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Recensione: CHEZ MOI di Flumeri e Giacometti

Titolo:Chez Moi
Autore:Flumeri & Giacometti
Editore:
Genere:Commedia Romantica
Data di pubblicazione: il 4 Giugno 2021

 

60 come 15, il cuore non ha età.Chez Moi, una divertente commedia romantica, un amore over sixty.Dopo trent’anni di matrimonio con Federico, Clelia, storica dell’arte precaria, salutista con la passione per lo yoga, vive adagiata nella serena e tranquilla routine di un ménage che credeva consolidato. Appunto, ‘credeva’: la scoperta che il marito la tradisce con un altro uomo si abbatte su di lei simile a un devastante tsunami. Superato il ko iniziale, come la mitica Fenice, Clelia decide di rinascere dalle macerie della sua vita precedente. A darle manforte accorrono le amiche di sempre: Alma, professoressa universitaria refrattaria alla pensione, dedita ad appaganti relazioni sessuali con uomini molto più giovani, e Nicoletta, romantica e insoddisfatta moglie di un cinico faccendiere. Nume tutelare della nuova esistenza è l’amata zia Ninni, passata da poco a miglior vita, nel cui casale sul lago Clelia decide di trasferirsi, dopo il funerale della zia e un nostalgico tuffo nei ricordi più belli della sua infanzia e adolescenza. Momenti di dolce reminiscenza che vengono turbati dall’incontro/scontro con il tipo d’uomo che, fino a quel momento, lei ha sempre evitato con cura: alto, muscoloso, capelli a spazzola, sicurezza (strafottenza?) che trasuda da tutti i pori, occhi verdi penetranti e ironici. Insomma l’eroe per definizione della letteratura rosa, quello che manda in sollucchero le lettrici, il Maschio Alfa. Clelia ripensa a Federico, magro, efebico, occhialino da intellettuale, modi schivi, voce dolce… poi scaccia l’immagine del suo ex felicemente gay e appagato per tornare sul concentrato di testosterone che le torreggia davanti. Non è certo un ragazzino, ma questo non inficia di una virgola il suo essere ‘alfa’. Rodolfo, questo è il suo nome, ex atleta e imprenditore del sociale con vocazione alla prevenzione della salute fisica e mentale degli anziani, provoca nella ‘nuova’ Clelia reazioni del tutto inaspettate: ginocchia tremolanti come gelatina, brividini lungo la schiena, farfalle nello stomaco. Insomma, tutti i sintomi conclamati di una cotta adolescenziale. Dunque è possibile anche alla sua età, si chiede, provare quelle sensazioni che da sempre ha relegato alla letteratura d’appendice? Con Rodolfo si trova a vivere emozioni del tutto sconosciute, che la prendono alla sprovvista, la trasformano nell’adolescente che non è mai stata e la portano a comportarsi con lui come mai, mai avrebbe immaginato, neppure nelle sue più scatenate fantasie. Ma un evento inatteso e destabilizzante piomba all’improvviso nel piccolo mondo armonioso e pieno di passione che Clelia ha ricostruito. Un evento che mette di nuovo tutto in discussione e, per comprendere realmente quello che prova, Clelia dovrà rischiare l’equilibrio raggiunto in nome di qualcosa che, a sessant’anni suonati e con tutta l’incredulità del mondo, è costretta a chiamare con il suo nome: amore.

 

Si tratta di una commedia romantica dallo stile divertente, molto scorrevole, rapido e ironico, che appoggia sulla caratterizzazione eccentrica dei personaggi, in particolare delle tre protagoniste sessantenni: Clelia e le sue due amiche, Alma e Nico.

Ognuna di loro ha delle tinte molto forti, ha una personalità molto colorita e sbilanciata verso alcune caratteristiche precise, ne risulta un trio in cui una compensa l’altra. Alma è una sessantenne libertina che sperimenta i piaceri della carne, Nico è una donna spirituale e un po’ naif, mentre Clelia è molto pudica e giudicante.

 

«Clelia?» Mi mette un dito sotto il mento e pianta quei fanali verdi dentro i miei occhi.

