte mi sono defilata in bagno per poter comprare il libro, addirittura in borsa avevo il kindle così da poterlo scaricare all’istante, non che mi sia messa a leggerlo subito, ma ho avuto una scusa per andare a casa. Quindi l’aspettativa era alta, anzi altissima. Chi di voi non ha amato il libro precedente “Tre d’amore e di guai”? Io l’ho adorato e divorato, ho sofferto con Kirk e mi sono innamorata del trio.

Speravo che questo libro parlasse di Remi quindi potete immaginare la mia gioia quando ho scoperto che il protagonista era quell’idiota di Heller, che odia a morte gli esseri umani, facendo di tutta l’erba un fascio. Ci viene spiegata la ragione del suo odio, e se da una parte avrebbe ragione, dall’altra trovo che la mancanza di dettagli razionali renda la vicenda alquanto assurda. Dopo la lettura magari sarete d’accordo con me o forse no. Mi duole informarvi che Heller è abbastanza superficiale come personaggio e se pensate che in questo libro compia la grande trasformazione, beh, resterete delusi.

Immaginate lo sgomento di Heller nel riconoscere in un ragazzo umano il suo compagno. Panico, ansia e rabbia sono solo una parte delle emozioni che prova nel vedere e riconoscere Lawson.

Il giovane ragazzo umano è desideroso di affetto, vive con due Vetala, una specie di mutanti serpenti che bevono sangue. Vivendo già nel mondo soprannaturale, Lawson accoglie la novità del suo compagno con una certa tranquillità e speranza ma, ovviamente, appena capisce il carattere di Heller ha qualche titubanza pure lui. Lawson non è un sottomesso, e non è nemmeno passivo, anzi è testardo e arrogante e tende a volere il comando. Insomma i due non potrebbero essere più diversi di così, ma si sa che la Dea Bast non fa le cose a caso.

Le sorprese non ci abbandonano nemmeno tra le ultime pagine, soprattutto per quanto riguarda Remi e il suo desiderio d’amore.

Innanzitutto vorrei dirvi che il libro non mi è piaciuto, anzi è stato alquanto deludente, è mia opinione che l’autrice cercasse un modo per anticipare e accrescere il desiderio per la storia di Remi. Sicuramente comprerò il libro seguente, perché si preannuncia molto interessante e divertente. Questo libro manca di un vero antagonista perché fa parte della storia del terzo volume, quindi neanche è il caso di citarvelo. Lawson manca di spessore e in certi passaggi risulta anche molto noioso, Heller era una rottura di scatole prima e vi posso assicurare che la cosa non cambia con l’andare avanti del libro. Trama poco accorta, noiosa e ridondante, anche se ho apprezzato il punto di svolta finale con Remi come co-protagonista.

Oltre al danno anche la beffa, perché per capire a pieno il terzo libro dovrete per forza di cose leggere In quattro e quattr’otto. Le scene di sesso non hanno aiutato, anzi rendono l’atto meccanico e anonimo. Mi sa che faccio prima a dirvi cosa mi è piaciuto: i Vetala, e tutto ciò che portano in questa colonia di felini, è la parte più interessante del racconto. Questo mi rende malvagia? No, sono solo rimasta troppo delusa, ma ho grandi speranze per il terzo volume.

 

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