Titolo originale: The Good Fight
Autore: Andrew Grey
Serie: Una buona causa libro 1
Edito da: Dreamspinner
Traduzione a cura di: Ernesto Pavan
Formato: ebook
Jerry Lincoln ha un problema: il suo lavoro di consulente informatico a Sioux Falls è troppo per una persona sola. Fortunatamente, questo significa che può permettersi di assumere dei dipendenti. Jerry spera solo che il suo nuovo assunto, John Black Raven, sia più un aiuto che una distrazione, però è questo l’effetto che gli fanno i suoi occhi scuri e i suoi capelli lunghi.
John è venuto in città per studiare e per cercare quella vita che non potrebbe avere nella riserva indiana, ma la cosa più importante per lui è trovare e mantenere un posto di lavoro. Sei mesi fa, sua sorella è morta e i suoi nipoti sono stati dati in affidamento. Pur avendo la legge dalla sua parte, John non riesce a ottenerne la custodia: non può neppure vederli.
Quando Jerry e John cominciano ad avvicinarsi, John scopre di non essere da solo nella sua lotta. Jerry lo aiuta a ottenere il diritto di far visita ai bambini e gli sta accanto quando lui ne ha bisogno. Ma anche se vincono qualche battaglia, è difficile vincere la guerra: i servizi sociali sono coinvolti in un giro di denaro, politica e favoritismi, e i bambini nativi sono il loro pane quotidiano. Ma John e Jerry hanno tutta l’intenzione di combattere per una giusta causa e di vincere – su tutti i fronti
L’opinione di Annesa
Sono stata attratta da questo romanzo perché uno dei protagonisti è un nativo americano, un pellerossa per intenderci, un Lakota nello specifico. Sin da piccola sono sempre stata affascinata da questo popolo, da tutte le tribù che lo costituivano dal Nord al Sud degli USA, tanto da studiarne usi e costumi in maniera quasi maniacale. Passione che non si è spenta nemmeno quando sono cresciuta, anzi quella che era una curiosità di bambina verso un popolo leggendario è diventata poi un vero e proprio interessamento sulle reali condizioni dei superstiti di questa etnia che ha subito il più grande e continuato genocidio nella storia dell’Umanità. Pertanto, quello che ho letto nel romanzo di Grey non solo è vero, ma anche raccontato in modo fin troppo soft.
“Per una giusta causa” non è semplicemente una storia d’amore, tra l’altro molto bella e particolare come belli e particolari sono i protagonisti, ma è anche una denuncia su come ancora oggi i nativi americani vedano calpestati i loro diritti e distrutte le loro tradizioni in modo molto subdolo tramite leggi e norme che sembrano uscire apposta per ostacolare invece che proteggere.
Jerry Lincoln è un giovane uomo che lavora da libero professionista come web system designer. Si è trasferito a Sioux Falls dall’unica persona che l’ha accolto: il nonno materno, dopo che la sua famiglia l’ha rinnegato a causa della sua omosessualità. Ne eredita la casa che ristruttura grazie a una coppia gay che lo accoglie e lo aiuta come un figlio. È un bravo ragazzo Jerry, come si vedrà man mano che si procede nella lettura. Anche se ha commesso degli sbagli in passato, un po’ per sconsideratezza e un po’ per ingenuità, è determinato a vivere la sua nuova vita in pace. Ha un lavoro che lo impegna tantissimo, al punto che decide di assumere almeno un assistente.
Ed è così che conoscerà John Akecheta Black Raven, un sioux lakota in cerca di un lavoro di cui ha disperatamente bisogno per ottenere l’affidamento dei figli della sorella gemella deceduta, che sono stati dati in affidamento a una famiglia di bianchi. La storia tra i due non decolla immediatamente, anche se Jerry è da subito attratto dal bel pellerossa gentile e schivo, dallo sguardo triste e l’espressione seria e determinata. All’inizio addirittura Jerry deciderà di non assumerlo, nonostante John sia molto in gamba nel superare la prova, preferendogli l’altro candidato, proprio perché non vuole avere complicazioni sentimentali all’interno del rapporto lavorativo, dove lui sarebbe anche il principale.
