Titolo: Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe
Autore: Grady Hendrix
Genere: Horror
Editore: Mondadori
Pagine: 437
Data di uscita: 07/07/2020
Difficile la vita di Patricia Campbell: il marito è troppo impegnato col lavoro, i figli con le loro vicende, l’anziana suocera ha bisogno di cure costanti per cui Patricia è sempre in ritardo nel suo infinito elenco di faccende domestiche. La sua unica oasi felice è un gruppo di lettura, formato da donne unite dal comune amore per il true crime. Nei loro incontri, invece che di matrimoni, maternità e pettegolezzi, si parla della famiglia Manson.
Ma un giorno James Harris, bello e misterioso, viene a vivere nello stesso quartiere di Charleston e si unisce al gruppo. James è un uomo sensibile, colto e fa sentire a Patricia cose che non provava da anni. Eppure c’è qualcosa di strano in lui: non ha un conto in banca, non esce durante il giorno e la suocera di Patricia sostiene di averlo conosciuto da ragazza.
Quando i bambini di colore cominciano a scomparire senza che la polizia faccia nulla, in Patricia e nelle amiche si fa strada il sospetto che James sia un serial killer, ma nessuno al di fuori del gruppo ci crede.
Sono loro ad aver letto troppi libri di true crime o quello che si aggira nelle loro case è un mostro vero?
Care Fenici, abbiate pietà ma questo è il primo horror che leggo e se non ha spaventato me dubito fortemente che spaventi chiunque di voi. Addirittura mi sono addormentata nel mezzo della lettura il che non depone a favore di questo genere fin troppo abusato. Le scene che teoricamente dovrebbero far rizzare i capelli dalla paura sono talmente assurde da sconfinare nel tragicomico, però c’è del salvabile.
Tutta la vicenda gira attorno a un gruppo di casalinghe degli anni ’90, in particolare a Patricia, una donna sposata con uno psichiatra competitivo e desideroso di elevarsi socialmente. La donna ha due figli e una suocera con demenza senile a cui badare. La situazione delle altre donne del gruppo è più o meno la stessa: marito che lavora, figli da crescere e casa da pulire, ma, malgrado il lavoraccio (vi giuro che non le invidio affatto), si ritagliano qualche ora di tempo per riunirsi in un club del libro. La parte interessante della storia è proprio questa, e anche il rapporto con quegli idioti dei mariti, che le danno per scontate e le trattano come minorate mentali. Patricia, in particolare, subisce dal marito una certa dose di indifferenza e biasimo, soprattutto per l’educazione dei figli, che pesa totalmente sulle sue spalle. Non so se tutti gli psichiatri sono così, ma questo in particolar modo non passa molto tempo con loro, per poi infierire sulla moglie a ogni loro cambiamento di umore e rifilare qualche pillola invece di passarci del tempo assieme. Questa forse è la parte più drammatica, il resto è fuffa. Meravigliosa la suocera della donna che, malgrado la demenza, mantiene una sorta di magia bianca in grado di capire le varie forme del male, soprattutto in James Harris. Costui è un vampiro, è inutile girarci tanto intorno, ma della figura osannata, studiata e ripresa da molti autori non ha assolutamente nulla. La tradizione viene leggermente ripresa, come il comando sulle piccole forme di animali (topi e insetti), una certa bellezza ammaliante, il necessario invito per entrare in una casa non sua e la grossa allergia al sole. Sembra quasi che l’autore abbia pescato a caso dal mucchio un po’ di vecchie regole e abbia creato questa specie di creatura che non avremmo disdegnato in qualche episodio di Supernatural o di Grimm. Anche gli omicidi, le case invase dai ratti, l’induzione al suicidio di giovani bambini sembra qualcosa di falso e malamente costruito, addirittura risulta noioso e assurdo.
Un horror deve suscitare la paura e il terrore, ma se nemmeno Patricia mostra un minimo di tutto ciò, come possiamo provarlo noi?
Ciò che è stato ben curato è sicuramente la situazione americana moderna, la misoginia e il grosso problema della poca considerazione per la fascia di popolazione di colore che affligge il Paese. Se poi ci mettete che le principali vittime del vampiro sono proprio le persone nere a cui nessuno presta sostegno o giustizia avete delineato il quadro completo di disfacimento culturale. Da questo punto di vista il libro non ha pecche, anzi la scrittura fluida e l’editing perfetto contribuiscono a immaginare questo periodo storico non lontano da noi. Ciò che non regge è la trama. Il finale è ben costruito, anche se lo avrei preferito più negativo o almeno spaventoso, invece le emozioni che prevalgono sono la tristezza e la rabbia. Mi è piaciuto l’incastro dei vari personaggi e l’amicizia delle casalinghe che, malgrado la società, mettono al di sopra di tutto i propri figli. Una figura pessima la fanno gli uomini, ma questo immagino sia voluto e fidatevi che odierete loro più del vampiro.
Sinceramente non me la sento di consigliarvelo, non vi resta nulla e, almeno per quanto mi riguarda, non invoglia a una seconda lettura né a leggere altri horror in generale.