Titolo: Creepy Tales
Autrice: Miriam Palombi
Genere: Dark Fantasy
Editore: Watson Edizioni
Pagine: 118
Data di pubblicazione: 21/01/2021
Primi del ‘900. Benjamin è un giovane orfano, ospite del st. Grace and Mercy, brefotrofio nei pressi di un piccolo villaggio inglese. Fin da subito si rende conto che l’istituto per ragazzi abbandonati non è il luogo rassicurante che tutti credono. Nel silenzio delle stanze vuote si muovono creature inquietanti. La scoperta di strane incisioni e stralci di una tetra filastrocca convinceranno Benjamin dell’esistenza di un mondo oscuro, in cui la Natura ha perso tutto il suo aspetto benevolo. Ad aiutarlo nell’impresa c’è Archibald Morgestein, enigmatico antiquario. Benjamin non ha altra scelta che persistere nella ricerca della verità per scoprire cosa in realtà si nasconde tra le mura dell’orfanotrofio. Una sola consapevolezza lo guiderà: alcune favole hanno il cuore più nero dell’inchiostro con il quale sono scritte.
Amo i racconti dell’orrore, sono cresciuta con Edgar Allan Poe e simili. Amo le oscurità tenebrose degli orfanotrofi vecchi e malandati. Amo tutto ciò che di nascosto, cupo e misterioso ci possa essere, leggere la sera sotto le coperte e avvertire quel brivido di sano terrore che accompagna la crescente suspense.
Sono stata attratta da questo libro come una calamita. Nonostante non conoscessi l’autrice ho deciso di procedere all’acquisto a occhi chiusi, affascinata sia dalla trama che dall’inquietante copertina.
Ci troviamo nei primi anni del ‘900 nei pressi di un piccolo paesino inglese con Benjamin Winterbottom, protagonista indiscusso di tutta la vicenda, all’Orfanotrofio St. Grace and Mercy.
È, o per meglio dire era, un brefotrofio, ovvero un istituto che accoglieva i neonati illegittimi, abbandonati o in pericolo di abbandono; un luogo dove abbondavano i bambini sperduti, deboli e morenti.
Di primo acchito sembrava un edificio abbandonato e decadente, edificato sulla sommità della collina, ma cosa si celava tra quelle mura? Forme bizzarre attendevano nell’ombra, movimenti furtivi e sussurri si sentivano nelle stanze vuote, ma erano ignorati dai più.
Insieme a Benjamin vi abitava anche Simiur, il suo miglior amico che non farà una fine molto gloriosa…
Tra i personaggi che ho trovato più repellenti, al primo posto c’è la Kant, cuoca claudicante con una gamba in ferro, un occhio mancante e un orecchio mutilato, non si sa bene dove né quando, con capelli come la stoppa.
Benjamin girovagando per le stanze trova nascoste delle incisioni e una cupa filastrocca, capirà che non è il luogo rassicurante che tutti credono anzi, è il posto dove la natura ha perso il suo aspetto benevolo.
Con lui in questa impresa ci sarà l’enigmatico antiquario Archibald Morgestein che, tramite le sue anticaglie e un vecchio ritrovamento, aiuterà il ragazzo a scoprire cosa realmente celano le mura dell’orfanotrofio perché… alcune favole nascondono l’oscurità al loro interno…
Questo è un romanzo davvero cupo, con sfumature dark e horror, tant’è che io non amando gli splatter ho faticato a leggere alcune scene.
La morte è la padrona di questa vicenda, ma in contrapposizione troviamo anche la rinascita. Due mondi così opposti ma che hanno allo stesso tempo una forza di attrazione immensa.
Ogni personaggio è ben caratterizzato, sia a livello fisico che caratteriale. Le ambientazioni sono molto ben descritte causando nel lettore brividi nel profondo.
È un romanzo che consiglio a tutti gli amanti del genere e che si legge d’un fiato! Io sicuramente leggerò altro di questa autrice tutta italiana!