Titolo: Cento giorni per tornare ad amarti
Autrice: Antonella Maggio
Genere: Romance
Self Publishing
Pagine: 356
Data di uscita: 23/11/2020
Basta un solo giorno per innamorarsi.
Roberto non lo credeva possibile, lui è abituato ai rossetti rossi che sporcano e ai profumi forti che coprono l’odore della pelle, ai vestiti che provocano e non lasciano spazio all’immaginazione e ai baci alcolici delle ragazze che prendono l’iniziativa.
Michela non è solo l’avventura di una notte o un colpo di fulmine estivo, lei è la sua redenzione, un fiore delicato al quale lui non strapperebbe mai neppure un petalo.
Tuttavia, cadere in tentazione è assai facile, ferire chi amiamo lo è molto di più; i baci e il bisogno di sfiorarsi non fanno altro che rendere incolmabile la distanza. E poi c’è una scadenza: cento giorni di tempo per trovare il coraggio di tornare ad amarsi oppure lasciare che un fragile e innocente sogno li distrugga per sempre.
Eccoci fenici, oggi siamo alle prese con un romance contemporaneo che mi è piaciuto particolarmente, e sono stata fortunata a leggerlo adesso, perché è una seconda edizione rivisitata del libro E se fosse per sempre, con l’aggiunta di nuovi capitoli.
Forse preferivo il vecchio titolo, ma questione di punti di vista, il romanzo è meritevole, mi ha emozionato e l’ho trovato di un romanticismo struggente e molto particolare perché, nonostante sia ambientato nella nostra epoca, mi ha rievocato i film d’amore di Anna Magnani.
Le due parti in cui si divide il libro fermano il tempo, dapprima alla conoscenza e all’innamoramento dei due protagonisti e poi al fulcro della vicenda in cui si svolgono i famosi cento giorni.
L’inizio spensierato dei due giovani ragazzi, le vacanze, il sole della Puglia, sono un tripudio di colori e di vita, giovinezza e spensieratezza, dove i problemi non esistono e i sentimenti vengono esposti senza riserve.
La favola romantica in cui i ragazzi si innamorano e decidono di andare a vivere insieme, anche contro il parere dei genitori di lei, conclude la corposa introduzione.
La seconda parte si svolge a Milano a distanza di sette anni, l’età della bambina avuta dalla loro unione.
In questa location più cupa e invernale si consumano le vicissitudini più tristi e disastrose che portano al dolore e ai rimpianti per la coppia innamorata.
Roberto è buono, con forti sentimenti, nonostante il tradimento e la lunga separazione dalla compagna che non ha mai sposato, ma dalla quale ha avuto una meravigliosa bambina.
Lui è un bell’uomo e ha un lavoro impegnativo nell’azienda di famiglia, ragion per cui è anche molto corteggiato dal gentil sesso, che lo porta a compiere, in un momento di debolezza, l’errore più grande della sua vita, facendo naufragare la storia d’amore con Michela.
La personalità di Roberto è un po’ complicata e penso sia stata difficile da gestire perché, nonostante tutto, non ho mai provato antipatia per lui, e l’autrice tiene il lettore col fiato sospeso per cercare di capire le sue intenzioni e sentimenti.
È descritto molto bene il rapporto con la sua bambina, che ama moltissimo e, nonostante viva con la madre, non ha mai trascurato.
Michela è una donna amareggiata e piena di risentimento, lavora e vive in una città che non le è familiare ed è sola. La sua bambina, Victoria, è il motivo per cui si alza al mattino e cerca di avere un barlume di felicità, le manca la sua famiglia che vive in Puglia e soprattutto gli amici lasciati al sud insieme alla fiducia nel prossimo.
Oggi è diverso, oggi non sono più io ma la confusione in un corpo di donna, il bisogno disperato di non mangiare più la solitudine dal sapore amaro e acidulo. (Tratto dal libro)
I numerosi flashback del passato ricompongono l’unico anno felice vissuto insieme a Milano, prima che succedesse il fattaccio e Michela mettesse al mondo Vicky, proprio la notte di Natale.
La piccola scriverà una letterina a Babbo Natale, cento giorni prima del suo compleanno con un unico desiderio, quello di avere finalmente tutti e due i genitori insieme e una famiglia felice. Il suo desiderio sarà mai realizzato?
I personaggi sono descritti accuratamente con una minuziosa introspezione personale, al contempo quelli secondari sono notevoli e hanno una loro importante caratterizzazione.
Molto bello ed emozionante è il rapporto di amicizia che lega Michela alla sua migliore amica Chiara, dalla quale la separazione per andare a vivere a Milano è molto più dolorosa che per chiunque altro della sua famiglia.
Nonostante sia autoconclusivo non mi dispiacerebbe uno spin-off o una novella sugli amici comuni dei protagonisti, Francesca e Claudio.
Consigliato, care fenici, e vi auguro una buona lettura.
Respiro e sento il profumo del futuro, l’odore della felicità che sa di Michela, me e Victoria e si mischia all’odore del caffè. Per la prima volta dopo tanto tempo, me lo sono preparato da solo, quasi stupendomi della presenza delle tazzine e dello zucchero nella mia cucina. (Tratto dal libro)