In tanti anni di servizio presso la Animators Inc., Anita Blake ne ha viste di tutti i colori e, ormai, non esiste più nulla in grado di spaventarla. O almeno così credeva fino a che una notizia le fa correre un brivido lungo la schiena: lo spirito della Madre di Tutte le Tenebre è sopravvissuto all’esplosione che ha bruciato il suo corpo, e ora si aggira per St Louis alla ricerca di un «ospite» di cui prendere possesso. E la scelta è caduta proprio su Anita. La Sterminatrice ha le ore contate, a meno di non trovare un modo per annientare la vampira primigenia una volta per tutte. Sfortunatamente, però, né lei né Jean – Claude sono abbastanza forti, e la loro unica speranza è creare un’alleanza con tutte le creature mannare: solo combattendo insieme, accumulerebbero un potere sufficiente per contrastare la Madre di Tutte le Tenebre. Anita quindi è costretta a chiedere aiuto alle tigri mannare, il clan più grande e influente di St. Louis. Ma ogni cosa ha un prezzo e, ben presto, la Sterminatrice si renderà conto che quello delle tigri mannare è pericolosamente alto …
Ero sicura di averla sconfitta.
Insomma, io l’ho vista morire.
E invece eccola qui,
decisa a uccidermi …
Prima di tutto, se volete sapere di cosa parla questo diciannovesimo romanzo della serie di Anita Blake, ignorate la sinossi qui sopra perché, pur contendendo un paio di informazioni esatte (sì, Mammina Cara è tornata, e sì, le tigri sono l’unica arma che potrebbe funzionare contro di lei), non rispecchia quasi per niente il contenuto del libro. Ai lettori che conoscono le avventure di Anita è sufficiente leggere che le tigri mannare sarebbero “il clan più grande e influente di St. Louis” per capire che chi ha redatto questa trama non sa di cosa sta parlando: nell’universo Anitiano non esiste affatto un clan di tigri a St. Luis!
A parte questo dettaglio, che ha smesso di essere trascurabile da quando la Nord ha deciso di perseverare libro dopo libro con queste sinossi campate per aria, “Bullet” è, come tutti i romanzi della Hamilton, ricchissimo di particolari e personaggi, che contribuiscono a creare il mosaico multiforme capace di avvincere gli appassionati di questa serie, tra le più longeve dell’urban fantasy.
Potrei parlarvi del saggio di danza di Matthew, il figlio dell’ormai veramente defunto vampiro Robert e di Monica Vespucci, che non ha guadagnato in simpatia con il trascorrere del tempo, e di come Jason, Stephen e Nathaniel si esibiscano in modo sublime, scatenando quella sorta di dolce riconoscimento che scatta nei romanzi della Hamilton ogni volta che un vecchio personaggio torna in scena, anche per poco, ricordandoci perché ci siamo innamorati di questi libri.
Potrei soffermarmi sul bacio galeotto che scatena la furiosa gelosia di Asher, deciso a ottenere quell’intimità che Jean-Claude gli nega da troppo tempo, che sfocia in una delle scene più attese dalle amanti di questa coppia di vampiri, innamorati ma mai veramente felici: una scena che, purtroppo, si rivela deludente e arida di sentimenti, come se la Hamilton non condividesse la visione di questa coppia diffusa tra le sue lettrici.
Potrei descrivere il mirabolante mutamento subito in questo libro da Richard, l’Ulfric dei lupi mannari, che si dimostra talmente ragionevole e accomodante da sembrare un personaggio completamente diverso rispetto al passato (se questo cambiamento per il meglio sia destinato a durare non è dato saperlo, almeno fino al prossimo romanzo).
Oppure potrei analizzare i rapporti di potere che si sono instaurati tra Anita, i due triumvirati dei quali fa parte e tutta la comunità soprannaturale degli Stati Uniti: rapporti destinati a scuotersi e riassestarsi, adesso che l’inaspettata ricomparsa della Madre di Tutte le Tenebre, che si è impossessata di quasi tutti i membri dello spietato Consiglio dei vampiri, spinge la Sterminatrice a legarsi a tutte le tigri mannare disponibili.
Scelgo di parlarvi, invece, di Anita Blake, cocciuta e dura come sempre, con quel cuore troppo morbido che la spinge a proteggere i più deboli, sacrificando se stessa e spingendosi sempre più al limite. In questo capitolo della saga, Anita capisce di non poter salvare tutti: una presa di coscienza dolorosa ma necessaria, perché esistono delle creature che non vogliono né cambiare né essere cambiate con la forza e devono essere semplicemente eliminate, per il bene di tutti quelli che contano sulla Sterminatrice per restare al sicuro. Anita supererà anche questo ostacolo, forte dell’amore di Micah e Nathaniel, di Jean-Claude e Asher, persino di quello di Richard. Le cicatrici, questa volta, saranno più psicologiche che fisiche, ma non per questo la segneranno di meno, né saranno dimenticate.
Come molti altri libri della Hamilton, “Bullet” si svolge nell’arco di pochissimi giorni, ma a differenza di alcuni tra i precedenti, possiede una trama più compatta e lineare, quasi priva delle infinite elucubrazioni mentali di Anita, sempre indecisa tra una morale ormai non più attuale e la nuova realtà della sua esistenza. Trovano spazio alcuni dei personaggi più vecchi, amati e recentemente trascurati, come Jean-Claude e Asher, ma ne entrano in scena anche di nuovi, tutte quelle tigri mannare che dovranno rafforzare Anita in vista della lotta contro la Madre di Tutte le Tenebre. La Hamilton dimostra per l’ennesima volta di saper creare personaggi intriganti e unici, dei mostri tanto umani da scatenare persino il sopito istinto materno della nostra Sterminatrice.
Non resta che aspettare la pubblicazione del ventesimo capitolo della saga, “Hit list”, per scoprire come Anita sfrutterà i nuovi poteri a sua disposizione contro la terribile Madre di tutti i vampiri.
LA SERIE:
- Guilty Pleasures, 1993 (Nodo di sangue, 2003)
- The Laughing Corpse. 1994 (Resti mortali, 2006)
- Circus of the Damned, 1995 (Il circo dei dannati, 2004)
- The Lunatic Cafe, 1996 (Luna nera, 2004)
- Bloody Bones, 1996 (Polvere alla polvere, 2005)
- The Killing Dance, 1997 (Il ballo della morte, 2005)
- Burnt Offerings, 1998 (Dono di cenere, 2007)
- Blue Moon, 1998 (Blue Moon, 2008)
- Obsidian Butterfly, 2000 (Butterfly, 2009)
- Narcissus in Chains, 2001 (Narcissus, 2010)
- Cerulean Sins, 2003 (Cerulean Sins, 2010)
- Incubus Dreams, 2004 (Incubus Dreams, 2011)
- Micah, 2006 (Micah, 2011)
- Danse Macabre, 2006 (Death Dance, 2012)
- The Harlequin, 2007 (Harlequin, Settembre 2012)
- Blood Noir, 2008 (Blood Noir, 2013)
- Skin Trade, 2009 (Skin Trade, 2013)
- Flirt, 2010 (Flirt, 2014)
- Bullet, 2010 (Bullett, 2014)
- Hit list, 2011
- Kiss The Dead, 2012
- Affliction, 2013
Recensione a cura di: RUBINA
Editing a cura di: LADY LEONOR