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Recensione: “Il Sentiero del Bosco Incantato” di Rosamunde Hodge (Cruel Beauty Series #2)

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All’età di quindici anni, Rachelle era la migliore allieva di sua zia: aveva appreso le arti magiche e proteggeva il villaggio dalla magia nera. Ma la sua natura impavida la portò ad abbandonare il sentiero sicuro e a inoltrarsi nel bosco, per poter liberare una volta per tutte il suo mondo dalla minaccia dell’oscurità eterna. L’incontro proibito non diede i risultati sperati, e Rachelle fu costretta a fare una scelta terribile che la legò a quello stesso Male che aveva sperato di sconfiggere. Tre anni più tardi, Rachelle ha messo la sua vita al servizio del Regno, combattendo creature mortali nel vano tentativo di espiare la propria colpa. Quando il re le ordina di proteggere il figlio Armand, l’uomo che lei odia con tutta l’anima, Rachelle riesce a farsi aiutare proprio da lui a trovare la spada leggendaria che potrebbe salvarli. Insieme, i due compiranno un viaggio pericoloso attraverso l’opulenza e le insidie delle élite di corte, dove non possono fidarsi di nessuno. Inaspettatamente alleati, Rachelle e Armand scopriranno l’esistenza di pericolosi, giganteschi complotti e magia occulta… e un amore che potrebbe essere la loro rovina. All’interno di un palazzo maestoso costruito su ricchezze incredibili e segreti pericolosi, riuscirà Rachelle a fermare l’arrivo di una notte senza fine?

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Il sentiero del bosco incantato” è un romanzo scritto da Rosamunde Hodge, secondo capitolo della serie “Cruel Beauty Series”.

Premetto che non ho letto il primo libro, ma posso assicurarvi che non ce n’è bisogno perché le storie non sono collegate.

Protagonista del romanzo è Rachelle Brinon, allevata dalla zia Leònie e futura Sposa dei Boschi, ha il compito di proteggere il suo villaggio dal Divoratore, il dio dei Figli della Foresta che un tempo teneva il mondo nelle tenebre.

La giovane viene un giorno marchiata da un Figlio della Foresta e, se vuole restare in vita, deve obbligatoriamente uccidere una persona entro tre giorni. Rachelle non vuole macchiarsi di un omicidio e tenta di raggirare questo “patto”, ma invano; è costretta così a uccidere e a diventare una Vincolata.

Dopo tre anni dall’accaduto troviamo la ragazza al servizio del Re poiché ha deciso di proteggere il popolo dai demoni. Essendo marchiata, Rachelle sente dentro di sé che il Divoratore è vicino e che è pronto a risvegliarsi facendo così di lei una Figlia della Foresta. Il re le affida il compito di proteggere suo figlio illegittimo, Armand, anch’egli marchiato come lei e a cui sono state amputate entrambe le mani poiché ha deciso di non uccidere nessuno quando è diventato Vincolato.

Oltre che con Armand, Rachelle avrà a che fare anche con Erec, un Vincolato come lei, a capo della Guardia del Re che le fa la corte spudoratamente senza mai darsi per vinto. La ragazza odia entrambi: da un lato Armand che crede un bugiardo perché è impossibile, secondo lei, sfuggire a un Figlio della Foresta, e dall’altro Erec, che nasconde dei segreti.

L’odio per Armand pian piano sembra diminuire quando comincia a conoscerlo meglio e forse quello che dice è vero; forse il ragazzo ha davvero un cuore pure come sostiene il popolo e potrebbe aiutarla nella sua lotta contro il Divoratore.

«Perché vuoi odiarmi?», gli chiese a bassa voce. «Perché adesso?». Lui strinse le labbra e distolse lo sguardo. Poi disse piano: «Perché sono terrorizzato dall’idea di fidarmi di te». ‘ Fece una risata incerta. «Ero pronto a ogni tipo di carceriere, tranne te».

La trama e la cover di questo romanzo erano riuscite a catturare la mia attenzione.

Una Cappuccetto Rosso rivisitata, così era stata descritta questa storia… peccato che l’unica analogia con Cappuccetto riguardi il mantello rosso che la protagonista indossa all’inizio del romanzo e il bosco.

L’elemento Dark presente nella storia è descritto molto bene: la Grande Foresta che vive e si manifesta all’improvviso insieme ai suoi Figli e al Divoratore, un’ombra che in un attimo potrebbe avvolgere tutto nelle tenebre.

Quello che ho apprezzato di meno è stata la scelta narrativa. Sarebbe stata una lettura originale e coinvolgente se la narrazione fosse stata meno pesante e più scorrevole. La trama si infittisce fino a diventare contorta e poco chiara. Bisogna rileggere più volte il testo per non farsi sfuggire dei passaggi importanti.

Concludendo, il romanzo non mi ha entusiasmato forse a causa delle mie alte aspettative. Con una narrazione differente credo che avrebbe riscontrato un parere più che positivo perché la storia è valida e diversa dal solito ma, siccome ho fatto fatica a leggerla, il mio giudizio purtroppo deve essere negativo.

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Recensione a cura di:

Arya

Editing a cura di:

Tayla

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