Titolo: Eredità d’amore
Autore: Maria Masella
Genere: Romance storico
Editore: Mondadori
Pagine: 289
Data di uscita: 02/01/2021
Genova, Regno d’Italia, 1863. Anna ha lasciato Viareggio e i suoi parenti per raggiungere Pegli, un borgo nella riviera di Ponente. Ha affrontato il viaggio sperando che il tenente Federico Martelli mantenga la promessa di sposarla. Di lui non sa molto, soltanto che è un ufficiale del Regio Esercito e un proprietario terriero. Una volta giunta a destinazione non trova Federico, ma sua sorella, che governa la tenuta, e un cognato. Anche la casa non è come l’immaginava. Resta, perché non può fare altro. Resta, perché continua a sperare di non essersi illusa sui sentimenti del giovane Martelli, ma quando lo rivede la sua confusione aumenta. Cosa prova Federico? E lei, in fondo, cosa prova per lui?
“Io lo capisco Federico, so come si sente. Perché io l’ho provato. Quando sei lì, solo, nella notte, scopri cosa è davvero importante, scopri cosa illumina il buio, scalda la notte e ti fa battere il cuore. Federico ha capito che per lui l’amore di Anna conta più di tutto il resto. È la carta di maggior valore del suo mazzo.” (Tratto dal libro)
Piccola premessa necessaria: Eredità d’amore, con protagonisti Federico Martelli e Anna, è il seguito di un altro romanzo, ossia Debito d’amore che ha invece come protagonisti la sorella Francesca Martelli e Daniele. Le due storie sono strettamente collegate, ed è importante leggerle in ordine altrimenti si rischia, come nel mio caso, di rimanere confinati in uno stato di confusione e incompletezza perenne, poiché non mancano i richiami e soprattutto sono date per scontate molte cose, a cominciare dal ruolo degli altri amici e familiari dei Martelli (presentati ed esplicati nel romanzo di Francesca).
Fatta questa doverosa precisazione, la storia del tenente Federico Martelli e della sua dolce metà si svolge nella nostra bella patria in un periodo storico turbolento ma affascinante: la nascita del Regno d’Italia. Non ho mai letto romanzi ambientati in questo scenario, di cui rimembravo solo vaghi ricordi scolastici eppure, nonostante l’autrice non ci dia un vero e proprio excursus storico o una spiegazione di alcuni termini più arcaici, ho comunque potuto percepire l’atmosfera di confusione, ribellione e anche speranza che all’epoca gravava nell’aria e nell’animo degli italiani, provati dalla recente guerra e ancora estranei tra loro.
La piaga del brigantaggio, la questione meridionale, l’espropriazione delle terre, la nuova borghesia: tutto concorreva in un’epoca difficile, dove il primo pensiero era sopravvivere e non certo trovare l’amore. È qui che incontriamo Federico, un baldo e affascinante tenente, amante della bella vita e delle belle donne.
Federico è un uomo essenzialmente immaturo, nel suo passato ci sono errori che hanno ferito la sua amata sorella e sta cercando di migliorare se stesso e superare l’egoismo e la noncuranza che l’hanno portato sulla strada sbagliata. Non è un personaggio che si fa amare a prima vista, anzi tutt’altro, ma pian piano il lettore riesce a percepire la sua maturazione, e quindi ad apprezzarlo, sebbene conservi gelosamente fino alla fine una certa inclinazione a nascondere verità sgradevoli.
La sua controparte è la dolce e ingenua Anna Olivari, che si trova a dir poco in una situazione scomoda: la ragazza infatti è rimasta orfana ed è stata affidata a degli zii tutt’altro che amorevoli, che la trattano quasi come una serva e vorrebbero farla sposare con un uomo che potrebbe essere suo nonno… in pieno stile Cenerentola insomma!
Un leggero flirt con Federico e qualche lettera scritta dal tenente, la spingono a fraintendere il loro rapporto e a fuggire di casa per raggiungerlo, sperando nel matrimonio… grande è l’imbarazzo, arrivata alla tenuta Martelli, nello scoprire che non solo Federico la ricorda appena, ma nemmeno si trova lì!
Qui incontriamo Francesca e Daniele, personaggi secondari ma così forti e vibranti da bucare letteralmente le pagine e rimanere nella mente del lettore ben più impressi della coppia protagonista (e, lo ammetto, incuriosendomi molto riguardo la loro storia, che sembra essere stata a dir poco sofferta e scoppiettante!). Tanto Anna è una ragazza pudica, ligia alle regole e formale, quanto Francesca è disinibita, schietta e quasi mascolina. Per Anna vivere con lei è come aprire gli occhi su un nuovo mondo, e l’affetto che le viene dimostrato e l’amichevole informalità che la circonda (cosa impensabile nelle classi più alte, come quella a cui lei appartiene) la sciolgono molto e, cosa più importante, la spingono a non vedersi più solo come moglie di qualcuno o ragazzetta orfana e senza talento, ma come una donna piena di abilità e coraggio… un coraggio che le sarà indispensabile quando la sua storia d’amore con Federico giungerà a un bivio, per colpa dell’avidità e dell’invidia di persone a loro vicine.
Il rapporto tra i due l’ho trovato purtroppo poco coinvolgente, anche perché entrambi sono personaggi che fin dall’inizio manifestano un evidente bisogno di maturazione come individui prima di poter essere una coppia. Nella prima metà della storia, in effetti, i due non si relazionano molto, per questo ho trovato strano l’evolversi quasi repentino della seconda parte, in cui giungiamo alla passione e all’amore in maniera fin troppo frettolosa e poco credibile. La prova finale che affronteranno è commovente ma forse tirata troppo per le lunghe, penalizzando il finale che risulta molto veloce.
Tuttavia i personaggi secondari sono decisamente più interessanti e coinvolgenti, oltre alla coppia Francesca e Daniele ho apprezzato particolarmente anche la zia dei fratelli, Clotilde e suo marito, il conte Vinci, che ha pagato a caro prezzo la sua fedeltà e le sue idee politiche, ma alla fine ha trovato la felicità con la donna che amava e coronato quest’amore con la nascita di un bimbo. Mi piacerebbe che il prossimo volume della serie fosse dedicato a loro, indubbiamente rappresentano il vero Amore con la A maiuscola!