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Recensione: “Per una causa comune” di Andrew Grey * Serie Una buona causa #2

 

♦ Traduzione a cura di Ernesto Pavan

Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦

Trama arancio

Bryce Morton ha bisogno di cambiare aria: dalla morte del suo compagno, avvenuta un anno prima, è diventato distante e taciturno. I suoi amici, Jerry Lincoln e Akecheta (John) Black Raven, lo convincono ad andare in campeggio con loro in una riserva Sioux. Anche se l’idea lo lascia perplesso, l’interesse di Bryce aumenta quando conosce Paytah, il proprietario dell’emporio del posto.
La vita di Paytah Stillwater è colma di sofferenza e l’unica cosa che gli rimane è l’orgoglio. Dopo essere stato abusato da bambino e aver visto la propria denuncia accolta con incredulità, si è chiuso in se stesso, ma non riesce a mettere una pietra sul passato, perché la causa del suo dolore sta ancora nella riserva. Paytah è orgoglioso delle tradizioni del suo popolo e custode attento del proprio cuore, ma quando Bryce compie un gesto di altruismo nei confronti di un bambino nativo, le mura che ha costruito attorno a sé cominciano a crollare.
Bryce e Paytah devono affrontare entrambi il dolore che si portano dentro. Quando colui che ha fatto del male a Paytah posa gli occhi su uno dei ragazzini della riserva, i due devono mettere da parte la propria lotta interiore. La ricerca di un modo per fermare quell’uomo li unisce in una causa comune e nel cammino verso un futuro insieme.

Recensione arancio

Dopo essersi aperto con l’infrangersi di un sogno d’amore, con la morte del compagno di Bryce a un passo dal matrimonio, il romanzo ci proietta a un anno di distanza, mostrandoci come lutto e dolore abbiano distrutto l’uomo. Gli amici e colleghi Jerry e John, che ritroviamo con gioia dal primo romanzo della serie, lo convincono a trascorrere alcuni giorni nella riserva Sioux dove vive parte della famiglia di John e qui la sua vita prende una piega inaspettata. Un nuovo incontro lo scuote nel profondo e il misticismo del luogo sembra quasi metterlo in contatto con il suo amore perduto, che lo invita ad andare avanti in un brano molto commovente.

Le lacrime cominciarono a scorrere quando sentì la voce di Percy nel vento dirgli che andava tutto bene e che era ora di andare avanti. Ti amerò sempre, ma c’è qualcun altro là fuori che ti amerà allo stesso modo, sembrava dire. Il vento lo accarezzò ancora una volta, poi sparì.

Non è facile, però, Paytah è restio ad aprirsi, soprattutto perché Bryce è un bianco, ma superati i pregiudizi i due capiranno di avere in comune molto più di quanto pensano. Un terribile segreto grava sull’animo di Paytha, che da ragazzino ha subito pesanti abusi senza che nessuno gli credesse, quando ha cercato di denunciare il proprio molestatore.
Come sempre Andrew Grey amalgama, nella propria trama romantica, temi di forte impatto allo scopo di sensibilizzare i lettori, ma stavolta lo fa con minore efficacia rispetto, per esempio, al primo libro di questa serie, nel quale si parlava dei bambini Sioux strappati alle famiglie d’origine. La fiducia con la quale Paytha si confida con Bryce è ben riposta ovviamente, ma la rapidità con la quale essa viene concessa spiazza un po’ il lettore perché, a conti fatti, i due si conoscono a malapena quando ciò accade. Purtroppo molti passaggi nella storia sembrano affrettati, non tanto l’attrazione tra i due protagonisti quanto proprio tutto ciò che riguarda l’abuso su minori, la denuncia da parte delle vittime e l’incredibilmente rapida soluzione.
Restano la forte denuncia della povertà della vita nella riserva, l’impegno dei personaggi a migliorare la situazione e la volontà di non smarrire le tradizioni di un popolo antico, tutte tematiche importanti e ben intrecciate nella storia.

“Guardati attorno, Bryce: questa zona è stata scelta per la riserva perché nessun altro lo voleva. Non c’è niente. Le Black Hills sono sacre per noi, ma la maggior parte della terra ci è stata portata via perché era ricca di oro. Le nostre credenze e una storia lunga generazioni non importavano nulla. Ci hanno dato questa terra perché non la volevano…”

L’amicizia che sfocia quasi subito in amore tra Bryce e Paytha si unisce a un riscoprire la natura e il piacere di immergersi in essa, le notti trascorse all’aperto dai due si colorano di passione ma, a mio parere giustamente, entrambi sanno di aver bisogno di tempo per guarire dalle ferite del passato. Procedono a piccoli passi senza affrettare le cose, consapevoli di amarsi e felici di poterlo fare, mentre ricostruiscono le loro vite e ne creano una insieme.

Voleva davvero Paytha e per molte altre ragioni che non spazzare via il ricordo delle sue esperienze passate. Si stava innamorando di lui e a ogni carezza, battito del cuore e contatto con la pelle, si innamorava un pochino di più. Non era sicuro che fosse una cosa buona, ma era quello che stava accadendo.

Un romanzo romantico con una forte denuncia sociale che, forse, avrebbe avuto bisogno di un respiro più ampio per funzionare appieno.

Fiamme-Sensualità-Medio NUOVA

Recensione:

Firma Rubina

Editing: Gioggi

 

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StaffRFS

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