A volte bisogna fare un salto nel buio, mollare tutto e seguire i propri sogni. Claire Flannery ha trovato il coraggio di farlo. E adesso?
Claire ha lasciato il lavoro per scoprire la sua vera vocazione, ma non sa da che parte cominciare. Correre la maratona di New York? Finire di leggere tutti i classici lasciati a metà? Di fronte a lei ci sono tantissime possibilità, forse troppe.
E intanto le giornate passano tra un giro su internet, un bicchiere di vino di troppo a pranzo e gli incoraggiamenti della nonna («Ricordo cosa significa avere la tua età. Certo, io avevo già quattro figli…»). Gli altri intorno a lei sembrano avere tutto sotto controllo, a Claire invece sta sfuggendo tutto di mano.
Intenso, tenero e divertente, il brillante esordio di Lisa Owens è la storia di una donna in un delicato momento di cambiamento, il diario di una trentenne confusa e (in)felice: la voce fresca e profonda della nuova generazione è arrivata.
Se potessi racchiudere in un’unica frase la recensione di questo libro sarebbe: non acquistatelo! Purtroppo però non posso svignarmela in questo modo, quindi ora vi spiegherò il perché di questa mia decisione.
Tutto inizia con Claire che lascia il suo lavoro e si mette alla ricerca di uno che possa piacerle veramente. Comincia quindi a pensare a quale potrebbe essere l’impiego giusto, quello che ti appaga e che ti rende felice. Nella sua testa sembra facile, purtroppo ben presto capisce che non è affatto così. Sin da subito si capisce che la nostra protagonista non ha per niente le idee chiare quindi, nella ricerca online, passa dal “scrivere le targhette delle vie con i nomi di personaggi famosi” all’insegnamento alle scuole elementari! Tutti intorno a lei si rendono conto che in realtà non è solo il lavoro ciò di cui Claire ha bisogno, ma anche di un suo posto nella società. Sì perché i suoi amici sono tutti ben sistemati, chi con una famiglia e chi con un ottimo lavoro. In tutto questo ci sono anche la madre, con la quale litiga a causa di una sua gaffe durante il funerale del nonno materno, il padre che a quanto pare anche lui ha problemi lavorativi e la nonna, vedova, che secondo me è il personaggio più divertente in tutto questo romanzo sovraffollato. Claire ha un fidanzato dolcissimo e paziente (per fortuna) che sta terminando il praticantato in medicina ed è l’unico punto saldo della ragazza poiché le sta accanto in tutte le sue decisioni.
Il racconto viene descritto dalla protagonista: troviamo momenti della sua quotidianità, come per esempio lei che è sulla metro, lei che va al bar, lei che vede l’amica… In pratica è come se stesse filmando la sua vita. Io credo che se l’avessi letto in lingua originale l’avrei apprezzato. Sono presenti degli sketch che però ho trovato molto noiosi (a parte la storia della buddleia), non ho mai neanche sorriso. Ho trovato il personaggio di Claire una donna frustrata e insicura. Ho letto molti libri divertenti o “comici”, in quanto sono i miei preferiti, ma questo è stato un totale disastro, centottanta pagine di noia mortale, era come leggere un libro specialistico di Psichiatria!
Il colpo di grazia è stato l’impaginazione: scomoda a tal punto da riuscire a farmi perdere il segno.
Questa è la prima volta che mi capita un libro così, ci ho pensato qualche giorno proprio per trovare il modo per esprimere il mio disappunto.
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