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Recensione: “Il dolore di un cowboy” di Z.A. Maxfield * Serie Cowboys #2

 

♦ Traduzione a cura di Victor Millais

Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦

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Può l’amore vincere su tutto?

Jimmy Rafferty e Eddie Molina si conoscono fin dai tempi del J-Bar Ranch. Hanno lavorato insieme, dormito insieme, trascorso nottate all’addiaccio e bevuto insieme. Come ha fatto Jimmy a non rendersi conto che Eddie è gay? Eddie invece si è accorto che il suo amico ha un serio problema con l’alcol, ed è deciso ad aiutarlo a smettere una volta per tutte.
Quando lo porta in uno chalet isolato per disintossicarsi, Eddie deve affrontare il violento rifiuto di Jimmy. Ma per Jimmy l’agonia dell’astinenza non è niente in confronto al dolore di dover negare i suoi veri sentimenti e i suoi desideri più profondi… per l’unico uomo che tenga a lui più di chiunque altro al mondo.

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Per scrivere questa recensione, sono andata a rileggere quella che avevo fatto per il volume antecedente questo romanzo: “Il cuore di cowboy”. Mi sono resa conto che potrei fare benissimo un copia e incolla, modificando esclusivamente i nomi dei protagonisti.

Di per sé il libro è meraviglioso, ciò che non convince, come la volta precedente, sono alcune parti in cui l’autrice si dilunga eccessivamente: descrizioni di stanze, luoghi e situazioni che, a mio avviso, hanno lo scopo di far arrivare il romanzo a un numero determinato di pagine. Proprio per questo motivo, non darò il massimo punteggio, anche se 4 stelle non sono assolutamente un voto negativo, anzi.

Lo stile di scrittura è il medesimo, non ho notato cambiamenti, né in positivo, né in negativo, sempre scorrevole e di facile comprensione.

Veniamo però all’analisi della trama.

Jimmy ed Eddie lavorano fianco a fianco al J-Bar, hanno condiviso quasi ogni istante degli ultimi anni. Jimmy ha Ed, ed Ed ha Jimmy. Entrambi hanno una sola e unica certezza nella vita: l’altro. Questo attaccamento, affetto e bisogno reciproco vengono però chiamati, in un mondo maschilista come il loro, amicizia, forse grande amicizia, nulla di più. Ma è davvero così? Quando ti ritrovi a ridere e sorridere solo in presenza di un’unica persona, quando annusi il profumo dei suoi capelli, quando guardi costantemente il suo profilo, è ancora amicizia? Dove finisce l’amicizia e inizia l’amore?
Ed rapisce Jimmy, vuole ripulirlo dall’alcolismo di cui è caduto vittima. Lo porta in un luogo isolato, lontano da tutto e da tutti, solo loro due. Si prende cura di lui, lo nutre, lo tiene al caldo, lo lava, lo protegge da qualsiasi tipo di distrazione esterna. Finché questa, ovviamente, non arriva: si chiama Don, ed è una vecchia fiamma di Ed. Jimmy, a questo punto non deve fare i conti solo con il fatto che il suo migliore amico sia gay, ma anche con il fatto che ha il terrore folle di perderlo, non solo come amico, e dunque, a monte, capisce e ammette a se stesso la propria omosessualità.
I due vecchi compagni faranno scoprire a Jimmy una sessualità mai provata, un piacere al di là di ogni possibile immaginazione: il desiderio impazza, la lussuria avanza, la complicità aumenta.
È il momento, però, di ritornare al J-Bar, alla vita quotidiana, e Jimmy commette un assurdo errore. Tutto ciò che ama, tutto ciò in cui ha sempre creduto gli sta sfuggendo dalle mani.

Dannazione Eddie. Non è finita finché non è finita. Tornerai in te, e quando succederà io tornerò nel tuo letto per restarci. Tu sei la mia casa. Non il j-Bar, né nessun altro ranch, né città, né lussuose casa con stalle prefabbricate e vasche idromassaggio. Solo tu. E io sono pronto. Voglio tornare a casa. Devi solo credere in me.

Eddie perdonerà Jimmy? Non può, il suo passato glielo impedisce e Don è così presente nella sua vita, così stabile. Jimmy riuscirà a riconquistare il posto, nel cuore del bel cowboy, che gli spetta, a suo dire, di diritto?
Posso rispondere io a queste domande? Certo che no 😉

Non ho affrontato il titolo del romanzo: il DOLORE di un cowboy. Il dolore a cui si riferisce, svelato già nella sinossi, è la paura di perdere se stessi e qualcuno che ci è caro a causa dell’alcolismo. Il tema è affrontato con una delicatezza, una sensibilità e un rispetto senza eguali; non un solo rimprovero, un senso di biasimo o di disapprovazione, la Maxfield è stata in grado di farmi entrare in empatia con il personaggio di Jimmy, ovviamente non facendomi condividere le sue scelte, ma facendomele comprendere, cosa ancora più importante.

Per concludere, ho ritrovato i personaggi protagonisti del romanzo precedente, Crispin e Malloy, nella loro nuova vita, e posso solo dirvi che mi sono davvero emozionata!

Vi lascio con una frase che mi ha colpito particolarmente, totalmente decontestualizzata rispetto alla recensione:

«È la natura della bestia, cucciolo, un uomo non può scegliere di chi innamorarsi»

Fiamme-Sensualità-hot NUOVE

Recensione: Mytra

Editing: Bettina

 

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StaffRFS

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