♦ Traduzione a cura di Cristina Fontana
Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦
Simon Bryan, sovrintendente al Lost Cow, è preoccupato per Luke, che da dodici anni è il suo capo e il suo possessivo compagno.
Ancora turbato dall’alluvione che gli ha portato via il cavallo, Luke ha posticipato l’operazione al ginocchio, e i suoi incubi stanno aumentando. La cosa peggiore, però, è che sta nascondendo le proprie emozioni al suo uomo.
Per aiutare l’amante a superare questo momento, Simon prepara un regalo di Natale speciale, ma sarà il dono di Luke che cambierà la loro relazione per sempre.
Prima di parlare di questo racconto, è doveroso fare una premessa: io non mi permetterei mai di fare spoiler in una recensione perché, pur non avendo alcun problema con le notizie su libri che non ho ancora letto, comprendo chi non vuole saperne nulla prima di averli effettivamente sotto gli occhi. In questo caso, però, sarò costretta a fare un’eccezione alla mia regola, dal momento che Il dono di Luke è ambientato dopo il terzo romanzo di questa serie, Papa’s Boy, ancora inedito qui in Italia, e dagli avvenimenti di tale libro prende spunto per concludere la vicenda di Simon e Luke. Sicuramente la Dreamspinner farà avere quanto prima la versione tradotta di Papa’s Boy al suo pubblico italiano, andando a inserire anche il terzo tassello in questa serie, che si compone di tre romanzi e di questo racconto conclusivo.
Il dono di Luke si apre con i due protagonisti alle prese con le conseguenze dell’incidente occorso a Luke in Papa’s Boy, sul quale non mi dilungherò per non svelare troppo; basti sapere che l’ha lasciato con un ginocchio infortunato da operare, incubi sulla morte della sua adorata cavalla, Lulu, e paure profonde, al punto da fargli scegliere di occuparsi delle galline piuttosto che rimettersi in sesto fisicamente e tornare a partecipare alla vita del ranch (e se conoscete Luke capirete subito che preferire le galline è veramente preoccupante). I problemi di Luke si riflettono sulla sua relazione con Simon, che non sa più come fare per riavere il suo “capo”, al quale fare il consueto rapporto mattutino.
“Voglio soltanto te.”
“E io rivoglio il mio Luke, non il vecchietto che zoppica per il cortile. Voglio poter fare al mio capo il rapporto mattutino senza il pensiero che alla fine si ritrovi sofferente. Non voglio che il mio amante debba prendere delle medicine per funzionare a dovere.”
L’amore che unisce questi due uomini, tuttavia, è più forte che mai e Simon deve solamente trovare il modo di strappare Luke ai propri timori, facendogli capire che niente è più importante di loro due, della certezza che saranno sempre tutto l’uno per l’altro. La splendida gelosia e l’estrema possessività di Luke dovranno tornare a ruggire, facendo arrossire di nuovo tutti i lavoratori del ranch, anch’essi preoccupati per lui.
“Lascia che ti baci, Luke. Mi sento perso e ne ho bisogno.”
Lo baciò teneramente sulle labbra, sfiorandole finché non si ammorbidirono sotto le sue. Continuò a baciarlo con dolcezza e delicatezza finché non fu ricambiato.
Scegliere di essere coraggiosi significherà sconfiggere non solo i problemi fisici, ma anche infrangere le ultime barriere di una società ostile. Con il Natale alle porte e il sostegno della comunità, finalmente riunita sotto la guida di Noah (anche qui il racconto ci svela gli esiti della vicenda, ma sarà in Papa’s Boy che tutto troverà una spiegazione e una giusta conclusione), l’amore tra Luke e Simon chiuderà il cerchio di questa serie, lasciandoci con un sorriso e forse una vena di malinconia, perché di sicuro questi due uomini ostinati e passionali mancheranno a molte lettrici.
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