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Recensione: Hostile Saint: La vendetta di un Santo -Serie: Steel Stallions MC #1- di India R. Adams

Titolo: Hostile Saint: L a vendetta di un Santo

Autore: India R. Adams

Editore: Triskell Edizioni
Genere: Dark Romance
Serie: Steel Stallions MC #1
Data di pubblicazione: 12 Ottobre 2022
Due sole parole: per sempre.
Ecco perché devo ritrovarla.
Ecco perché farò tutto ciò che è necessario.
Ecco perché ucciderò chiunque cercherà di fermarmi.
Per sempre…
Sì, lei per me è proprio questo. Dato per morto, Tate non ha molta scelta: deve fidarsi degli sconosciuti che sono arrivati sgommando nella sua vita in sella a motociclette che ruggiscono come draghi.
Lo aiuteranno? O porteranno altro dolore alla persona che ama di più al mondo?
Hostile Saint: La vendetta di un Santo #1

Lacey, aggrappata alle sbarre con una mano, aveva teso nervosamente l’altra il più possibile attraverso gli spazi. «Sei reale,» sussurrò. L’espressione di stress misto a sollievo sul suo viso mi fece capire quanto fosse stata sola. Lacy forse non si ricordava di me, ma il suo cuore sì. E il mio piangeva per lei.

 

Che meraviglia!

Una storia commovente dall’inizio alla fine, per la sua intensità, per il dolore che ci fa provare.

Un ragazzo e una ragazza non ancora maggiorenni che hanno passato la vita a soffrire a causa dei loro fratelli sadici. Torture che scopriamo pagina dopo pagina, mentre seguiamo il modo in cui, con due strade diverse, Lacey e Tate hanno trovato il modo per uscire da questo inferno.

Lacey si è protetta dal dolore perdendo la memoria e Tate non vuole lasciarla andare, soprattutto adesso che hanno la possibilità di iniziare una vita insieme: quindi decide di farla innamorare di nuovo di lui.

 

Il sorriso angelico che tanto amavo ricomparve lentamente. «Penso di sì.» Aprii e richiusi le mani. Volevo stringerla, un bisogno insopportabile a cui mi costrinsi a resistere. Cristo, quanto ti amo… Lei sospirò. «Io sono Vera.» Aspetta, cosa? V-Vera? Cercai di non spalancare la bocca e balbettai: «I-Io sono Tate.» Lei fece un sorrisetto. «Sei sicuro?» Ingoiai una risata per non farmi sentire. «Mi stai prendendo in giro?» “Vera” ci pensò su per un attimo, poi disse a se stessa: «Forse sono divertente…» Stava cercando di ricordare chi fosse. Quel pensiero mi stritolò il cuore. Avrei voluto gridare tutte le sue magnifiche qualità, dirle ciò che voleva sapere su se stessa, ma lei stava percorrendo un sentiero nuovo. Dovevo lasciare che lo facesse alla sua velocità.

 

 

Lace è la ragazza di Tate, la donna che ha sposato con una dichiarazione all’interno di un bagagliaio appena prima di essere torturati e forse uccisi. Il suo personaggio rimane una stella polare, una lacerazione del cuore, un obiettivo, una speranza, qualcosa di dolce che noi continuiamo a sognare, che continua a fare male, una nostalgia.

Presente nell’illusione, è un personaggio che compare meno rispetto a Tate. La storia è calata proprio su di lui, sulla sua evoluzione, sul riprendersi dal dolore, sul superare i traumi, trovare il coraggio, la forza di affrontare il passato per vincere.

 

«ci hanno insegnato che tutti, a prescindere dal colore della pelle e dalla razza, hanno il diritto di colpire. Anche tu, ragazzo, e non importa cosa ti abbiano detto i tuoi cosiddetti fratelli. Ti sto dicendo tutto questo per farti capire che non ti costringerò mai a fare nulla, né ti giudicherò se non vorrai fare qualcosa. Ma… sarei davvero fiero di te se scegliessi di affrontare i tuoi demoni.»

 

Hostile Saint è un cazzotto nello stomaco, una pugnalata che aspetta di rimarginarsi. Ci sarà, sì, la guarigione. Una guarigione violenta, sofferta, un percorso che dovrà sanare prima il fisico, poi la mente e infine il cuore.

Tate, in fin di vita, viene salvato da un gruppo di motociclisti e con loro trova per la prima volta una famiglia di persone, amorevoli a modo loro, con cui creare un legame forte, che lo circondano come una corazza e che si fanno scudo l’un l’altro contro i suoi nemici.

Un meraviglioso processo di rinascita da vittima a vincitore, ma si tratta anche di un percorso di elaborazione del trauma, che lui affronta grazie al sostegno degli Stallion assecondando i suoi tempi, le giuste modalità, con la gradualità necessaria per vivere i ricordi e le rivelazioni di un mistero che sembra farsi sempre più fitto dietro al suo passato.

