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Recensione “Il quadro di Lily” di Sarah MacLean (serie Scandali e guai #2)

Londra, 1834 – A causa del suo passato e delle sue origini scozzesi il Duca di Warnick detesta tutto ciò che è inglese, soprattutto l’aristocrazia. Per questo, nonostante abbia ereditato uno dei più antichi ducati d’Inghilterra, non vuole averci nulla a che fare. A maggior ragione dopo aver appreso che allo sgradito titolo si accompagna anche il ruolo di tutore di una donna troppo indipendente e bella perché lui possa occuparsene. Si reca quindi a Londra con un unico obiettivo: trovarle un marito e farla così diventare il problema di qualcun altro. Sarebbe un piano perfetto, se solo Miss Lillian Hargrove non si trovasse in un grosso guaio e non avesse davvero bisogno del suo aiuto. Costretto a starle accanto per salvarla da un terribile scandalo legato a un quadro, Warnick finirà per scoprire che, dopotutto, in Inghilterra c’è qualcosa che gli piace… anche troppo!

Due marchesi. Sei, tra conti e baronetti. Un proprietario terriero e i suoi tre figli. Un sacerdote. Un comandante di nave. Un cappellaio. Un allevatore di cavalli. E un duca. Un diluvio di tragedie che aveva compreso una disgrazia in carrozza, un incidente di caccia, una rapina finita male, un annegamento nel Tamigi, lo sfortunato esito di un’influenza e un problema davvero sconvolgente con un cormorano. E l’elenco non finiva qui. Diciassette duchi…tutti morti. E nello spazio di due settimane. Era stato un evento, anzi erano stati diciassette eventi senza precedenti nella storia britannica. Ma Bernard era un tipo zelante e dedito al lavoro, ancor più quando gli capitava di dover interpretare il ruolo di protettore di un titolo tanto antico e venerabile, nonché delle vaste terre (rese ancora più vaste dal rapido susseguirsi della morte di diciassette uomini, molti dei quali deceduti senza lasciare discendenti) e dei cospicui patrimoni (diventati ancora più cospicui per lo stesso motivo) a esso connessi. E così accadde che si ritrovò nel grande ingresso in pietra di Dunworthy Castle, nella fredda, ventosa, selvaggia Scozia, faccia a faccia con Alec Stuart, un tempo diciassettesimo nella linea di successione del ducato di Warnick e ora ultimo erede conosciuto.

Alec Stuart è duca da qualche anno ma, pur gestendo con grande maestria  le sue tantissime proprietà in Inghilterra, grazie al prezioso avvocato di famiglia, non vi ha mai rimesso piede. È in Inghilterra che ha subito il dispiacere di essere stato respinto dalla donna che  credeva di amare, che pur concedendogli il suo corpo ha poi sposato un uomo meno “selvaggio”, certo ben lontana dal presumere che una serie di circostanze lo avrebbero fatto diventare uno dei duchi più potenti e ricchi d’Inghilterra. Ed è sempre dalla stessa nazione che veniva sua madre, che lo ha sempre detestato ritenendolo sgraziato, grosso, una Bestia, come molte lady del ton un tempo lo hanno chiamato: “Bestia scozzese” adatto e prestante come amante, ma non certo come marito. L’unica cosa che il suo bravissimo avvocato non ha mai accennato nella sua corrispondenza, è che oltre alle proprietà, era suo compito anche provvedere ad una pupilla sotto la sua tutela. Ma lo scandalo che sta per scatenarsi sulla bellissima Lillian Hargrove, necessita che il suo tutore arrivi immediatamente a Londra. Una volta giunto qui, scopre così, che per amore la giovane donna si è messa in una situazione insostenibile, a giorni un suo dipinto molto particolare verrà esposto nella città e per lei sarà la fine di ogni possibilità di crearsi una famiglia. Alec, sente di aver mancato come tutore nei suoi confronti  ed intende fare in modo che la giovane trovi marito entro i giorni che mancano all’esposizione del quadro. Per farlo è disposto a dotarla di una dote principesca. Ma Lillit, che ha sempre desiderato sposarsi per amore, non intende adeguarsi ai desideri del suo irruente tutore.

Ritroviamo in questo secondo libro della serie “Scandali e guai” il duca di Warnick, amico fraterno del  marchese di Eversley, King ,che qui rivediamo sposato e innamorato di Sophie Talbot. È al marchese, che Alec si rivolge perché gli presenti una lista di nobili titolati che hanno bisogno di un grosso patrimonio, affinché Lillit possa scegliere il futuro marito. Del resto King, conosce molto bene l’artista che ha scatenato lo scandalo, tempo addietro frequentava una delle sue cognate, Sesily, ma fortunatamente lei era riuscita ad accorgersi in tempo di come quest’uomo vanesio, tenesse solo a se stesso e al suo desiderio di finire in prima pagina su tutti i giornali. È stato facile per Derek Hawkins convincere la solitaria Lillit di essere innamorato di lei, facendone la sua Musa e poi tradendola, promettendo di rendere pubblico un quadro che avrebbe dovuto essere visto solo da lui. Lillit del resto non ha mai avuto amici nell’ambiente del ton, veniva accettata solo perché sotto la tutela di un duca, ma essendo figlia di un amministratore non fa veramente parte del loro mondo,  e oltre a questo la sua grande bellezza la mette al centro di ogni invidia. Se in un primo momento la vediamo fragile e sola, pian piano grazie anche all’amicizia che le dimostreranno le famigerate sorelle Talbot, la vedremo diventare sempre più sicura di sé, decisa a non darla vinta a quelle persone che non hanno nessun biasimo per un uomo che l’ha ingannata ma che ritengono lei una poco di buono. E mentre Alec sta cercando ogni modo per proteggerla anche da se stesso, Lillit è ben decisa a dar vita ai suoi sogni con quell’uomo rude e sincero, che si è dimostrato più nobile di ognuno di loro.

Un libro che si rivela molto gradevole, scritto con uno stile scorrevole e con una trama originale, e cosa che amo particolarmente con un protagonista rude e protettivo a cui non importa nulla del ton.  Ho molto gradito ritrovare in toto le sorelle Talbot che rimangono personaggi di spicco, anche se in questo libro sono più defilate. Sono in attesa di avere tra le mani il prossimo di questa serie che mi permetterà di leggere la storia di Seraphina, la sorella Talbot  più triste e infelice. Insomma, che dire, una serie che sta diventando migliore ad ogni uscita.

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