Il mio rilevatore del ridicolo segnala un livello di massima allerta. Devo reagire o la figura di merda sarà totale e irreversibile.

«Cosa vuoi da me Rodolfo?» No, non posso averlo detto davvero! E invece sì. Se si volatilizza nel giro di un nanosecondo non me la sento di dargli torto.

Ma lui mi fissa tranquillo, come se la mia fosse la domanda più naturale del mondo e non la più idiota.

«Sei una donna che mi interessa. Mi piace parlare con te. Mi piace la tua testa. Mi piace che siamo opposti che si attraggono.» Sorride senza il minimo imbarazzo. «Come vedi, il sesso l’ho lasciato per ultimo. Mi piacerebbe mischiare tutto, come un cappuccino.» 

 

Clelia viene lasciata dal marito che le rivela di essere gay, lasciandola in un caos emotivo non indifferente.

Anche se non è facile rimettersi in gioco, vuoi per l’età matura, vuoi perché tutti i punti di riferimento sono crollati improvvisamente, dopo una serie di eventi  incontra un altro uomo che riesce a darle  cose di cui aveva sentito la mancanza durante i tanti anni di matrimonio, a partire da una bella dose di buon sesso (mai mostrato).

Rodolofo è un uomo solido e un po’ rude, pragmatico e realizzato. Mi è piaciuta particolarmente la sensazione di fascino che accompagna il suo essere virile, sicuro di sé e consapevole.

 

«Ma come ho fatto a non capire? A non cogliere neppure un indizio?» la guardo in cerca di una sponda. «Magari ero troppo concentrata su di me…»

Che ovviamente non arriva.

«Ascolta, i sensi di colpa non sono soltanto inutili, sono dannosi. Non ti aiutano, servono solo a scavarti la fossa. È questo che vuoi?”

Ma io ormai sono entrata in modalità autocommiserazione. «Non posso stare senza di lui.» «Certo che puoi.» Assertiva e definitiva. «Non posso tornare a casa, non posso vederlo con quello.» «Allora resta qui.» Pratica e operativa. 

 

In seguito ad alcune incomprensioni, la nostra protagonista capirà che la sua eccessiva rigidità e il suo modo di giudicare affrettatamente le persone è sbagliato, poiché la porta a trarre conclusioni errate.

Ma il tema che soprattutto emerge dalla lettura sono le sfaccettature date  alle protagoniste avanti con gli anni, così raramente trattate nella letteratura rosa. Le donne descritte sono più realistiche dei soliti stereotipi con cui vengono identificate nell’immaginari comune. Anche se sessantenni, sono persone che provano desideri, lussuria, il bisogno di essere amate, sentono piacere per coccole e tenerezze, e poi: hanno voglia di divertirsi, di muoversi, di stare in compagnia. Sono insomma persone piene, vive, ricche di tante emozioni esattamente come i giovani.

Tutto ciò viene dimenticato nell’abituale modo di vedere la persona avanti con gli anni solo come una persona “esausta”, asessuata, in procinto di esaurire il proprio tempo e senza più necessità, volontà, sogni.

Il percorso di Clelia mostra una riscoperta di questo periodo della vita, un’accettazione del fatto che non è sbagliato sognare, provare sentimenti e lasciarsi andare, e un rivendicare il proprio diritto a sentirsi ancora vivi, pieni, e sani, capaci di mostrare la propria individualità nei desideri personali e nelle inclinazioni.

 

Galleggio in un mare di sensazioni, il timone adesso è saldo nelle mani del desiderio, che ha spodestato il pensiero e la ragione. Scrivo:

“Ti voglio anche nei miei sogni.”

La risposta è immediata:

“Ti penso e, nella mia testa, ti prendo. Anche nei tuoi sogni. Buonanotte femmina.”

Il giudizio che attribuirei è 3,5 tenendo conto che io non sono il tipo di lettrice che si fa prendere dall’ilarità. Non ci sono moti amorosi che spingono eccessivamente sull’emotività e non vi sono fiamme di sensualità esplicita. La lettura rimane molto scorrevole, pulita, divertente, molto leggera.

 

 

 

 

 

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Emanuela

Emanuela

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