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Certo che dev’essere dura, cercare a tutti i costi l’abbraccio di una Madre che ti tiene lontano perché ti considera afflitto da un “grave disordine dello spirito”. (Antonio Selmi) Domenico Di Cesare raccoglie una serie di esperienze che affrontano uno degli aspetti più vivi e controversi del momento: il rapporto tra la Chiesa cattolica e l’omosessualità. Un tema segnato da vicende dolorose e complicate che spesso sono liquidate dall’opinione pubblica con semplificazioni e generalizzazioni che non considerano un aspetto fondamentale: vengono chiamate in causa individualità che tentano ogni giorno di vivere la propria fede e vocazione religiosa facendo i conti con affettività e sessualità puntualmente negate e frustrate dalla società. Percorsi a volte tortuosi e a volte più lineari e coerenti sono narrati con sensibilità dall’autore, che ha saputo restituire la complessità di un mondo dove nulla è semplice e niente è generalizzabile. Nel saggio, compaiono testimonianze protette dall’anonimato e il pensiero di personalità conosciute e impegnate nella ricerca di una strada verso la libertà e la dignità di chi tenta di conciliare l’inconciliabile: Giovanni Corvitto, Antonio Selmi, Gustavo Gnavi, Goffredo Crema e Krzystof Charamsa. Gli approfondimenti in appendice hanno per oggetto la figura di don Marco Bisceglia (con le importanti testimonianze dei primi due presidenti di Arcigay nazionale: Beppe Ramina e Franco Grillini), i rapporti tra religione e omosessualità e infine i diritti LGBT in Europa e nel resto del mondo.
Ho appena terminato la lettura di questo libro e voglio mettere subito su carta le mie impressioni prima che passi il tempo e le reazioni che ha suscitato in me sedimentino.
Non si tratta di un testo semplice e spensierato, non nel senso che è di difficile lettura, anzi, ma spinge a riflettere, a porsi delle domande e va a stuzzicare angoli nascosti dell’anima che non tutti sono disposti a mettere in discussione.
Non si tratta di un romanzo, ma di un saggio che raccoglie una serie di testimonianze rilasciate da uomini di fede su uno degli aspetti che più fanno discutere attualmente: il rapporto tra la Chiesa, i suoi precetti e l’omosessualità.
Non voglio entrare nel merito della discussione, rispetto l’opinione di tutti e, soprattutto, non ho le conoscenze per affrontare un argomento così delicato, ma, per quello che mi riguarda, posso solo illustrare il mio semplice pensiero e cioè che Gesù è venuto sulla terra e si è sacrificato per noi, ha dato la sua vita per tutti, senza discriminazioni, ci ha insegnato il vero significato di amore, di offerta di sé, di accoglienza. Se noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio come possiamo pensare che Lui si sia sbagliato creando quelli che molto spesso vengono etichettati come “abomini”? Siamo noi quelli sbagliati, che con il nostro paraocchi e il nostro egoismo ci ergiamo al di sopra di tutti e precludiamo ad alcuni la possibilità di amare ed essere felici.
Non aggiungo altro perché già immagino le reazioni a questo mio discorso; tornando al libro ritengo che possa essere una lettura illuminante, che siate credenti o meno. Si tratta di storie di sacerdoti, monaci che con semplicità ed estremo realismo si mettono a nudo, rivelando una realtà molto viva all’interno della Chiesa, a tutti i livelli. Qualcuno leggendo potrebbe restare interdetto, sconvolto o anche incredulo nell’apprendere determinate cose. Quello che personalmente mi ha disturbato è la negazione, il non voler guardare in faccia la realtà dei fatti, il voler nascondere da parte della gerarchia ecclesiale.
Coloro che si sono raccontati hanno sofferto, hanno affrontato un percorso interiore estremamente difficile, spesso, se non sempre, non hanno trovato il minimo sostegno o comprensione nei confratelli; ciò me li ha fatti apprezzare ancora di più. Grazie a queste testimonianze ho capito che anche loro sono “uomini”, cerco di spiegarmi meglio: nella mia idea, quasi fanciullesca, mi sono sempre immaginata i religiosi come esseri quasi asessuati, votati solo ed esclusivamente agli altri, al di sopra delle nostre piccolezze umane e terrene, questo libro me li ha fatti vedere come persone, che amano e sperano di essere amate, e ,soprattutto, che possono sbagliare.
Se avete una mentalità aperta vi consiglio di non lasciarvi sfuggire questo interessantissimo saggio.
Recensione:
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