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Recensione in Anteprima: “Stormhaven” di Jordan L. Hawk (serie Whyborne & Griffin #3)

Care Fenici, entusiasmo alle stelle per Lucia che ha letto per noi “Stormhaven” di Jordan L. Hawk (serie Whyborne & Griffin #3)

Gli eventi misteriosi non sono una novità per il solitario studioso Percival Endicott Whyborne, ma trovare uno dei suoi colleghi che urla per strada chiedendo aiuto è piuttosto insolito. Allan Tambling afferma di non ricordare cosa gli sia successo nelle ore precedenti, ma qualcuno ha assassinato suo zio e Allan è coperto di sangue.
L’amante di Whyborne, l’affascinante ex-Pinkerton e detective Griffin Flaherty, acconsente a dimostrare l’innocenza di Allan. Ma quando il giovane viene dichiarato pazzo e rinchiuso nel manicomio di Stormhaven, Griffin è costretto a rivivere gli orribili ricordi della sua reclusione in un istituto psichiatrico.
Insieme alla loro amica Christine, i due uomini si addentrano sempre più a fondo in un’oscura ragnatela di cospirazioni, magie e omicidi. Il loro unico indizio è un artefatto scomparso che ritrae un dio sconosciuto. Chi l’ha rubato, e perché Allan non ricorda cosa sia successo? E qual è la verità dietro ai terribili esperimenti condotti all’inquietante terzo piano di Stormhaven?
Ci vorranno tutti gli incantesimi di Whyborne e tutta la temerarietà di Griffin per fermare gli assassini e salvare Allan. Prima, però, dovranno sopravvivere a una sfida ancora più grande: una visita della famiglia di Griffin.

Un battito di ciglia e l’oscurità diminuì: i miei occhi erano miracolosamente in grado di penetrare le ombre nere dell’abisso. Una grande città si innalzava tutto intorno a me, le sue architetture ciclopiche che facevano sembrare modeste persino le possenti piramidi egiziane. Un singolo blocco di granito incrostato di cirripedi era alto più di una casa. Però trovai l’architettura stranamente repellente. Le linee non sembravano mai intersecarsi nella maniera in cui ci si sarebbe aspettati, perciò la prospettiva risultava distorta, e angoli che il momento prima apparivano acuti, il momento dopo sembravano ottusi. Quel luogo terrificante non dava segno di essere abitato, ma era ugualmente pieno di vita. I cirripedi si aggrappavano a ogni superficie, ovunque sbucavano coralli, e migliaia di pesci sciamavano in alto sopra la mia testa come stormi di uccelli. Da molte superfici si innalzavano tubi sottili dalla consistenza simile a quella delle conchiglie, con i loro abitanti a forma di ventagli che allungavano viticci delicati di mille colori diversi, simili a fiori. Allungai una mano per toccare quello più vicino, che però si ritrasse all’istante nella sua casetta cilindrica. Com’ero arrivato fin lì? Non riuscivo a ricordarlo, ma non c’era niente che spiegasse l’esistenza della città o la mia presenza in essa. Dov’era Griffin? Ero solo? La corrente oceanica mi sfiorò la guancia, portando con sé un odore al contempo corrotto e stranamente familiare. No, non ero solo.

Il libro di cui vi parlo oggi è parte di una serie assolutamente magnifica che ha fatto dell’originalità delle sue ambientazioni davvero uniche, il suo cavallo di battaglia, Whyborne & Griffin di Jordan L.Hawk. Stormhaven è la terza avventura in cui ritroviamo Griffin e Whyborne alle prese con strani casi, in cui il fantastico e la magia hanno un peso rilevante. Durante una passeggiata serale in compagnia della loro amica Christine, i nostri protagonisti arrivano sulla scena di un atroce delitto. Uno dei loro colleghi del museo sta gridando, con le mani coperte di sangue, mentre nella casa alle sue spalle c’è un cadavere. Allan non sa dare spiegazioni, per questo viene internato in manicomio. Il fratello è convinto della sua innocenza e assume Griffin, ma questo porta il detective a trovarsi di fronte al suo incubo peggiore. E mentre Whyborne cerca di aiutare il compagno a superare l’orrore dei ricordi, le sue notti cominciano a essere infestate da sogni riguardanti una meravigliosa e terribile città sottomarina.

Se come me amate da sempre il fantastico, appena vi troverete alle prese con i sogni di Whyborne ricorderete il grande Lovecraft e le sue visionarie architetture. L’autore riesce a trasmettere le stesse emozioni di meraviglia e paura, e in questo nuovo capitolo sarà Whyborne a dover gestire il carico più pesante della storia. Dovrà infatti riuscire a calmare l’animo devastato di Griffin, il suo terrore nel rivedere le mura di un manicomio che ha persino la stessa struttura di quello in cui è stato chiuso per qualche tempo. Ma è scoprire di conoscere l’uomo che lo dirige, che lo sconvolge, e ulteriori dettagli renderanno tutto ancora più orribile. Il desiderio di tirare fuori Allan al più presto farà perdere a Griffin parte del suo sangue freddo e della capacità di analizzare i fatti, portandolo perfino ad aggredire verbalmente Whyborne, che si trova impreparato di fronte alla sua collera.

La visita dei genitori adottivi mette ancora di più Griffin sotto pressione. L’uomo sente di dovergli moltissimo: gli hanno dato una famiglia, lo hanno amato, e nonostante sia stato cacciato per le sue preferenze sessuali, sono stati loro a tirarlo fuori dal manicomio in cui era stato ingiustamente rinchiuso.

L’uomo sa che ciò che i genitori desiderano di più e che lui conduca una vita “normale”, questo lo spinge a un comportamento che Christine trova detestabile, e che la porterà spesso a commenti e atteggiamenti sarcastici molto divertenti.

Eppure a mano a mano che scopriremo alcuni episodi che gli sono successi durante la sua tremenda degenza, non potremo fare altro che scusarlo. Per la prima volta lo vedremo perdere quella sicurezza e quella spavalderia che lo contraddistinguono. Lo vedremo nervoso, in alcuni momenti assente e perso nei ricordi dentro le mura di Stormhaven, terrorizzato, ma deciso a salvare gli uomini che sono rinchiusi in quel posto terribile. E ci ritroveremo a camminare nell’atmosfera surreale del manicomio, avvertendo una sensazione di pericolo strisciante quasi palpabile.

È una serie che adoro tantissimo, amo le sue creature fantastiche e spaventose, le sue ambientazioni cupe e misteriose, la magia che la pervade e di cui Whyborne si sta sempre più impratichendo, nonostante le remore del suo compagno. Mi sono molto affezionata a questa coppia che si ama nonostante il pericolo di essere scoperta. Amare una persona dello stesso sesso può portare alla prigione, questo li costringe a fingere di essere solo coinquilini, senza mai poter fare un gesto affettuoso in pubblico. Sono storie piene di azione, di incantesimi, di sette crudeli, di strane creature, ma anche di un amore sincero pieno di dolcezza e passione, e le poche scene di sesso sono davvero intense ed emozionanti. Ma è anche la storia di una grande amicizia fra tre persone formidabili sempre pronte ad aiutarsi, che ha momenti davvero divertenti, e qui scopriremo anche un Whyborne poco propenso alle modernità, e soprattutto contrario a un’invenzione che secondo lui non potrà mai prendere piede.

Ancora una volta mi trovo a ringraziare questa casa editrice che ha portato in Italia una serie davvero sorprendente e unica nel suo genere.

1) Widdershins

2) Threshold

3) Stormhaven

 

 

 

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