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Recensione: Il giardino d’inverno – Serie: lavender shores #6 di Rosalind Abel

 

TITOLO: Il giardino d’inverno

AUTRICE: Rosalind Abel

EDITRICE: Quixote Edizioni

SERIE: Lavender Shores #6

GENERE: QLGBT Contemporaneo

DATA DI USCITA: 2 Novembre 2021

La palizzata vol. 1
Il giardino vol. 2
La veranda vol. 3
Il relitto vol. 4
Il nascondiglio vol. 5
In giardino d’inverno vol. 6

Adrian Rivera vive nel modo che più gli aggrada, sfidando la sua famiglia a Lavender Shores per passare le giornate a coltivare la terra della meravigliosa California del Nord. Per niente attratto dal sogno del vero amore, la sua vita sociale è sempre stata all’insegna del sesso e dei momenti di fugace piacere.
Harrison Getty è passato dall’essere un quarterback di successo della NFL al diventare l’icona gay d’America, oltre che a una stella dei reality; il suo matrimonio verrà addirittura trasmesso in diretta nazionale. Tuttavia, si sente intrappolato in una vita hollywoodiana scelta per lui da altre persone. Per tornare a respirare, scappa da ogni cosa…
L’attrazione di Adrian nei confronti di Harrison è aumentata sempre più nei mesi in cui si sono conosciuti, anche mentre Harrison si apprestava a sposare un altro uomo. Una scintilla li colpisce, risvegliando passioni ed emozioni che spingono Adrian a capire di avere trovato “la persona”, l’amore destinato a lui. Ma nella sua fuga, Harrison riuscirà a fermarsi abbastanza da comprendere il suo stesso cuore?

Harrison e io avevamo passato insieme una manciata di minuti. Ma quei minuti, anche se non erano stati molto più che sesso – desiderio passionale e animalesco, calore e chimica – mi avevano scosso nel profondo, e non ero sicuro che sarei potuto tornare a essere l’Adrian di una volta, quello che ero stato prima che Harrison avesse cercato il mio sguardo nella pioggia. (Tratto dal libro)

 Harrison, ex giocatore di football, modello di intimo e protagonista di un reality, già dalle prime righe ci appare succube del fidanzato che è in procinto di sposare. Si capisce da ogni suo gesto e pensiero che si sente in trappola, sta facendo diverse cose senza desiderarle davvero, solo nel tentativo di compiacere l’altro. Non è chiaro se vi sia buona o cattiva fede nel  futuro marito, certo è che lui non si rende conto di essere manipolato fino a quando, in preda a una brutta sensazione, bacia un altro uomo e fugge dall’altare lasciando il malcapitato su due piedi.

Non avevo capito, né me lo sarei aspettato. Ma in mezzo a quel campo, mentre premevo le labbra sulle sue, seppi ciò che stavo facendo. Ero consapevole di ciò che desideravo. (Tratto dal libro)

Questo moto di ribellione è solo la prima crepa nella sua maschera patinata di uomo-immagine, ma il percorso che lo porterà a mettere in dubbio la sua intera identità è molto più complesso e lungo.

Non parlammo per un po’, contenti di respirare e rilassarci l’uno nel calore dell’altro, proteggendoci dalla fresca brezza dell’oceano. Anche se avevamo trascorso il pomeriggio come pianificato, con un film, un riposino, baci e carezze che anticipavano la conclusione della nostra serata, in quelle ore non avevo mai avuto la sensazione che fossimo soltanto noi due. Non me ne ero reso conto, ma in qualche modo, pur nella solitudine, il mondo intero ci aveva guardato. Will, la mia famiglia, tutti. (Tratto dal libro)

L’uomo che Harrison bacia prima di andare all’altare è Adrian, per il quale scoprirà di provare un’attrazione fortissima che sfogherà anche nei giorni successivi al non-matrimonio.

Le cose con lui si faranno subito serie, tuttavia Harrison non ha risolto le crisi esistenziali che lo portano ad avere una identità fragile. A causa della popolarità e del suo passato, ha la percezione di essere un fake, di vivere la vita di qualcun altro, di aver mostrato agli altri ciò che vogliono negando se stesso e i propri desideri.  Questo lato “uomo immagine” ha finito per sostituire la sua personalità, che scopriremo tuttavia non essere mai davvero nata, oscurata da un finto Harrison costruito ad arte per proteggere il fratello e accontentare suo padre, prima, e il pubblico/agente/fidanzato, dopo.

Il fatto che la sua esistenza sia spiattellata su tutti i tabloid, poi, alimenta le sue incertezze e diventa un fattore scatenante che lo manda definitivamente in crisi: se lui stesso non conosce la propria identità reale, come può un altro uomo amarlo davvero “per quello che è”?

«Fai l’amore con me. Per favore.» Adrian sorrise ancora, ma con più dolcezza. I suoi occhi sondarono i miei tanto a lungo che pensai che mi avrebbe rifiutato, ma poi annuì e proruppe di nuovo in una lieve risata. «Sì. Anche se non avrei mai immaginato di usare quel termine, è esattamente quello che faremo.» (Tratto dal libro)

 Quella che nasce come una commedia romantica deliziosa, in cui il giardino d’inverno nella campagna di Adrian è il nido d’amore per incontri carnali anche molto passionali, oltre che romantici, in seguito prende la piega di un romanzo introspettivo e profondo che va a esplorare la crisi di identità di Harrison alla ricerca di una maggiore solidità. E per quanto Adrian sia una persona dolcissima e ben centrata, e faccia del suo meglio per lasciare spazio alla personalità del partner, per quando Harrison provi e sperimenti (anche parafrasando impropriamente Julia Roberts), non è detto che il loro amore sia sufficiente.

Quando avevo cominciato a temere l’appuntamento, a causa dello stress dovuto all’organizzazione, capii che essere Harrison non significava capire come essere perfetto in ogni momento della giornata. Significava respirare, essere abbastanza, anche se non era perfetto. (Tratto dal libro)

 È una storia che mi ha convinta, a partire dai due protagonisti ben caratterizzati e piacevoli (Adrian, in particolare, ha quella maturità e leggerezza capace di ancorare qualsiasi animo fragile), ma anche nel mix di ingredienti che vanno dall’aspetto erotico al romantico, e in particolare per il modo in cui la commedia divertente e leggera si fa sempre più introspettiva acquisendo spessore.

Se devo trovare un aspetto migliorabile, avrei preferito un finale più esplosivo e d’impatto.

Avevo avuto una buona vita. Piuttosto semplice, bella. Ero stato fortunato, benedetto, perfino privilegiato, ma nulla mi era mai sembrato magico. Niente mi aveva mai dato la sensazione di essere magia. Con quel pensiero, lo capii. Sapevo di non avere mai provato la magia, perché la stavo sperimentando in quel momento per la prima volta. (Tratto dal libro)

 

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