Vasil’ko Volkov, detto Manticora, è il sicario più letale di tutta la Russia, un uomo che può resistere a ogni cosa, un lupo solitario che non teme né il freddo né le privazioni.
Cora era una brava ragazza, ma non lo è più, ora il suo cuore vuole solo la vendetta. L’anima della giovane, un tempo pura come la neve, è stata avvelenata dalla distruzione della sua famiglia e urla di rabbia e dolore.
Fuggita a Noril’sk in cerca di Volkov, unirà la sua vita a quella del lupo, ma presto si scoprirà legata a quest’uomo forte e imprevedibile. Spinti allo stremo delle forze, immersi nei ghiacci siberiani, Vasil’ko e Cora mischieranno i corpi e i destini, fino a sovvertire la loro stessa natura.
L’amore che legherà Vasil’ko a Cora dovrà essere più forte della trappola infernale in cui sono obbligati a vivere, più tenace della vendetta e più potente dei nemici che saranno costretti ad affrontare.
Salve a tutte, mie care Fenici. Oggi parleremo di un romanzo che ha come tema la vendetta; può essere per torti personali subiti a causa di violenze, per fatti intimi personali o per temi legati all’amore. Ma in tutte le eventualità, va sempre gustata fredda, come i ghiacci artici della Siberia, custode di misteriose leggende e spiriti primevi.
Cora è una circense, una bravissima incantatrice di serpenti, che con la sua grazia ammalia il pubblico che interviene alle sue esibizioni. A Mosca il circo viene tenuto in grande considerazione, così lei e la sua famiglia, artisti di un certo livello, godono della protezione dello stato, fino a che, un giorno, suo fratello non compie un passo falso che cambierà definitivamente la loro vita. Da allora, la ragazza avrà come unica ragione di vita la vendetta, che la porterà a conoscere Manticora, un killer che agisce a fin di bene, per ristabilire la giustizia in una terra martoriata e infelice. Riuscirà Cora a raggiungere i suoi scopi e a ritrovare la pace smarrita?
Un romanzo intenso e commovente, nel quale le terribili difficoltà di una cultura, si sovrappongono al tumulto interiore della protagonista. La solitudine, l’angoscia e il rimorso di non aver potuto intervenire a difesa dei suoi cari, fanno da motore motivazionale alla giovane, conducendola su di una strada impervia, costellata di prove terribili. Ma come un fiore che sboccia tra la neve, anche per lei l’assoluzione dalle sue pene arriverà, in un modo del tutto inaspettato.
Dall’inizio comunque notevole, il romanzo ha cominciato a coinvolgermi veramente entrando nel clou. Un ritmo narrativo lento, ma pienamente appropriato, che mi ha dato modo di apprezzare sia la trama che la costruzione delle scene singole, nella liricità delle rappresentazioni dei sentimenti e delle immagini dei luoghi. Cora rivive così la sua doppiezza, tra colei che era un tempo e ciò che è diventata dopo l’atto critico del romanzo. Non entro in merito per evitare di rovinarvi il piacere della lettura.
Sicuramente non un romanzo leggero, ma molto apprezzabile.
Vi lascio alla lettura, fenicette. A presto.