Grimm ha rinunciato al suo vero nome, Gavrael, dopo aver assistito, 14enne, al massacro della sua gente per mano di un clan rivale, nonché all’omicidio di sua madre per mano – crede – del suo stesso padre. Quello stesso giorno maledetto in cui, animato dalla sete di vendetta, confuso, impaurito, ha invocato Odino, diventando un Berseker, un guerriero dotato di forza sovrumana che, si dice, riceva i suoi poteri direttamente dagli dèi per combattere le ingiustizie… Quello stesso giorno in cui, dopo aver massacrato da solo dozzine e dozzine di uomini, fugge e vaga ramingo per la foresta fino a trovare asilo a Caithness, dove conosce la piccola Jillian. I due crescono insieme all’ombra di un amore profondamente sentito ma mai dichiarato perché Grimm non può permettersi di amare. La pazzia che ha colto suo padre potrebbe colpire anche lui, spingendolo ad uccidere colei che ama. Per tale motivo, lui si impegna a maltrattare Jillian, a farsi odiare, a spingerla in ogni modo tra le braccia di un altro. Ma non basta.
Nel secondo libro della Moning ho visto uno stile che cresce e che continua a far sognare. Dopo aver letto il primo libro della saga degli Highlander, “Amori nel tempo”, speravo che il famoso Grimm delle stelle cadenti (così l’ho soprannominato) fosse il protagonista di una storia tutta sua… e non sono rimasta delusa.
Questa è la sua storia: di quell’amico fidato di Hawk che esprime desideri guardando le stelle cadenti, personaggio affascinante che nel primo libro tanto ci ha incuriosito.
Grimm rifugge l’amore con tutto se stesso, per proteggere colei che ama, perché non può permettersi di provare un sentimento così intenso verso una fanciulla che lo ama da sempre e che potrebbe subirne le conseguenze. Il suo comportamento, per almeno la metà del libro, ce lo rende odioso. Tanti i battibecchi che riducono Jillian sull’orlo delle lacrime, tante le cose che lui dice appositamente per allontanarla.
Ma tutto questo non sarà sufficiente.
In questo libro l’amore di lei è testardo, perseverante. Lei sa perfettamente ciò che vuole e come ottenerlo, facendo breccia nel muro che lui ha eretto intorno a sé. Jillian è una figura attuale in un’ambientazione bellissima e superbamente descritta, quella della Scozia medievale.
Spoilerando un po’, mi ha suscitato molta tenerezza Ronin, il padre di Grimm, che, avendolo atteso per quindici anni, attende il ritorno del figlio vestendosi in maniera elegante e raddrizzando la schiena, ansioso di riconquistare il suo amore e con la paura e la timidezza di non riuscirci.
Non manca il colpo di scena: il traditore, in questa storia, è insospettabile… o quasi. Sicuramente la componente thriller esercita un bellissimo contrasto con l’aspetto romantico della vicenda.
Così come non manca il momento epico che sempre ha fatto sognare le donne di tutte le età: il cavaliere che interrompe il matrimonio sbagliato della sua amata e, davanti a tutti, la porta via con sé.
Ancora una volta, la Moning non ci delude: un libro che vi farà tirar fino al mattino!
Recensione a cura di:
Babila
Editing a cura di:
LaContessa