“Immagino che sia attraente.” “Non riesco a smettere di pensare a lui, ” ammisi. “ Ha questi occhi, questi capelli… Come farei a lavorare con lui tutti i giorni se nemmeno durante il colloquio riuscivo a smettere di guardarlo?” Non sapevo in che altro modo esprimere i miei sentimenti. “ Non mi servono delle distrazioni mentre lavoro e John è una distrazione bella grossa, Non è che non pensi che non sia all’altezza; sono sicuro che lo sia. Ma non credo di fare il mio lavoro con lui nelle vicinanze.”.
Ma poi il destino decide diversamente e insieme costituiranno, insieme al simpatico Bryce, una squadra ben affiatata. In questo clima di complicità e simpatia Jerry non può fare a meno di sentirsi sempre più attratto da John, che si rivela essere anche lui gay. Entrambi, però, vogliono andarci piano, Jerry a causa di una cocente delusione subita, John col suo carico di dolore e preoccupazione. Interessante è anche la differenza con cui le famiglie dei due ragazzi reagiscono all’omosessualità del loro familiare.
Gli parlai di mio nonno. “ È stato l’unico membro della mia famiglia ad accettarmi dopo che avevo rivelato di essere gay. I miei erano estremisti cristiani e mi hanno voltato le spalle.” “Ma sono la tua famiglia, ” disse lui, incredulo. ”Hanno credenze molto forti ed io non posso far cambiare loro idea. Ormai ho accettato questo fatto. Il fratello di mio padre è un sacerdote e la sua parola è legge in famiglia.”.
“La mia cultura vede l’omosessualità in modo diverso da quello dei bianchi…beh, più o meno. Alcuni ci chiamano ‘due spiriti’. Ma di per sé, essere gay non vuol dire essere due spiriti.” Sembrava avesse difficoltà ad esprimersi. “È una faccenda molto spirituale, difficile da spiegare agli estranei. Ma per rispondere alla tua domanda, la maggior parte dei miei familiari ha capito. La stessa cosa non può dirsi per il resto della tribù.”
Sono molti gli elementi che mi hanno fatto amare questa storia. L’autore, Andrew Grey, narra la vicenda in modo coinvolgente, dosando sapientemente tenerezza e tensione erotica, momenti di vita semplice e scene drammatiche e commoventi. Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui fa crescere il sentimento tra i due, di come entrambi, pur appartenendo da due mondi diversi e ancora oggi in contrasto, apprendano l’uno dall’altro a cambiare il proprio punto di vista. Jerry dimostrerà a John, diffidente per ovvi motivi, che non tutti i bianchi gli sono nemici nella lotta per l’affidamento dei suoi nipotini. Jerry conoscerà un mondo a lui sconosciuto, quello del popolo di John, così particolare, pieno di contraddizioni, composto da numerose persone quasi tutte unite da legami di parentela, sorpresi e insospettiti non tanto dal fatto che John abbia una relazione con un uomo quanto dal fatto che la abbia con un uomo bianco. Ma quest’uomo bianco, in modo del tutto disinteressato, non solo aiuterà la gente di John a fare i giusti passi per ottenere giustizia, ma si adopererà per aiutare alcuni dei loro giovani a imparare un lavoro per avere un futuro oltre la riserva dove sono relegati.
Benché sia breve questo è un romanzo corale, con tante persone, tanti protagonisti, anche se appaiono brevemente nella storia, che parte in sordina per poi salire in crescendo, soprattutto per la parte romantica. Le scene d’amore sono molto belle e anche molto hot, non cadono mai nel volgare e coinvolgono molto durante la lettura, complice la narrazione in prima persona dal punto di vista di Jerry. Ma il motivo che mi fa apprezzare maggiormente questo romanzo è il coraggio con cui viene mostrato un ennesimo subdolo mezzo di repressione della identità delle popolazioni dei nativi americani.
