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Recensione: Il regno segreto – Serie: Il libro della polvere #2 di Philip Pullmann

 

Titolo: Il regno segreto

Serie: Il Libro della Polvere #2

Autore: Philip Pullman

Genere: Fantasy

Editore: Salani

Data di pubblicazione: 5 novembre 2020

 

 

  • Il Libro della Polvere: La Belle Sauvage#1

  • Il Regno segreto: Il libro della Polvere #2

 

 

Sono passati dieci anni da quando abbiamo salutato Lyra Belacqua, adolescente seduta su una panchina del giardino botanico di Oxford nel finale di Queste oscure materie. Nel Regno Segreto la incontriamo di nuovo, quando ormai è diventata più grande, ma anche più disincantata e disillusa. In questo attesissimo sequel, Lyra, ora ventenne, scoprirà luoghi dell’anima e del mondo di cui non aveva mai nemmeno immaginato l’esistenza e dovrà superare prove inattese e difficili che metteranno a dura prova il rapporto con il suo inseparabile daimon, Pantalaimon.
Nel grande, rocambolesco viaggio che li attende sarà coinvolto anche Malcolm, che nella Belle Sauvage era un ragazzino con una barca e la missione di salvare una neonata dall’alluvione, e ora è un uomo con un forte senso del dovere e il desiderio di fare ciò che è giusto. Una nuova, grandiosa avventura che si spinge oltre i confini di Oxford, attraverso l’Europa fino in Asia, alla ricerca di ciò che è stato dimenticato: una città creduta impossibile, un segreto nel cuore del deserto, il mistero della Polvere e una guerra tra fazioni sconosciute.
Dopo anni di attesa, con il nuovo ciclo del Libro della Polvere, Philip Pullman, uno dei più grandi scrittori viventi, torna nel sontuoso mondo allo stesso tempo familiare e straordinario di Queste oscure materie con un romanzo che è davvero un libro per i nostri tempi; un’avventura imponente in luoghi evocativi e indimenticabili ma anche uno sguardo stimolante su cosa significhi capire se stessi, crescere e dare un senso al mondo che ci circonda, qualunque esso sia.

 

 

Ben trovate, care Fenici! In questo secondo volume de Il libro della Polvere, l’autore ci accompagna in una nuova entusiasmante avventura. Ma venite con noi, il viaggio ha inizio!

Nel primo libro, abbiamo potuto assistere a uno spaccato di vita dell’infanzia di Lyra. La piccola, predestinata dalla nascita, ha dovuto affrontare da subito parecchie difficoltà. Alice e Malcolm, suoi custodi, non l’abbandonano neanche durante l’adolescenza. 

La ragazza, reduce di mille avventure, è ora una studentessa modello, o quasi. Diverse amiche e vecchi amori colorano la sua vita, ma la sua serenità è uno stato apparente di cose. Per chi di voi ha letto la precedente trilogia, Queste Oscure Materie, sa di cosa stiamo parlando; per i neofiti diremo soltanto che il motivo del suo malessere, e di quello del suo daimon, ha origine al momento della separazione dei due.

Ma facciamo un passo indietro:  ogni essere umano fin dalla nascita è affiancato da un daimon, materializzazione sottoforma animale della propria anima, che lo accompagna per tutta la vita. La maggior parte degli umani è impossibilitata a separarsi dai daimon, solo pochi individui, come le streghe, possono allontanarsene per distanze apparentemente infinite.

Lyra, per le sfortunate vicende de Il cannocchiale d’ambra, si trova a possedere tale capacità, ma ciò causerà una frattura emotiva tra lei e questa parte importante di se stessa, arrivando a un diverbio tale da spingere la propria anima ad abbandonarla. Pan (il suo daimon, per l’appunto) lo farà al solo scopo di aiutarla a credere nuovamente nella magia e nell’invisibile. L’educazione accademica della giovane, infatti, l’aveva portata a dimenticare tutte le cose incredibili che aveva vissuto in passato, lasciandosi influenzare dal nuovo pragmatismo sociale e religioso. E mentre eventi di una certa gravità rovinano la sua vita, lei è ora costretta a girare per il mondo alla ricerca di Pantalaimon, attraversando incredibili difficoltà e subendo violenze e abusi, riconnettendosi alla fine con la parte più intima di sé.

Mentre nel primo libro del nuovo ciclo non sono rimasta molto soddisfatta, a causa di un ritmo un po’ troppo canonico di narrazione, in questo secondo volume l’autore mi ha piacevolmente stupito, riprendendo la qualità e la dinamicità espressiva alla quale ci aveva abituato in precedenza.

In questo romanzo, a differenza degli altri, troveremo molta crudezza, scontrandoci con contesti razziali e atti di stupro (di cui sarà proprio vittima la protagonista), che sanciranno un dogma incontestabile: le favole sono finite, il mondo reale, per quanto orribile, è quello in cui la protagonista si sta muovendo adesso, pieno di brutture del quale il genere umano può essere fautore. Passiamo, quindi, dalla favola canonica (con fate maligne, viaggi omerici e isole composte di limbo) a tematiche forti, composte da colpi di stato e tragedie personali, che porteranno il lettore a subire gli stessi patimenti della protagonista, che lotta come una leonessa per sopravvivere alle avversità.

La tematica dell’amore sarà appena toccata, dovremo aspettare il prossimo volume per sapere quale fato aspetterà Lyra e Malcolm. L’uomo ha lasciato il posto al ragazzo che era prima, ed ora è pronto a dichiararsi alla bambina, che non è più tale; la protagonista, ormai donna, dovrà recuperare la parte di sé che credeva alle favole, per accettare di nuovo l’amore.

Molto belle le lettere che i due si scrivono, impegnati entrambi in una fitta rete di spionaggio per sventare le azioni del Magisterium. Lui mi piace perché è un uomo concreto, semplice e altruista, istruito ma umile, ingegnoso ma sensibile. Lyra capirà una parte dei suoi errori, grazie alle sue attenzioni, cominciando il difficile cammino di crescita scatenato dalla partenza di Pantalaimon.

Per il momento vi auguro una buona lettura. A presto, mie Fenici.

 

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