Recensione libri

Recensione: “Dracula” di Bram Stoker

 

 

In un tetro castello tra le nebbie della Transilvania il giovane avvocato inglese Jonathan Harker è ospite del misterioso conte Dracula, con cui tratta l’acquisto di alcune case a Londra. Ipnotizzato dai modi affascinanti e sottilmente minacciosi del conte, Jonathan non ne comprende la reale natura, finché un giorno si ritrova prigioniero tra quelle mura e teme di non rivedere mai più l’amata Mina, che lo attende a Londra. Nel frattempo, però, una nave senza equipaggio raggiunge le coste inglesi, trasportando una diabolica presenza…

Dracula.

Il vampiro per eccellenza, quello che tutti conosciamo e di cui abbiamo sentito parlare. Il vampiro cui tutti i libri moderni sui vampiri fanno direttamente o indirettamente riferimento, per accomunarsi o distinguersi. Chiunque abbia amato una qualunque serie a tema (dalla Ward, alla Frost, alla Gianinetto) dovrebbe leggere questo libro. E anche chi non li ha letti, a dire il vero, perché Dracula è più che un classico.

Potreste scoprire che il bellissimo film di Coppola non è proprio così fedele al libro e che il fascino del Conte è diverso da quello che immaginate.

Bram Stoker crea il Conte Dracula unendo numerose leggende sui vampiri e identificandolo con il sovrano della Valachia, veramente esistito, Vlad Tepes, l’Impalatore, noto come il Drakul (il drago/il diavolo), ma al contrario del film non ci racconta nulla del suo passato.

Nonostante la storia, in linea di massima, sia nota, la lettura del libro non è meno emozionante.

Scritto in forma di diario e di lettere, la narrazione approfondisce le emozioni e le paure dei personaggi, a cominciare da Jonathan Harker, che – per lavoro – si trova a dover vivere alcune settimane nello spaventoso castello in Transilvania del misterioso Conte Dracula, all’apparenza nobile di mezza età intenzionato a trasferirsi a Londra.

Pian piano la sua razionalità di uomo ‘moderno’ e colto, viene messa a dura prova da una serie prima di piccole stravaganze, dagli avvisi della superstiziosa popolazione locale e poi da obiettivi segni che qualcosa di profondamente malvagio si annida nel castello sotto le sembianze di uno strano uomo…

[…] ma in quell’istante ho visto che dal taglio era sceso un po’ di sangue lungo il mento. Ho posato il rasoio e mi sono voltato appena alla ricerca di un cerotto. Quando il Conte ha visto la mia faccia, negli occhi gli si è accesa una sorta di furia demoniaca e con un gesto improvviso ha cercato di afferrarmi la gola. Mi sono tirato indietro e la sua mano ha sfiorato i grani del rosario. Questo ha operato un cambiamento subitaneo in lui e la furia è sparita con tanta rapidità che quasi dubitavo di averla davvero vista.

Che razza d’uomo è questo, o che razza di creatura sotto sembianze d’uomo? Sento che l’orrore di questo posto terribile mi sta sopraffacendo; ho paura, una paura atroce, e non ho scampo; sono circondato da orrori che non oso neppure immaginare…

In seguito viviamo le preoccupazioni di Mina, che non solo non ha notizie del promesso sposo, ma vede ammalarsi la sua più cara amica, Lucy, di una malattia che nessuno comprende che le impedisce di riposare e la rende stanca e pallida.

Il lettore sa cosa le sta succedendo e pagina dopo pagina, segue le congetture delle persone che cercano in tutti i modi di aiutarla, soffrendo a fianco dei protagonisti, partecipando alla caccia al mostro.

La lotta di Jonathan Harker, del dottor Seward, di Arthur Holmwood con la preziosa collaborazione del dottor Van Helsing, scienziato e studioso che riesce a comprendere la natura del loro avversario, contro Dracula, è in un certo senso la lotta della razionalità, del pensiero scientifico, contro la superstizione e le leggende. Ma queste leggende, questi mostri di un oscuro passato, che i protagonisti, moderni in questa fine del XIX secolo (Dracula è ambientato nel 1890) vorrebbero dimenticare, sono veri, uccidono e portano le anime alla dannazione eterna e per combatterli è necessario anche usare il potente strumento della fede.

Una volta ho sentito un Americano definire la fede così: “Ciò che ci permette di credere cose che sappiamo non vere”. Mi associo al pensiero di quell’uomo. Voleva dire che dobbiamo mantenere aperta la mente, e non permettere che un frammento di verità blocchi il corso della grande verità, così come un piccolo sasso può deviare il vagone di un treno.

La loro capacità di lavorare insieme, di appoggiarsi l’un l’altro contrasta con la natura solitaria del Conte, che pur essendo antico e potentissimo, nella sua mostruosità è come se fosse un bambino egoista, ma un bambino con poteri inimmaginabili.

Il nosferatu non muore come l’ape dopo aver punto una volta. Diventa solo più forte; ed essendo più forte ha più potere di fare del male. Questo vampiro che si trova fra noi è di per sé forte come venti uomini; ha un’astuzia più che mortale, perché la sua astuzia è cresciuta nelle ere; ha ancora l’aiuto della necromanzia che, come implica l’etimologia, è l’arte divinatoria attraverso i morti, e tutti i morti a cui lui si può avvicinare sono ai suoi comandi; è un bruto, è più che un bruto; è un diavolo incallito e non ha un cuore dentro; può, entro certi limiti, apparire a piacimento quando e dove in e in qualsiasi forma che gli appartenga; può governare gli elementi che si trovano nel suo raggio: il temporale, la nebbia, il tuono, può comandare gli esseri inferiori: il ratto e il gufo e il pipistrello – la falena, la volpe e il lupo; può crescere e rimpicciolire; a volte può sparire e rendersi ignoto.

Bisogna leggere questo libro. Le trasposizioni cinematografiche di Dracula, per quanto bellissime, ne hanno a volte snaturato l’anima, hanno aggiunto affascinanti elementi difformi da quelli immaginati da Stoker. È molto interessante ritrovare il personaggio originale nella sua completa mostruosità privato delle personalizzazioni dei registi.

Anche se scritto con lo stile tipico dell’epoca e con alcune piccole parti che possono risultare un pochino più lente, è un romanzo che si legge in modo facile: entrati nel meccanismo del diario, il coinvolgimento è totale e i vari punti di vista completano pian piano un quadro sempre più oscuro e terribile.

Dracula è un romanzo gotico, cupo e impietoso in cui solo uno spiraglio di luce accompagna il lettore, verso un finale cui è bene prestare attenzione…

Recensione a cura di: 

Editing a cura di: 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio