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Recensione: “Domare le fiamme” di Ariel Tachna ♦ Lang Downs #4

♦ Traduzione a cura di Claudia Milani.

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Thorne  Lachlan sa un paio di cose riguardo allo sfuggire al fuoco. Per anni ha combattuto insieme al suo reparto di Commando nei conflitti più caldi del pianeta. E ora che si è congedato combatte un altro tipo di fuoco insieme al Servizio Protezione Incendi. Quando una questione di servizio lo porta a Lang Downs, una stazione in pericolo di essere divorata dalle fiamme, conosce Ian Duncan, e la scintilla fra loro è immediata. Entrambi gli uomini sono però perseguitati dai ricordi del loro passato e ciò impedisce loro di dare libero sfogo all’attrazione che li unisce.

Se da una parte Thorne desidera intensamente ricostruirsi una vita insieme a Ian in un luogo da poter finalmente chiamare casa, dall’altra teme che la propria instabilità possa rappresentare un pericolo per le altre persone che abitano nella stazione. Ian, dal canto suo, ha sempre pensato che l’incubo da cui è fuggito quando era ancora solo un adolescente gli avrebbe reso impossibile intrattenere qualsiasi tipo di rapporto sentimentale. La fiducia sembra qualcosa di impossibile per entrambi, finché le conseguenze dell’incendio non li costringeranno a guardare al di là delle cicatrici che sembrano impedire loro di guarire.

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Con questo romanzo la Tachna ci riporta a Lang Downs, sette anni dopo l’arrivo di Caine, per raccontarci ancora un’altra storia di dolore e guarigione, di vite spezzate che, in quest’angolo di Australia, ritrovano un posto sicuro dove sentirsi finalmente a casa, accettate e amate.

Thorne aveva trascorso la vita in un ambiente omofobo e non si era aspettato niente di diverso quando quel pomeriggio era arrivato a Lang Downs. Invece, aveva trovato due uomini che tutti sapevano essere innamorati e che i jackaroo arrivavano addirittura a difendere. Due uomini che condividevano una casa nella quale potevano sedere insieme sul divano e parlare della loro giornata come una coppia qualsiasi. Thorne non aveva mai preso in considerazione che potesse esistere qualcosa del genere, e ciò rendeva ancora più ferrea la sua determinazione a salvare quel posto. C’erano troppi pochi porti sicuri al mondo e lui non avrebbe permesso che uno di questi venisse spazzato via quando toccava a lui proteggerlo.

L’ex Commando Thorne Lachlan non immagina certo di trovare tutto questo, quando approda a Lang Downs, spinto dalla necessità di richiedere l’aiuto dei jakaroo nella battaglia contro l’incendio che da giorni consuma l’outback e che sembra intenzionato a dirigersi proprio verso la stazione di Caine e Macklin. Vedere come le persone intorno a lui siano riuscite a creare una comunità unita e leale, fa gli riaffiorare il desiderio di trovare un posto da poter di nuovo chiamare casa, dopo che la sua è stata spazzata via molti anni prima da un incendio che si è preso anche le vite dei suoi familiari.

Ma le fiamme contro cui Thorne deve lottare ogni giorno non sono solo quelle reali che consumano la prateria, ma anche quelle che covano nel suo animo tormentato. Fiamme alimentate costantemente dai ricordi di una vita costellata di tragedie, che ne hanno sempre più minato la stabilità mentale ed emotiva, e che rischiano di esplodere costantemente in veri e propri attacchi di panico e scoppi di rabbia che, uniti a un radicato istinto militare, costituiscono un pericolo costante per chi gli sta intorno.

Non meriti il suo perdono.” Lo sguardo ostile di Ian gli fece più male di una coltellata. “Credi che non lo sappia?” sbottò. “Sono un assassino a sangue freddo. È questo ciò che l’esercito ha preteso da me, fino a che, tre mesi fa, mi ha scaricato in mezzo ai civili. Perché credi che sia venuto nell’outback? Meno persone da ferire e più possibilità di proteggerle. Non mi libererò mai del sangue che mi imbratta le mani, ma forse, se contribuisco a salvare qualche vita, magari cancellerò una piccola parte del debito che ho nei confronti dell’universo.”

Ed è proprio quando si trova sull’orlo di una di queste crisi che la sua esistenza prende una svolta improvvisa: la mano tesa di uno dei jakaroo sembra apparire inaspettatamente come la sua ultima speranza di ritrovare una parvenza di equilibrio nella tempesta che infuria inesorabile in lui.

Incredibilmente quella mano appartiene a Ian Duncan, uno dei residenti di lunga data di Lang Downs, migliore amico di Neal e valente artigiano del legno, una figura che finora avevamo solo sentito nominare. Ian sembra essere il più solitario dei residenti della stazione, amico di tutti ma avvolto dal mistero più assoluto sul suo passato e sul perché del suo approdo a Lang Downs, reticente al punto di non aver mai confessato neppure a Neal le proprie inclinazioni sessuali.

