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Recensione: Ciò che resta delle tenebre – Loki e Sigyn: inganno e fedeltà di Claudia D’Auria

Titolo: Ciò che resta delle tenebre – Loki e Sigyn: inganno e fedeltà

Autrice: Claudia D’Auria

Genere: Romantasy

Editore: Spirito Libero

Data di pubblicazione: 14 febbraio 2025

Età di lettura consigliata: +18

Retelling della fiaba di Amore e Psiche
Forbidden love
Un fantasy romance italiano che racconta la storia d’amore epica e struggente tra il dio dell’inganno Loki e la futura dea della fedeltà Sigyn.
Loki e Sigyn rappresentano due opposti: una è la fedeltà, l’altro l’inganno, eppure un sottile, ma fortissimo equilibrio li ha legati nel mito e in questo romanzo fantasy romance. Una coppia maledetta da un’intensa passione che li trascinerà fino alla fine del tempo.

C’era una volta una ragazza: era la figlia di uno jarl che aveva rinnegato Odino e, per questa ragione e per molte altre, dovette abbandonare la sua casa e unirsi in matrimonio con un mostro che ne avrebbe sporcato per sempre la discendenza. Ma il dio dell’inganno s’impietosì di lei, s’invaghì di lei, perché aveva sempre ammirato la sfrontatezza degli uomini, e Sigyn era sfrontata al punto di invocarlo, tanto curiosa da voler conoscere ogni cosa, i segreti degli dèi di Asgard e quelli delle terre del sud.
C’era una volta una ragazza: era la figlia di uno jarl che smise di credere negli dèi di Asgard. Si ritrovò sposata al dio dell’ingannoS’innamorò di lui, ma suo marito perse ogni memoria di loro. Non erano stati creati per vivere insieme.

A causa di un terribile errore, Sigyn ha perso l’amore di Loki, il dio dell’inganno di cui è stata per mesi l’inconsapevole moglie. È disposta a tutto per ritrovarlo, per parlargli, per raccontargli di loro: anche fingersi un’umile schiava. Loki non può ricordarla: Odino l’ha punito, maledicendolo per aver osato unirsi a una creatura mortale, eppure non può fare a meno di ascoltare la lunga fiaba che, ogni notte, la ragazza gli sussurra.

Ciò che resta delle tenebre è un libro fantasy romance con accenni dark che propone tematiche come la ricerca di sé stessi e il prezzo da pagare per inseguire i propri desideri e ambizioni, anche a costo di essere emarginati per sempre dal mondo a cui si credeva di appartenere, ma che si interroga anche sulla complessità dei legami tra uomo e donna.

Il crepuscolo degli dèi incombe.
Loki, l’astuto e cinico dio dell’inganno, deve eseguire il volere di Odino e punire gli uomini che stanno tradendo l’antico credo. Potrebbe essere vero ciò che si sussurra ad Asgard di lui: il suo insaziabile desiderio di conoscere ogni cosa lo porterà alla rovina.
Nella terra dei fiordi, Sigyn è divisa tra un futuro ricco di promesse e le oscure tentazioni delle antiche saghe: forse in lei brucia ancora il sangue delle valchirie.
Ma il desiderio da cui Loki e Sigyn saranno travolti, nato nelle tenebre, verrà maledetto dalla disperata volontà di Odino, dio delle forche.
Intorno a loro, gli Æsir stanno morendo.

C’era una volta una ragazza, figlia di uno jarl (nobile scandinavo) che aveva voltato le spalle agli antichi dèi…

Inizia come una favola questo romanzo di Claudia D’Auria, una favola pescata tra i tanti miti narrati dalle saghe norrene, una storia d’amore tra Sigyn, bella mortale, e Loki, dio dell’astuzia e degli inganni, quasi un retelling, in chiave romantasy, del mito del dio Amore invaghito dell’umana Psiche. Il Ragnarök, il crepuscolo degli dèi di cui parla la profezia, sta per compiersi; la famiglia di Sigyn cerca una nuova religione più mite in cui credere ma la vendetta del dio Odino, signore delle forche e della magia, è crudele: la ragazza dovrà lasciare la sua terra dei fiordi per andare in sposa a un orribile mostro però… si risveglia tra le braccia di un marito forte e appassionato – uno sciamano, le dice – di cui non potrà mai vedere il volto. In cambio potrà studiare gli antichi testi e addentrarsi nella conoscenza del seiðr (l’antica magia germanica) fino a diventare una strega potente.

La curiosità fa sì che una notte Sigyn accenda una fiammella davanti al viso dell’uomo addormentato, e questa sua curiosità scatenerà la punizione divina. Sigyn, ora che sa chi è davvero suo marito, dovrà lasciarlo e lui dimenticarla. Letteralmente.

Premetto che in genere non amo il fantasy, ma ho una grande passione per la mitologia germanica e mi intrigava scoprire come questo ricchissimo materiale fosse stato utilizzato dall’autrice.

Lo ha fatto molto bene: nel romanzo ci sono tutti gli elementi più importanti di quel mondo: l’uso delle rune della magia, i corni pieni di idromele ai banchetti, i meravigliosi gioielli realizzati dai nani (qui, l’anello nuziale di Sigyn), i due corvi di Odino che volano per raccontare agli dèi pensieri e ricordi, il rapporto burrascoso tra divinità qui umanissime come Thor e Loki…

Il linguaggio è ricercato e molto variegato, utilizza le descrizioni che ci aspetteremmo nella poesia scaldica del Nord; la narrazione si snoda tra presente e passato seguendo le emozioni di Sigyn e il suo complesso rapporto con il marito.

Ecco, un aspetto interessante è proprio la complessità dei personaggi, mai davvero banali: Sigyn vuole l’amore, certo, e rivuole suo marito, ma vuole anche viaggiare, sapere, studiare, crescere come persona (anche se c’è un prezzo da pagare: la sua famiglia non la riconosce più e la emargina); Loki, il trickster per eccellenza con le sue belle mani da mago, diviso tra un passato mitico e la consapevolezza – da eterno sopravvissuto – che gli equilibri di potere cambieranno ora che gli dèi Asi stanno morendo.

Al cuore del romanzo sta naturalmente – e fino in fondo, fino a capire il significato del titolo – il rapporto tra Sigyn e Loki, descritto in tutte le sfaccettature. Una storia che cambia moltissimo con il passare del tempo, anche – e soprattutto – perché trascorre in maniera diversa per loro, per una mortale e un dio.

L’andamento oscillante tra diversi piani temporali in qualche occasione ha fatto sì che mi chiedessi a che punto fossimo – salvo trovare subito un dettaglio che lo rivelava, i dialoghi tra i due protagonisti sono a volte ripetitivi (che peraltro è un tratto tipico della poesia nordica), e confesso che le parti che ho amato di più non sono necessariamente quelle che li vedono insieme, ma quelle – meditative – in cui Sigyn riflette sulla sua vita e sulle sue scelte, e quelle – più epiche – in cui Thor e il suo ingannevole zio Loki si confrontano sul futuro degli dèi e degli uomini ora che sta calando il crepuscolo.

Consigliato: a chi ama i retelling colti, con personaggi che acquistano nella trama una certa tridimensionalità, a chi si porta dietro dall’infanzia l’amore per la mitologia e per le favole e vuole rivisitarle in modo più adulto.

Hot 🔥 | abbastanza, ben descritto
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Violenza ⚔️ | lotte e battaglie

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