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Recensione: “Il tuo cuore, lo porto con me” di Federica Z

 

Titolo: Il tuo cuore, lo porto con me

Autore: Federica Z.

Editore: Self

Genere: Romanzo

Data di uscita: 5 marzo 2021

André Lemaire è un giovane ragazzo francese, bellissimo e indecifrabile.

Inquieto, bugiardo e pericolosamente seducente, vive in compagnia di una bambina autistica, fuggendo ai propri tormenti e da una vita che sembra averlo derubato di ogni cosa. Nel corso di un avventuroso viaggio catartico tra Francia, Stati Uniti e Canada – fatto di incontri toccanti, amicizie, sesso, sentimenti e perversione – aprirà il suo cuore a pochi, prendendo in ostaggio il loro amore. Un amore che lui non riesce più a provare per nessuno, amore rubato da Hazim, l’amico d’infanzia che non può e non vuole dimenticare.

Ad André non resterà che trovare il coraggio di affrontare il proprio passato, per non trasformarsi anch’egli in un mostro, combattendo tra il desiderio di rivalsa e sentimenti mai sopiti.

Quanto avrei voluto essere un uomo!

Un uomo forte ma innamorato di sua figlia, un uomo che attraverso la fede e la forza di volontà sa creare del bene dal male ricevuto, sa trasformare il dolore in gioia, sa scegliere o ritornare sui propri passi con umiltà quando capisce di avere sbagliato. 

Io non ero coraggioso, a meno che essere coraggiosi non significasse continuare a vivere, e non ero un eroe, a meno che essere eroi non significasse essere onesti con se stessi ed accettarsi per quello che non si è.

Non ero forte, non ero coraggioso, non ero un eroe.

Ma soprattutto, non ero un uomo, ero solo un ragazzo. 

André è un giovane francese, bello come un modello, tormentato come un poeta decadente. Ha solo 25 anni e una bambina di 5, autistica, che si tiene addosso come una zavorra, come promemoria dei suoi errori, del suo senso di colpa, del suo essere sbagliato, e che usa spesso come scusa, come scudo, per scappare quando le cose si fanno troppo intense, quando il suo lato più oscuro sta per uscire.

André è un ragazzo triste, con un passato tremendo che gli ha rubato la possibilità di amare di nuovo.

Lo seguiremo in alcune tappe della sua crescita e incontreremo insieme persone generose e di buon cuore. Noteremo, dietro le bugie e il nascondersi, il suo animo buono; proveremo tenerezza per quel lato innocente che è andato perduto da cinque anni. Pregheremo affinché queste relazioni possano farlo rinascere, leniscano le sue ferite.

Eppure, come afferma più volte, non può fare a meno di rovinare tutto, di tradire la fiducia di chi crede in lui. Questa immagine di cattivo ragazzo in cui lui stesso si proietta e da cui, in parte, si sente soggiogato finisce ogni volta per farlo cadere e tornare daccapo, sempre più solo, sempre più ammaccato, sempre più vuoto e alla ricerca di quel pezzo mancante.

Perché tutti vedevano solo il lato migliore, di me? Quello in cui apparivo giovane e bello? Perché nessun mi vedeva per quello che ero in realtà? Non lo sentivano, l’odore di marcio e putrefazione che emanava l’altro volto, quello dipinto sul quadro? 

 Senza fare spoiler, posso solo dire che non si tratta di un romance ma di un romanzo di formazione. È una storia matura, con uno stile narrativo asciutto e affilato, di quelli che le emozioni le lasciano cadere tra una riga e l’altra, che ti costringe a fermarti e a piangere sul non detto; leggendola alla cieca (in previsione della recensione) avevo pensato fosse edita da una casa editrice “top”, tanto profonda e allegorica è la trama.

L’autismo non è un tema trattato. Cecile è quasi una bambola di pezza, è la metafora del suo dolore, irrinunciabile e onnipresente, odiato e voluto allo stesso tempo; un dolore di cui non è capace di prendersi cura, che lo accompagna ovunque e che non può e non vuole lasciare indietro.

Ero troppo fragile per rimettermi in gioco, e fino al momento in cui avevo conosciuto avevo conosciuto Léna mi ero convinto di non essere più in grado di fare nulla, compreso lavorare. Anche perché l’idea di lasciare Cécile, con il tempo, si era fatta insopportabile, non potevo pensare che fosse qualcun altro a prendersi cura di lei.

Non amavo stare con lei, ma non potevo separarmene.

Forse era solo il mio alibi, o forse temevo che se fosse entrata nella nostra vita una qualunque figura femminile, avrebbe colmato i miei limiti e mi avrebbe fatto sentire ancora più indegno rispetto al difficile compito di cui mi ero fatto carico.

Ogni personaggio secondario rappresenta una sfaccettatura diversa, e a ognuno di essi André ruba un pezzo di cuore, anche se non riuscirà mai a ricomporlo del tutto. Non finché non affronterà il suo passato e il suo rapporto malato con Hazim. Hazim, il più caro amico d’infanzia, il primo amore, che, crescendo, in un momento imprecisato si è abbandonato a torbide e violente perversioni. Un cambiamento inaccettabile e traumatico, a causa del quale André avrà incubi perenni; che ha distrutto tutta la sua vita, il suo futuro, che ha rubato la sua innocenza e compromesso la sua capacità di amare. Che lo ha privato della tenerezza, del romanticismo, della fiducia, della bellezza, della speranza.

Era faticoso come cambiare pelle, permettere alle persone di entrami dentro e lasciarmi qualcosa. Prima di appagarmi, la sensazione era quella opposta. Mi sentivo completamente svuotato, stanco e vulnerabile.

I miei pensieri erano deboli e confusi.

«Dove sei, amico mio?» avevo chiesto sottovoce, con gli occhi chiusi e il viso nascosto tra il cuscino e il lenzuolo.

Ricordavo ancora il profumo della sua pelle, e lo avevo cercato invano sulla federa bagnata dalle mie lacrime.

«Resta con me Hazim, solo per questa notte…»

Più scrivo questa recensione e più mi accorgo di quante metafore nasconda il testo e di quanto sia piacevole soffermarsi a riflettervi sopra, con il personaggio di André ancora ben conficcato dentro le costole.

Inutile dire che vi consiglio profondamente di leggerlo, e che auguro all’autrice un successo pieno e grandioso.

«Sento la mia anima farsi da parte, per lasciare spazio all’oscurità. C’è qualcosa che non va, in me. C’è qualcosa che non dovrebbe esserci, e mi spaventa a morte…» 

 

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  Titolo: Il tuo cuore, lo porto con me Autore: Federica Z. Editore: Self Genere: Romanzo Data di uscita: 5 marzo 2021 André Lemaire è un giovane ragazzo francese, bellissimo e indecifrabile. Inquieto, bugiardo e pericolosamente seducente, vive in compagnia di una bambina autistica, fuggendo ai propri tormenti e da una vita che sembra averlo derubato di ogni cosa. Nel corso di un avventuroso viaggio catartico tra Francia, Stati Uniti e Canada - fatto di incontri toccanti, amicizie, sesso, sentimenti e perversione - aprirà il suo cuore a pochi, prendendo in ostaggio il loro amore. Un amore che lui non riesce…

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Emanuela

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