E credo che a Ian piaccia. In quel senso.” Macklin lo guardò perplesso. “Ian?” “Sì, Ian,” rispose Neil. “Lo frequento da tre lustri e non l’ho mai visto dimostrare interesse verso nessuno. Non conosco Thorne, quindi non saprei dire se lo ricambia, ma gli ha salvato la vita. Credo che il minimo che possiamo fare sia concedergli la possibilità di fare chiarezza nella sua testa.” “Senza contare che ti piacerebbe vedere Ian finalmente felice,” aggiunse Caine. “Sì, anche quello. Ha sempre il sorriso sulle labbra e una parola gentile per tutti, ma avete mai guardato i suoi occhi?” spiegò Neil. “È sempre solo, anche in mezzo a una folla. Anche con me. Se Thorne riesce a far sparire quello sguardo, avrà tutto il mio appoggio.”

Qualcosa, nell’animo dei due uomini, sembra essersi svegliato. Un’attrazione improvvisa che va al di là dell’aspetto fisico e tocca corde che entrambi, benché per motivi differenti, pensavano morte per sempre.

E sarà proprio l’incendio che li porterà l’uno nelle braccia dell’altro.

Sei venuto a salvarmi,” boccheggiò Ian scostandosi il fazzoletto dal viso. “Pensavo che sarei morto.” Thorne strinse la presa. Si sarebbe gettato in quell’inferno senza esitazione per ciascuno degli uomini che aveva conosciuto a Lang Downs e per i suoi colleghi pompieri, ma salvare Ian aveva un significato più profondo del semplice rispondere ai dettami del suo addestramento. Qualcosa aveva cominciato a germogliare fra loro tra la sera precedente e quella mattina, e Thorne era curioso di scoprire dove li avrebbe condotti. Più tardi avrebbe potuto ripetersi all’infinito che si conoscevano da troppo poco tempo perché ci fosse qualcosa di diverso dalla semplice curiosità, ma in quel momento, posto di fronte all’evidenza che Ian era accasciato a terra quando lo aveva trovato e che sarebbero bastati pochi minuti di ritardo perché lo perdesse per sempre, Thorne abbandonò ogni tentativo di razionalità. “Ci sarò sempre per te.”

Thorne non è il solo che cova delle fiamme dentro di sé, anche Ian è segnato in maniera indelebile e profonda dal suo passato, e il fuoco della paura è pronto a esplodere con tutta la sua irrazionale forza.

Significano di più se sono un regalo,” rispose Ian appoggiando un bricco di tè sul tavolo. “E poi mi piace stare qui. È sicuro.” Quella scelta di parole fece suonare dei campanelli d’allarme nella mente di Thorne. Non era comodo, non era divertente e neppure un altro centinaio di aggettivi con cui Ian avrebbe potuto giustificare la sua permanenza in quel posto. Era sicuro. Se il bel jackaroo restava lì perché era sicuro, allora voleva dire che il resto del mondo, o una sua parte, non lo era, e quel pensiero scatenò il suo istinto di protezione. Ian gli aveva donato un’oasi di pace quando ne aveva avuto bisogno, e che il diavolo se lo portasse se lui avrebbe permesso a qualcosa o qualcuno di fargli del male.

E a quel punto entrambi si troveranno di fronte alla consapevolezza che, per avere la speranza di un futuro insieme, ognuno dovrà affrontare i propri incubi e tentare di sconfiggerli.

Devo dirvi la verità, non è stato facile scrivere questa recensione. Ci sono cose che andrebbero dette per spiegare la storia e far capire le emozioni che mi ha scatenato dentro, e altre che vanno taciute per non rovinare la lettura, perché questa è una storia che va vissuta passo passo, senza anticipazioni. Solo così si può a capire fino in fondo il senso di molte delle azioni dei protagonisti.

Posso dirvi che tra tutte le coppie di Lang Downs, dopo Caine e Macklin, questa è quella che più mi è rimasta nel cuore. Quella che ha fatto nascere in me il desiderio di inveire contro il destino che, con crudeltà e sadismo, si è scatenato nel passato di entrambi, seppur con modalità differenti, lasciandoli con l’anima lacera e nessuna prospettiva di felicità completa. Per fortuna troveranno l’uno nelle braccia dell’altro, quel porto sicuro che entrambi agognano.

Come sempre poi c’è il mondo di Lang Downs che ruota intorno e che non è un mero paesaggio di contorno, e così ritroviamo tutti quelli che abbiamo imparato a conoscere e amare nei romanzi precedenti. Da Caine e Macklin, veri e propri cardini intorno cui ruota tutta la stazione, a Chris e Jesse; da Sam e Jeremy, quest’ultimo ancora alla ricerca di una possibilità di riconciliazione col fratello, a Neal e Molly, felicemente sposati e orgogliosi genitori di una piccola peste di nome Dani; da Sarah e Kami, che sembrano aver trovato un po’ di pace l’uno nell’altro, a Kyle che ha trovato la propria famiglia in Lisa e sua figlia (una storia di cui mi piacerebbe leggere).

E naturalmente Jason e Seth, ormai cresciuti ma ancora grandi amici (e forse anche qualcosa di più, vedremo).

Ciò che mi è sempre piaciuto di questa serie è il realismo e la concretezza delle vicende e dello stile narrante, che rendono i momenti di dolcezza e romanticismo ancora più belli e “veri”, cosa che ho potuto apprezzare anche in questo episodio.

Spero che l’autrice mantenga la linea seguita sino a qui e che nel prossimo romanzo, a fianco della nuova coppia, ci faccia scoprire come procede il cammino di guarigione di Ian e del suo bel pompiere.

Lang Downs è casa”

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                 Recensione di:                                                                            Editing:

ChibiTora                            Gioggi

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StaffRFS

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