“I bambini non sanno nulla della loro cultura. Ichante ricorda solo qualche parola di lakota e Mato niente.” Parlò con il viso rivolto verso il vetro. “E quella donna ha tagliato loro i capelli!” Stava quasi urlando. “La prima volta è stata quando la loro madre è morta; ma andrebbero lasciati crescere fino al prossimo lutto.” CUT “ Quella donna sta uccidendo la mia famiglia a colpi di limonata.” Spensi il motore e John scese. Io rimasi in disparte per concedergli un po’ di tempo da solo. Per qualche istante non fece che camminare avanti e indietro come una tigre in gabbia. Poi, senza preavviso, alzò la testa e lanciò un grido talmente colmo di angoscia che mi lacerò il petto.
Due cose mi hanno lasciato leggermente delusa: le figure femminili. Sono sostanzialmente tre: l’orribile donna bianca’, l’assistente sociale che troverà sempre scuse e motivi particolari per non consentire l’affidamento dei bambini al loro zio, la donna che li ha in affido e l’energica madre di John. Ad eccezione di quest’ultima, le altre le ho trovate troppo negative o per niente significative anche per un romanzo a tematica LGBT e il finale per quanto riguarda la parte “sociale” del romanzo è fin troppo lieto, tenendo conto che la lotta legale è contro lo stato del South Dakota. Il lieto fine tra i due innamorati, invece, è bellissimo.
“I gay creano da soli le proprie famiglie da sempre, e a volte queste sono le migliori.”
L’opinione di Chicolena
Jerry è un web system designer che passa quasi tutta la giornata davanti al computer, chiuso in casa, mangiando spesso sulla tastiera del pc. Molto bravo nel suo lavoro, si appresta ad iniziare un periodo particolarmente impegnativo, con progetti complessi e scadenze pressanti verso i clienti.
Viene quindi convinto dal suo amico Peter ad assumere due ragazzi che possano aiutarlo. Uno dei due è John. John è un nativo americano che sta lottando per l’affidamento dei suoi nipoti, dopo che la sorella è morta in un incidente.
Fra i due c’è subito una forte attrazione ma il rapporto professionale che li lega fa si che entrambi non si decidano a fare il primo passo.
Intanto i giorni passano e lavorare così a stretto contatto uno dell’altro li porta a conoscersi meglio. E quando Jerry scopre le pesanti difficoltà burocratiche e legislative che John deve affrontare per avere la custodia dei nipoti, non potrà non essergli vicino per aiutarlo e supportarlo. John capirà che quando accanto hai qualcuno disposto a tutto per aiutarti, uniti si possono fare cose eccezionali.
Una grande intesa fisica permetterà ad entrambi di lasciarsi andare, donandosi uno all’altro.
L’autore in questa storia vuole raccontare le difficoltà e gli ostacoli burocratici che i nativi americani si ritrovano a dover affrontare in South Dakota in situazioni complesse e delicate come l’affidamento dei minori. E come solo lottando , senza arrendersi mai, si può riuscire, a volte, a fare la differenza.
La cosa strana che mi è capitata in questa lettura è che, nonostante sia narrata in prima persona da Jerry, mi sono sentita più coinvolta dal personaggio di John. La sua disperazione davanti al rischio di non riuscire ad ottenere la custodia dei nipoti, che potrebbero quindi crescere lontano dalla famiglia e dalle usanze del suo popolo, è molto coinvolgente e toccante.
Ho anche avuto la sensazione che il passato di Jerry, con le difficoltà che ha dovuto affrontare a sua volta, sia stato descritto un po’ “di corsa”, senza troppo approfondire il lato emotivo di situazioni vissute molto complesse come quella della droga.
Rimane comunque una piacevole lettura.
Editing: