Home » Recensione libri » Recensione: Chi ha peccato di Anna Bailey

Recensione: Chi ha peccato di Anna Bailey

 

Titolo: Chi ha peccato

Autore – Anna Bailey

Genere: Thriller 

Editore: Feltrinelli 

Data di pubblicazione:24 Giugno 2021

È notte fonda quando Emma lascia la sua migliore amica Abigail alla festa alle Tall Bones, il ritrovo nel bosco in cui si danno appuntamento gli adolescenti della cittadina di Whistling Ridge, in Colorado. È l’anno del diploma ed Emma è convinta, come la maggior parte delle ragazze della sua età, che la loro vita sia solo all’inizio. Invece entro la fine della settimana il volto di Abigail sorriderà dai volantini attaccati ai pali del telefono e alla bacheca della chiesa, oscillando nella brezza delle Montagne Rocciose. Samuel Blake, il padre di Abi, perlustrerà il bosco con la polizia urlando invano il nome della figlia. Suo fratello Noah strofinerà via le macchie di fango dai jeans fino a scorticarsi le mani ed Emma nasconderà sotto il letto l’acqua ossigenata con cui avrebbe dovuto tingere i capelli dell’amica. Dolly, la madre di Abi, riuscirà solo a fissare la grande croce sul muro di casa, fumando una sigaretta dopo l’altra, terrorizzata all’idea che sia già troppo tardi per fermare la catena di eventi che si è innescata. Tutti hanno dei segreti a Whistling Ridge. Tutti hanno peccato, come tuona ogni domenica dal pulpito il pastore Lewis. Ma cosa è successo ad Abi? Chi è il vero colpevole? Può succedere di tutto in questa polveriera di rabbia e risentimento, basta solo una scintilla: la verità su quella maledetta notte alle Tall Bones. Con un ritmo fulminante e una sapiente costruzione della suspense, Anna Bailey porta a galla le dinamiche di certe piccole e claustrofobiche città di provincia, dove ogni tipo di diversità è bandito. E capitolo dopo capitolo, inchioda il lettore in un gioco micidiale di sospetti e bugie, fino all’ultima pagina.

 

Chi ha peccato mi ha fatto arrabbiare per tutta la durata della lettura. Una rabbia muta, sorda, esattamente come quella di Dolly, madre e moglie, ormai apatica e assuefatta alle botte del marito, reduce del Vietnam, che con il terrore e la preghiera detta legge in casa.

In una serata di fine estate, in un paese sul versante delle Montagne Rocciose, Abigail, figlia di Dolly, scompare senza lasciare traccia. Da quella notte ogni cosa andrà per il verso sbagliato: i peccati a lungo nascosti divamperanno come un fuoco, mettendo a nudo l’anima di ogni membro della comunità. Una comunità in cui è difficile vivere, soprattutto se non si è conformi ai dettami del pastore, che dal suo pulpito spara a zero su ciò che lo infastidisce, su quello che possono o non possono fare, ma soprattutto su chi devono essere per compiacere la retta via, per non lasciarsi traviare dalla piaga del male. Un posto difficile in cui crescere e i vari giovani, nonché protagonisti di questa storia nera, lo vivranno sulla propria pelle.

Un romanzo con una scrittura tagliente, che inchioda alla pagina. Un susseguirsi di voci che raccontano tutte una storia di abusi e violenza. Una narrazione suddivisa tra un prima e un dopo, che permettono di conoscere a fondo ogni personaggio e il suo passato. Una storia che parla di razzismo, di abuso domestico, di fanatismo religioso, dell’essere quello che si desidera.

È complicato trovare un personaggio che non abbia commesso un qualche sbaglio; a mio avviso sono tutti colpevoli, chi più, chi meno. Ma ciò che mi ha colpito è la voglia di riscatto, che si evince soprattutto negli ultimi capitoli. La fermezza di Dolly, personaggio controverso e con cui ho sentito una sintonia nonostante la sua arrendevolezza, prenderà una posizione e sarà un fiume in piena, non abbasserà mai più gli occhi.

Una trama attuale, che fa riflettere. Lo consiglio a chi piacciono i thriller che parlano di attualità.

 

 

 

Click to rate this post!
[Total: 0 Average: 0]

Emanuela

Emanuela

Lascia un Commento