Un percorso tenerissimo e allo stesso tempo molto crudo, duro. Lo viviamo in piene lacrime, completamente nell’animo di Tate e di Lace.

 

Avrei voluto implorarla di chiedermene ancora, ma la mia voce si spezzò mentre le dicevo: «Ti ho portato un milkshake.» Il vero significato delle mie parole però era diverso. Ti ho portato il mio cuore, la mia anima, le mie speranze, che sono e saranno per sempre tuoi. E lei lo capì, perché la sentii mormorare, «Per sempre,» mentre si sollevava dal cuscino per baciarmi.

 

Molto affascinanti anche il ruolo e le caratterizzazioni dei ragazzi del Motor Club che hanno salvato la vita di Tate aiutandolo a riconquistare la sua donna. Pur non essendo propriamente persone rispettose della legge e “per bene” secondo i canoni, hanno un cuore, empatia, dei valori, e non possono evitare di prendersi cura di un cucciolo ferito e torturato praticamente a morte, sofferente nell’anima oltre che nel fisico.

 

«Ecco cosa intendevo.» Gesticolò verso di me con le sue enormi mani. «Sei un moccioso di diciassette anni che è quasi sempre pronto ad andare avanti. Non importa quanti calci tu abbia preso.» «Che alternative ho?» chiesi con una scrollata di spalle. «Be’,» disse sgranando gli occhi e ammiccando. «Tanto per cominciare puoi incazzarti di brutto per ciò che ci hai appena raccontato, e… e…» «E ossessionarmi su quei ricordi orrendi che non riuscirò comunque mai a dimenticare?» Di colpo irritato ringhiò: «Sì. Crogiolatici. Lascia che ti divorino vivo. Ma che cazzo hai da sorridere?» «A parte mio padre tu sei il miglior insegnante che abbia mai avuto,» dissi sorridendo. 

 

È una storia che parte già con un altissimo tasso di violenza, sadismo, sangue e brutalità, quindi consigliato solo a un pubblico adulto e consapevole, con lo stomaco di ferro.

Per quanto siano alternati momenti e pause introspettive, alcuni che approfondiscono la creazione di un legame affettivo con un uomo che guadagna coi gesti, i consigli e l’ascolto un ruolo di padre putativo per il nostro protagonista diciassettenne, altri ancora più divertenti e spensierati tra una piccola comunità di motociclisti, che accolgono un nuovo “cucciolo di lupo”, vi sono episodi a ritmo più serrato, relativi all’indagine sull’enigma che spiega i comportamenti che i fratellastri di Tate e Lace hanno perpetrato fin da piccoli nei loro confronti. Ogni scoperta è una coltellata in più anche per noi, un affondo ulteriore per dilaniare un cuore già straziato, e allo stesso tempo è uno strato in più nell’armatura di questo Guerriero della Vita, che non si lascia abbattere mai, che continua a sorridere, a guardare al futuro, alle cose belle della vita, al suo tenero angelo.

 

E quando due cuori si ascoltano… Tra le lacrime Lacey annuì. «Sono pronta.» «Per cosa?» chiesi, confuso. «Per farti innamorare perdutamente di me.» Eccolo lì. Il giorno in cui avrei finalmente baciato mia moglie. Abbassai le labbra sulle sue e mi chiesi quante coppie sposate davano per scontati quei momenti. In quanti avevano patito così tanto la mancanza di un simile tocco? Quella notte, prima ancora che le nostre labbra si toccassero, giurai a me stesso di assaporare ogni bacio che mi avrebbe dato. I prossimi mille o solo quello: non importava, li avrei trattati tutti come il dono che erano. L’amore. 

 

Preparatevi a scrosciare di lacrime: per la tenerezza di questi giovani adolescenti che non hanno mai avuto una vita, per il candore di un amore purissimo, viscerale, corporeo che due anime hanno sigillato al di là dei ricordi coscienti.

 

Tutto ciò che sapevo di quella giovane donna tornò a lei. Adesso che sapeva chi era anche la sua voce era diversa. «Tate, ho avuto tanta paura. Ero così sola.» Le baciai le labbra ancora e ancora per farle capire quanto avessi sofferto senza di lei, e quanto mi fossi rifiutato di arrendermi. Quanto la volessi, in tutti i sensi. A prescindere da chi fosse o chi sarebbe diventata. «Ancora.» Prese di nuovo le mie labbra. Le nostre lacrime continuarono a mischiarsi in quella notte d’amore infinito. Lei trattenne il fiato e mi prese il viso come se non avesse mai amato quanto amava me.

 

 

 

 

 

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