Recensione libri

Recensione: “Bottoni e Grazia” di Penelope Sky (serie Bottoni #6)

Care Fenici, oggi Nayeli ci parla di “Bottoni e Grazia” di Penelope Sky (serie Bottoni #6)

Ho dato inizio a una guerra di sangue.

Mi sono fatto un nemico terrificante.

Tutto per un’unica donna.

È stata una decisione stupida, ma non ho nessun rimpianto.

Perché Bellissima è finalmente mia.

A differenza dei precedenti romanzi troviamo l’azione concentrata nella prima parte, dato che ci eravamo fermati al rapimento di Crow da parte di Tristan come vendetta per la liberazione di Adelina. Tra telefonate ansiose dalla Grecia e riflessioni depressive di Conway, vedremo come lui riesce a trovare il modo di salvare il fratello cedendo ciò che ha di più caro. State pensando ad Adelina? Vi sbagliate. Adelina è una pedina sacrificabile, lei “avrebbe capito”. Nonostante Conway abbia finalmente scoperto l’amore, sarebbe disposto a rendere Adelina a Tristan per salvare non solo Crow, ma anche Pearl. Il suo “grande amore”, quindi, risulta in terza posizione.

Per quanto l’idea mi desse il voltastomaco, dovevo consegnare Adelina per riavere Crow. Lui era la mia famiglia. Non gli avrei voltato le spalle a quel modo, e nemmeno a Pearl. Adelina avrebbe capito.

Gran parte di questo terzo episodio è dedicato a esplorare la depressione di Conway per il fatto di non essere ricambiato da Adelina; mentre per l’altra parte ci racconta della gravidanza di Pearl e dell’orgoglio-plus-lussuria del neo papà. Impareremo a conoscere anche un nuovo maggiordomo e i dettagli della nuova azienda vinicola… insomma un sacco di altri particolari che dilungano la lettura senza parlarci di ciò che ci interessa davvero.

La trama, con pochi colpi di scena, è penalizzata da uno stile un po’ ripetitivo, in cui le stesse azioni prima vengono vissute, poi “riflettute”, poi riferite al fratello quindi di nuovo all’amica.

Tenni gli occhi fissi sulle sue tette.

Non importava cosa stessimo facendo: se lei era senza maglietta, io pensavo al sesso.

Neppure in questo episodio le caratterizzazioni di Conway e Adelina sono state convincenti. Conway, resosi conto di aver sacrificato tutto per lei e di non essere ricambiato, tira fuori un po’ di grinta e torna al alzare muri, abbracciando vecchi comportamenti da persona insensibile e meschina. Sarà solo la mentore Pearl che riuscirà a calmarlo, rendendolo un mansueto uomo umiliato e ferito. Più in generale, Conway sembra incapace di prendere decisioni da solo, di fare le scelte giuste senza i consigli del fratello e della cognata.

In più di una occasione il suo personaggio risulterà privo di carisma e brillantezza, lucidità e arguzia, in modo che queste doti vengano esaltate nei personaggi della prima trilogia, Crow e Pearl.

E nel paragone perde smalto non solo la sua caratterizzazione, ma anche la potenza del suo amore, che non è passionale, intenso, feroce, come quello di Crow, ma decisamente freddo, forse più tenero, o forse solo di tipo ossessivo.

Conway diventa quindi un uomo confuso, malleabile, tenero, incapace di reagire, e per quanto macho e “uomo che non parla di emozioni”, si prodiga in lunghi discorsi che analizzano i suoi sentimenti.

Mi tremavano le mani da quanto ero furioso. Mi aveva preso per uno stupido, mi aveva usato per approfittare di tutto ciò che avevo. Ero più forte di una roccia e non avevo mai abbassato la guardia con nessuno. La prima volta che l’avevo fatto, lei mi aveva pugnalato alle spalle. Mi aveva usato, si era presa gioco di me. Ero stato soltanto una tappa intermedia per arrivare dove voleva. Non intendevo sacrificare così tanto senza ricavarci qualcosa in cambio. “Non tornerai a casa, Adelina. Sei stata prigioniera di Tristan, e adesso sei la mia. È il tuo debito con me”.

Adelina è come un personaggio di carta. Dopo essere stata ceduta e violentata per la seconda volta, non è neppure traumatizzata.

È una figura senza movente: non vuole scappare, non vuole tornare a casa, non ama, non odia, non è neppure grata. Asseconda le richieste di sesso così come asseconda il suo ritorno in schiavitù. Non mostra emozioni, semplicemente “segue il flusso”. Chiede a Conway di ridurre la tensione tra loro perché non si sente a suo agio, lo fa per ottenere un po’ di calore, incurante delle motivazioni e dei sentimenti dell’uomo nei suoi confronti, e ben sapendo di poterlo sgretolare usandolo, illudendolo, lusingandolo col sesso.

Adelina è una donna priva di cuore. Vuole farci credere di non accettare le proprie emozioni, di essere confusa, ma non la vediamo né provare shock per il trauma subito, né rimpianto per le scelte sbagliate, né tantomeno rispetto per un uomo innamorato di lei.

Ho continuato ad avere la sensazione che lei scegliesse Conway per mancanza di alternative.

Ti ho salvato la vita, ho dichiarato guerra a un alleato e ho perso l’attività della mia famiglia per salvarti. Puoi scommetterci il culo che resterai qui. Per quanto mi riguarda, hai già ottenuto fin troppo”.

Ho avuto nuovamente la sensazione che i protagonisti veri rimanessero Crow e Pearl, tant’è che questo episodio è pieno di simmetrie con le vicende della loro storia d’amore, ed è curioso che Adelina replichi in molte parti proprio la storia che è già stata raccontata, ricalcandola con poche eccezioni, che riguardano principalmente il suo carattere meno deciso e meno appassionato.

Non sarò stato il Principe Azzurro, ma era evidente che tenessi a lei. Sapevo di essere un criminale che l’aveva accettata come forma di pagamento, ma questo non faceva di me una persona cattiva.

 

#1  Bottoni e Pizzo

#2  Bottoni e Odio

#3  Bottoni e Dolore

#4  Bottoni e Vergogna

#5  Bottoni e Colpa

#6  Bottoni e Grazia

 

 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio